Mi sono imbattuta per caso nel percorso di Graziano Lomagistro e del suo “camminAutismo”. Stavo cercando informazioni sull’autismo per comprendere meglio mio figlio e, soprattutto, qualcosa che mi permettesse di sperare.
Stavo cercando un sogno. E l’ho trovato in questo meraviglioso progetto. Sono cresciuta sentendomi dire che dovevo tenere i “piedi per terra”, che il pensiero utopistico non mi avrebbe portato a nulla.
Eppure, dentro di me, ho sempre sentito forte la voglia di credere di poter almeno sperare di andare oltre, il desiderio di non fermarmi davanti alle difficoltà e di provare a cambiare il sistema.
Il “camminAutismo” rappresenta proprio questo: la realizzazione di un sogno utopico. Esisteva davvero una persona disposta a tentare un viaggio, lontano da casa, con ragazzi che normalmente nessuno vuole portare nemmeno in gita?
Graziano Lomagistro è un pioniere, un educatore professionale che ha cercato nuove prospettive e possibilità di sviluppo per i nostri ragazzi.
Il suo percorso come educatore non è iniziato subito; ha lavorato per diversi anni in una multinazionale occupandosi di vendite, e il suo ruolo gli ha permesso di capire una delle sue caratteristiche principali: l’empatia. Graziano è in grado di entrare in contatto con l’altra persona e di capire le sue esigenze.
Il percorso universitario lo porta a scegliere tra le opzioni del corso di laurea in medicina e il percorso di educatore professionale. Dopo la laurea, inizia una formazione sull’autismo presso la cooperativa Valdocco di Torino, e dopo un anno di lavoro sul campo, vince un concorso come educatore professionale in Liguria e inizia il suo percorso in questo campo.
Nel 2015 viene invitato a partecipare a un cammino da Alberto Brunetti dell’ANGSA di La Spezia, che propone per la prima volta il cammino di Santiago. Da quell’esperienza cambia tutto e capisce che serve una progettazione a lungo raggio affinché questo percorso possa avere uno scopo educativo.
Il cammino diventa un’illuminazione, vedere ragazzi con difficoltà gravi affrontare criticità e rigidità e trasformarle in abilità nuove è un’esperienza impagabile.
Ottiene una seconda laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie, due master e nel 2018, rientrato a Torino, crea il “Progetto autonomie” con il quale vince anche un bando. Insieme a sua moglie compra il “Mulino Sambuy”, trasformandolo in una fattoria didattica riconosciuta dalla regione Piemonte e uno dei punti di accoglienza della via Francigena, per i viaggiatori che intraprendono il cammino.
Il Mulino Sambuy è un ente del terzo settore riconosciuto e si occupa di raccogliere fondi per il progetto del camminAutismo, insieme a tante altre attività che vi invitiamo ad approfondire .
Da quel momento il progetto prende una forma concreta, con una strutturazione dal basso e che apre le porte a nuove collaborazioni partendo dalle realtà presenti nella regione Piemonte. Ha il timbro delle Asl Città di Torino e Asl To4 e il patrocinio della regione Piemonte, per un progetto che da riabilitativo diventa abilitativo.
Il cammino non si esaurisce raggiungendo la meta. Il “cammino” è tutto il percorso che questi ragazzi fanno durante l’anno per imparare autonomie, per imparare relazioni, per condividere emozioni con gli altri, difficoltà e conquiste. Per sentirsi parte del mondo.
Mi sono innamorata di questo progetto perché sono riuscita a vedere nella sua essenza. Ho proposto a Graziano Lomagistro di permettere alla nostra associazione, il Mondo di Diegosauro, di affiancarli per portare un progetto nelle scuole d’Italia nella sezione #altuofianco Sostegno. Abbiamo stilato un progetto insieme e da questo è nato un nuovo progetto: “i racconti di camminAutismo”.
Seguirò durante i prossimi mesi gli allenamenti e la preparazione di questi ragazzi e li riporterò utilizzando la C.A.A. Inoltre, stiamo strutturando delle attività extracurricolari e multidisciplinari (storia, geografia, educazione civica).
In Italia esistono moltissimi cammini e abbiamo pensato di trasformarli in attività per le classi, per parlare di disabilità in modo diverso, puntando sulle abilità che ognuno di noi sviluppa quando ha un sogno da realizzare.
E a noi piace sognare in grande.