Gli studenti della scuola media italiana imparano meno rispetto ai coetanei degli altri paesi. Questo è quanto si può ricavare dall’ultimo report della Fondazione Giovanni Agnelli. Un risultato tanto grave quanto deprimente: il rendimento sembra precipitare nettamente tra il primo e il secondo ciclo scolastico. In questo articolo andiamo ad analizzare la situazione della scuola secondaria di primo grado italiana per capire cosa abbia portato a un risultato così drammatico.
UN PEGGIORAMENTO CHE DURA DA 10 ANNI
Qualcuno potrebbe pensare di assegnare la colpa del peggioramento alla situazione Covid-19 e alla recente Didattica a Distanza, ma si sbaglierebbe perché la scuola media italiana propone un programma, o meglio delle indicazioni ministeriali, insoddisfacente fin dal 2011. La situazione è particolarmente critica nella zona meridionale della penisola.
Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli afferma: “La situazione dal 2011 ad oggi non è migliorata. In particolare gli apprendimenti restano insoddisfacenti, i divari territoriali e le disuguaglianze sociali sono ancora più evidenti; non vi è stato un rinnovamento del corpo docente e della didattica”.
COSA SI PUÒ FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE?
Secondo Gavosto occorrerebbe ridare alla scuola secondaria di primo grado italiana quel rispetto e quell’attenzione che merita. Molto spesso non viene considerata alla pari della precedente scuola primaria e della successiva scuola superiore di secondo grado. Ed è proprio questa disattenzione ad aver portato al degenero a cui assistiamo da 10 anni a questa parte.
Tuttavia i tre anni della scuola media sono fondamentali per la crescita e per l’istruzione dei ragazzi. Rappresentano l’anello che collega un ambiente che lasciano da bambini e un altro che iniziano da adolescenti, completamente diverso dal primo. Per questo è importante fornire insegnamenti validi e garantire una maggiore stabilità attraverso l’assunzione di più docenti di ruolo.
ALCUNI DATI DELLA SITUAZIONE ATTUALE
I dati per capire meglio la situazione:
- 10% – è la percentuale di studenti (maschi) della scuola media a cui piace frequentare i corsi, per quanto riguarda la controparte femminile la percentuale si ferma all’8%
- 60% – è la percentuale di insegnanti di sostegno precari (la precarietà caratterizza anche una gran parte dei docenti non di sostegno, arrivando al 30%)
- 88% – è la percentuale di docenti della scuola media italiana che sostengono uno scarso apprezzamento del loro insegnamento nella società (il 92% dei dirigenti scolastici condivide lo stesso pensiero).
- 60 – gli anni superati da un insegnante su sei, mentre soltanto un docente su cento ha meno di 30 anni.
Nel passaggio dalla primaria alla secondaria i voti ottenuti in matematica peggiorano drasticamente. In particolar modo a Sud rispetto a Nord, ma anche in generale in Italia rispetto agli altri paesi europei.
Si tratta di un divario facilmente visibile particolarmente tra i figli di genitori che detengono solo una licenza elementare o media. Infatti un figlio di genitori laureati ha il 75% di possibilità di proseguire i suoi studi al liceo, mentre il figlio di diplomati il 50% e il figlio di non diplomati il 32%. Soltanto in sei casi su cento il figlio di genitori laureati studia in un istituto professionale, mentre nel 30% dei casi lo fa il figlio di genitori non diplomati.