“Facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr…”. Così scrisse un docente sui social, commentando il dress code delle proprie studentesse. L’infelice uscita fece seguito a quella di un’altra insegnante, che riprese un’alunna sostenendo che il suo outfit fosse più adatto ad una serata sulla Salaria piuttosto che ad un’aula scolastica. Immediata è arrivata la risposta di Valentina Petri.
La professoressa, che insegna italiano presso l’Istituto Professionale Lombardi di Vercelli, blogger e autrice del libro “Portami il diario”, ha ribadito l’inopportunità degli interventi sopra citati, sottolineando, sulle pagine di La Repubblica , come “nella scuola di oggi il sessismo non entra più. I toni usati dai colleghi sono inaccettabili per questa generazione”.
L’attenzione, secondo la professoressa Valentina Petri, andrebbe spostata dal modo di vestirsi degli studenti verso le strategie da mettere in campo per aiutarli ad appassionarli alla loro formazione. “Nella scuola dove insegno – ha raccontato la Petri – il problema non è una maglietta troppo corta, ma la scommessa è far restare i ragazzi sui banchi fino al diploma”.
Quello della docente piemontese è dunque un liberi tutti? Decisamente no. Per sua stessa ammissione, anche la prof. Petri non sottovaluta la questione legata al dress code, specialmente alle porte dell’Esame di Stato. Monito, questo, che suona come avvertimento per tutti i nostri ragazzi che, tra qualche mese, si troveranno di fronte alla tanto temuta prova di maturità. Niente calzoncini né infradito per gli alunni di Valentina Petri, che, a chi vorrebbe presentarsi con un outfit troppo estivo consiglia di lasciar perdere: “All’Esame di Stato i ragazzi si troveranno di fronte a degli estranei, è un’occasione ufficiale, bisogna imparare a capire come si sta nel mondo”.
Ancora una volta, allora, si parla di opportunità e rispetto del contesto. Questa volta la motivazione ha una forte connotazione educativa: la comprensione di quale dress code sia adatto ad una particolare circostanza diventa segno di maturità.