Un tempo l’educazione si fondava su una forte autorità genitoriale. Le generazioni adulte si ricorderanno bene quanto punitiva e rigida essa fosse, quasi come se i bambini fossero soldatini da far crescere e maturare a suon di comandi. Oggi educare al rispetto avviene attraverso modalità ben differenti.
Possiamo infatti dire di vivere all’interno di un sistema di educazione democratica, nel quale i ragazzi hanno la libertà di esprimere la propria volontà. Ma quali sono le conseguenze di questa evoluzione?
IL PROBLEMA
Diversi studi hanno dimostrato un limite nella presa delle decisioni da parte dei bambini rispetto alle persone adulte. Si parla, più precisamente, di immaturità infantile, da intendere non tanto dal punto di vista del carattere, ma piuttosto da quello cerebrale.
Le esperienze che affrontiamo nei primi anni della nostra vita contribuiscono a formare il nostro pensiero e il nostro carattere che sarà ben definito solo in età adulta. Questo significa che le emozioni provate in quelle occasioni si ripercuoteranno sulla crescita. Ad esempio, un bambino che prova paura alla scuola dell’infanzia, probabilmente finirà per odiare lo studio da grande.
Questo succederà perché la sua mente assocerà sempre un sentimento negativo all’ambiente dell’apprendimento. Di conseguenza, eviterà di ritrovarsi nuovamente in situazioni che gli creano disagio. Ma cosa c’entra questo con l’educazione? Beh, seguendo questa linea di pensiero, se un bambino viene punito in continuazione e in modo duro, il suo cervello farà in modo che in futuro continui ad effettuare quelle azioni “sbagliate”, ma di nascosto.
L’educazione tradizionale e quella democratica rappresenterebbero entrambe dei fallimenti se ci basassimo unicamente sulle evidenze di questi studi. La prima, infatti, rischierebbe di impaurire i bambini, come già accennato; mentre la seconda conferirebbe un potere eccessivo ai piccoli, senza tener conto della loro immaturità. Allora qual è la soluzione ideale per insegnare il rispetto ai ragazzi? Semplice, occorre trovare una via di mezzo tra i due metodi.
LA SOLUZIONE
La via di mezzo in questo caso è rappresentata da un ambiente caloroso, in cui i bambini vengono guidati nel loro percorso di crescita, come è giusto che sia, ma senza una presenza genitoriale autoritaria. Il rapporto tra educatori ed educati dovrebbe essere stimolante e rispettoso.
FILASTROCCA DELLA LETTURA
Si tratta di una strada in cui le lezioni della vita si imparano sperimentandole insieme, comunicando e spiegando le proprie idee, ascoltando quelle dell’altra persona, sia da una parte che dall’altra.
Una soluzione basata proprio sul rispetto nei confronti dei bambini, che non vengono più visti come dei soldatini, ma neanche come dei piccoli adulti in grado di badare a sé stessi. I genitori dovrebbero semplicemente rivolgersi ai propri figli al fine di educare al rispetto come a degli esseri umani immaturi, ancora da formare e da accompagnare nel percorso della loro crescita: un concetto tanto semplice quanto innovativo.
L’obiettivo di educare al rispetto risiede nel lungo periodo e non si tratta di un insegnamento autoritario né svogliato. Può risultare più complesso da portare avanti nel corto periodo perché richiede un consumo maggiore di tempo e di energie, ma nel lungo periodo i risultati dimostreranno che ne sarà valsa la pena.