Leggere è una delle attività più belle che esistano. Un bel libro è capace di trasportarti lontano. Leggere mette in circolo una creatività che nessun prodotto audiovisivo può eguagliare: chi legge immagina nella sua mente i luoghi e i personaggi di un racconto, e questi non saranno mai gli stessi per nessuno.
Chiunque sogna un figlio o un alunno che ami la lettura, chiunque vorrebbe trasmettere ai piccoli che vivono attorno a sé l’amore per i libri. Molto spesso ci si trova, invece, circondati da bambini che leggono solo se forzati, leggono controvoglia… di chi è la colpa?
Indubbiamente la scuola e la famiglia, in modi diversi, esercitano un’influenza non troppo positiva e, senza rendersene conto, fanno dei danni in buona fede.
La scuola rende performance l’esperienza della lettura e la trasforma in compito: riassunti, schede libro, commenti finali, presentazioni davanti all’intera classe… non c’è nulla di male in queste assegnazioni, il problema è che rischiano di allontanare il piacere della lettura e ridurlo all’ennesimo, barboso e pesante, compito da consegnare. Gli adulti che amano leggere non sono costretti a fare le schede libro: sono convinta che se dovessero farle non amerebbero più, così tanto, la lettura. Perché quindi i bambini dovrebbero farle?
La famiglia, dal canto suo, spesso incorre in errori grossolani fatti a fin di bene, come per esempio regalare libri senza prima pensare se possano piacere o no, costringere alla lettura, paragonare il proprio bambino a un altro amichetto o parente che legge molti libri (“Hai visto tua sorella quanto legge? Perché non sei come lei?”).
Perché non lasciare semplicemente che i bambini possano entrare a contatto con i libri spontaneamente? Tutte le esperienze più importanti della vita dei bambini, a partire dalla nascita, avvengono tramite esplorazione. Camminare, giocare, nutrirsi… perché la lettura non può essere una di queste?
L’esplorazione può iniziare con le letture per loro da parte nostra. I bimbi piccoli imparano così ad amare le storie. Vorranno sentirle talmente tante volte che a un certo punto, con il libro davanti, ripeteranno le parole del racconto anche se ancora non avranno imparato a leggere!
Lasciamo che i bambini vengano a contatto con i libri in modo libero e spontaneo, li tocchino e li esplorino, li scelgano, si soffermino su quelli più interessanti e scartino quelli che non li attraggono. Lo diceva anche Daniel Pennac nel suo decalogo di diritti del lettore, che si trova nel libro Come un romanzo:
Il lettore ha diritto di non terminare un libro, saltare pagine e, persino, non leggere
Daniel Pennac
Avviciniamoli ai libri con l’esempio: un bambino che vede un adulto leggere sarà stimolato all’imitazione. Non possiamo costringere un bambino a leggere perché fa bene quando noi per primi non pratichiamo questa attività. Un bambino in una famiglia di lettori sarà un bambino che avrà più probabilità di amare la lettura.
E se un bambino non arriva ad amare la lettura? Probabilmente non è il momento giusto, ha bisogno di ancora un po’ di tempo o di trovare davvero un filone letterario o argomento che lo coinvolge sul serio. Sempre Pennac includeva, nel suo decalogo, il diritto a leggere qualsiasi cosa.
Fumetti, giornalini, libri dei propri personaggi preferiti… l’importante è sempre il rispetto dei tempi e delle esigenze dei bambini, l’amore e l’esempio. E una volta trovato il proprio genere preferito la passione sarà inarrestabile.
E tu cosa ne pensi della difficoltà di accendere o tenere vivo il piacere di leggere dei bambini? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie.