Soccorso, sostegno e accoglienza. Sono queste le linee che stanno guidando l’azione del nostro paese nel confronto della popolazione dell’Ucraina, messa a dura prova da oltre un mese. In particolare i confini italiani sono stati aperti per accogliere più di ottomila studenti ucraini, che nel corso delle settimane precedenti, sono stati inseriti in numerosi istituti del territorio.
È arrivato dunque un plauso, da parte del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nei confronti del sistema scolastico italiano, capace di assorbire l’arrivo di 8455 ragazzi – la maggior parte dei quali della scuola primaria e secondaria di primo grado – provenienti dall’Ucraina e garantire a ciascuno di essi una proposta formativa . Dopo essere stati smistati tra le scuole statali e paritarie delle varie regioni, gli studenti arrivati nel nostro paese hanno potuto iniziare a frequentare le lezioni, avvalendosi ovviamente della mediazione linguistica.
Di fronte alla Commissione Cultura della Camera, il ministro Bianchi ha aggiornato i presenti sulla situazione, sottolineando come il bilancio sia decisamente positivo, “con i ragazzi della scuola secondaria che, in molti casi, riescono a seguire in DaD anche alcune lezioni strutturate dal Ministero dell’Istruzione ucraino”.
Un ostacolo che non può essere trascurato, però, è quello della lingua, perché “la priorità è quella di offrire a questi ragazzi la possibilità di tornare a vivere nelle loro case e a frequentare le loro scuole”. In questo senso il Ministro ha individuato l’estate come momento utile da sfruttare, con le necessità di proporre una formazione per i docenti al dialogo in una lingua terza, di individuare personale in grado di lavorare gli studenti ucraini, ovvero bambini e ragazzi in fuga dalla guerra e di collaborare con le case editrici per poter usufruire di testi bilingue italiano-ucraino.
“Siamo all’ultima frazione dell’anno scolastico – ha ricordato Bianchi – e abbiamo già distribuito tutte le risorse, stiamo forzando la situazione. Questa ci invita a passare su un altro piano di riflessione, ovvero la nostra capacità strutturale di fare investimenti”.
L’emergenza scaturita dal conflitto tra Russia e Ucraina sta avendo grandi ricadute su tutta la popolazione civile del paese colpito da Putin e, in particolare, su bambini e famiglie. Il grande sforzo di accoglienza messo in atto dall’Italia rappresenta allora un gesto di solidarietà non indifferente, che dimostra quanto il nostro paese sia capace di spendersi per il bene altrui anche nelle situazioni di maggiore difficoltà.