Torna a far parlare di sé l’influencer culturale Edoardo Prati, seppur in modo indiretto. La sua partecipazione a “Che Tempo Che Fa” sul Nove, infatti, ha portato a diverse discussioni sui social network. In particolare, alcuni vedono nel successo del “Barbero di TikTok” un’ossessione per la cultura classica, a discapito delle materie scientifiche. Ma è davvero così? Ed è possibile affrontare il problema con un approccio più equilibrato?
l’accusa a Edoardo Prati
Edoardo Prati è un ventenne studente di Lettere Classiche famoso su TikTok per i suoi video dove parla di letteratura italiana e latina. Il suo successo è dovuto in pstyr proprio alla passione che lo anima, che raramente si vede sui social media, ma che spesso lo porta a scontrarsi con alcuni follower. La provocazione ai docenti è un caso emblematico: chi insegna solo per campare dovrebbe trovare un altro lavoro, ha detto su TikTok.
Allo stesso tempo, lo spazio concesso al giovane influencer nel programma condotto da Fabio Fazio, e in generale l’attenzione per la sua figura, hanno portato a diverse critiche sui social network. C’è chi vede nella notorietà di Edoardo Prati un’ossessione per tutto ciò che è cultura classica ma che, di fatto, va a discapito delle materie scientifiche e della loro percezione negli ambienti scolastici. Ecco il post su X :
Esiste davvero un pregiudizio verso le materie scientifiche?
Dietro le critiche rivolte alla figura di Edoardo Prati c’è una questione molto seria. Da una parte abbiamo l’Italia patria di Dante e Manzoni, di Leopardi e Petrarca; dall’altra parte abbiamo l’ostentazione di una cultura classica che sminuisce l’importanza delle materie STEM. Si tratta in fondo della solita contrapposizione fra chi ama la cultura umanistica e chi invece preferisce la cultura scientifica. Nulla di nuovo quindi?
Che molti abbiano una certa propensione verso la cultura classica non è un mistero, soprattutto in Italia. Allo stesso tempo, il ruolo che le materie scientifiche hanno nella società è sminuito da fattori anche molto diversi fra loro. La percezione della cultura umanistica in alcuni ambienti, l’inadeguatezza degli strumenti formativi, la mancanza di comunicazione sull’importanza delle materie STEM sono tutte ragioni che possono spiegare in parte il pregiudizio verso la cultura scientifica. Ma non è tutto qui.
STEAM dalla scuola primaria
Che l’Italia sia stata la culla dell’umanesimo non vuol dire che saremo per sempre condannati a ostentare la cultura classica e a sminuire la cultura scientifica. Una soluzione c’è, ma richiede l’introduzione di un approccio STEAM già a partire dalla scuola primaria. STEAM è infatti una sigla che sta per Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics e indica uno studio delle materie scientifiche che tiene conto anche della creatività artistica, in senso lato.
L’idea di base è semplice: se i giovani non riescono a sviluppare una passione per le materie scientifiche, è necessario trovare un approccio diverso. Questo è il fine del manuale per la scuola primaria Nel cuore dei saperi , edito da CETEM del Gruppo Editoriale ELi. Nella guida per gli insegnanti c’è una sezione dedicata proprio alla didattica STEAM, ossia una didattica che sappia coinvolgere gli alunni. L’obiettivo è aiutarli a sviluppare competenze di pensiero critico, problem solving, creatività e innovazione nel contesto scientifico e in quello umanistico.
NEL CUORE DEI SAPERI
Scopri il nuovo sussidiario delle discipline di quarta e quinta edito da Cetem del Gruppo Editoriale ELi
Si tratta di uno strumento fondamentale proprio per evitare contrapposizioni come quella di cui abbiamo parlato. È importante che ciascuno studente possa seguire le proprie passioni senza alcun condizionamento: per farlo, avrà bisogno di sapere quali sono già a scuola. Che siano Dante o la termodinamica, Leopardi o il quadrato di un binomio.