La lettura e la scrittura vengono talvolta date per scontate da adulti che ne hanno padroneggiato le abilità, ma guardandole dalla prospettiva di un bambino sono abilità di difficoltà erculea. L’alfabetizzazione è un processo complesso che coinvolge l’associazione dei simboli con i suoni, i suoni con le parole e le parole con le idee. In questo articolo andremo a vedere come Maria Montessori riusciva ad appassionare i bambini alla lettura.
“IL SEGRETO DELL’INFANZIA”
All’interno della sua lettura Il Segreto dell’Infanzia, Maria Montessori spiega i metodi da lei utilizzati per appassionare i più giovani alla lettura. Un passaggio molto interessante del libro è quello in cui racconta di come i bambini fossero in realtà interessati a decifrare i messaggi, ma non a imparare le parole.
Nella scuola in cui insegnava, infatti, “i bambini cominciarono a leggere tutte le stampe che si trovavano nella scuola: e c’erano alcuni scritti veramente difficili a decifrare, come un certo calendario dove erano stampate parole scritte in lettere gotiche”. Ai bambini piaceva il fatto di scoprire il significato di simboli nuovi, di utilizzare il proprio intuito e le proprie abilità per ottenere informazioni.
Non si trattava meramente di imparare a memoria dei termini e ricordarseli, ma di riuscire a ricavare un vero senso alle parole. Sul libro si legge: “era uno sforzo di intuizione paragonabile a quello che induce gli adulti a rimanere lungamente studiando i segni di scritture preistoriche scolpite sulla pietra, fino a che il senso che ne deriva dà la prova di aver decifrato i segni sconosciuti”.
Ebbene sì, era proprio questo il segreto della passione per la lettura: la curiosità e la volontà di decifrare termini per capirne il significato. Il fatto di riuscire a comprendere i messaggi da soli creava nei bambini un forte senso di autocompiacimento, soddisfazione e sicurezza di sé.
L’EPISODIO DEL FOGLIETTO DI CARTA
Più avanti nello spezzone del libro, Maria Montessori spiega gli errori da evitare nel cercare di insegnare la lettura ai bambini. In particolare invita ad evitare di avere troppa fretta nello spiegare i caratteri, perché questo potrebbe spegnere l’interesse dei bambini e la loro energia intuitiva.
Prosegue raccontando il fallimento dei tentativi precedenti: “anche una intempestiva insistenza a far leggere delle parole sui libri, sarebbe stato un aiuto negativo, che avrebbe, per una finalità senza importanza, abbassato l’energia di quelle menti dinamiche”. Questo fece sì che per molto tempo i libri rimasero nelle credenze.
I bambini iniziarono ad avvicinarsi ai libri solo in seguito a un episodio piuttosto curioso. Un giorno un bambino arrivò a scuola con un foglietto di carta in mano e iniziò a dire ai suoi compagni che in quel pezzo di carta ci fosse un racconto.
Gli altri gli risposero: «Non c’è niente, è un pezzo di carta rotta.» A quel punto lui iniziò a leggere il racconto e tutti i bambini gli si misero intorno per ascoltarlo. Fu proprio allora che si comprese il vero significato della lettura e i libri tornarono ad essere utilizzati e letti dai bambini.
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