La storia di Gioele è simile a quella di tanti ragazzi di valore che, dopo essersi formati in Italia, vengono valorizzati all’estero. Il fatto è che, negli ultimi dieci anni, di queste ragazze e giovani laureati che hanno trovato la loro collocazione in un paese europeo o in un altro continente l’Italia ha permesso che se ne allontanassero troppi. E spesso sono in migliori.
Quelli che potrebbero rilanciare la scienza e l’economia italiana. Secondo l’Istat, che di recente ha pubblicato sulle Migrazioni interne e internazionali della popolazione italiana, in un decennio (dal 2012 al 2021) se ne sono registrati oltre 120mila. Per chiarire meglio di cosa stiamo parlando, raccontiamo brevemente la storia di un giovane considerato tra i migliori ricercatori europei. E a dirlo non siamo noi ma il sito di una delle università più prestigiose del Vecchio continente: l’Epfl, la Scuola politecnica federale di Losanna, in Svizzera.
A soli 32 anni, Gioele è uno dei giovani scienziati più apprezzati d’Europa. Si laurea a Palermo in biotecnologie col massimo dei voti e a prosegue gli studi conseguendo nel 2011 la laurea magistrale al Karolinska institutet di Solna, in Svezia. Nel paese scandinavo capiscono subito che si tratta di un giovane con grandi potenzialità e non se lo lasciano scappare. In Svezia diventa ricercatore e dimostra di avere grandi qualità. Qualche anno dopo, presenta un progetto di ricerca internazionale e di lui si accorgono gli svizzeri. Lo scorso mese di marzo, nel suo profilo Facebook scrive: “Ieri sono stato nominato ufficialmente professore dall’ETH Board. Sono entusiasta di continuare a guidare il mio laboratorio di ricerca verso nuovi importanti obiettivi, e di cominciare con i miei corsi per gli studenti di EPFL”.
Nel sito della scuola di Losanna scrivono: “La ricerca di Gioele La Manno si concentra sulla genomica unicellulare, sulla biologia informatica e sulle neuroscienze dello sviluppo. Sviluppa nuove tecnologie e complesse analisi assistite da computer per indagare sullo sviluppo del cervello. Il suo lavoro ha contribuito in modo significativo a nuove scoperte, nonché a numerosi brevetti che sono stati concessi in licenza a società leader nella biologia unicellulare e a un software open source molto noto e ampiamente distribuito. La nomina di questo ricercatore di fama internazionale è in linea con l’orientamento tecnologico delle scienze della vita all’EPFL”.
E come Gioele sono migliaia i giovani che ora lavorano all’estero. Un vero e proprio disastro per il nostro paese e non solo dal punti di vista sociale. Perché per formare un laureato, spiega l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia si spendono 95mila dollari. Per un costo complessivo di 11,4 miliardi di dollari investiti dall’Italia e sfruttati dai paesi stranieri dove le condizioni di lavoro sono più allettanti.
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Negli stessi dieci anni, il saldo negativo (tra rientri ed espatri) di giovani laureati è stato di 79mila unità. E sono sempre di più coloro che in possesso di una laurea e giovani (25/34 anni) si recano all’estero: dal 28,5% del 2012 al 45,7% del 2021. La crescita economica e sociale di una nazione dipende anche dal grado di istruzione del proprio popolo.
E in Italia è bene che qualcuno inizi a occuparsi anche di questo aspetto.