Gli ultimi anni hanno visto un continuo e costante calo di iscrizioni al liceo classico: sempre meno studenti scelgono questo indirizzo, una tendenza su cui si è generato un ampio dibattito. Fra le diverse personalità che cercano di spiegare le ragioni o trarre le conclusioni del fenomeno, spicca quella di Piergiorgio Odifreddi. Il matematico e divulgatore, noto per opinioni dirette e profonde, ha cercato di inserire la crisi del liceo classico in una più ampia crisi della scuola italiana. Se il problema è sistemico, servono soluzioni sistemiche che possano riformare il sistema educativo, e non solo.
Il liceo classico e la crisi della scuola italiana
Il rapporto fra Piergiorgio Odifreddi e il liceo classico è abbastanza articolato, come egli stesso ha avuto modo di ribadire in un’intervista rilasciata all’Huffington Post . Ancora oggi infatti sono molti i genitori a preferire l’istruzione classica di impronta umanistica, perché ritenuta più valida. In questo modo, però, si accentua una contrapposizione fra materie umanistiche e materie scientifiche che, pur risalendo alla riforma Gentile del 1923, non ha più posto nella scuola contemporanea.
Il problema di un liceo classico in crisi si lega quindi a un modello educativo la cui rivisitazione è diventata necessaria, soprattutto negli ultimi anni. Secondo Odifreddi, in pratica, non si tratta di scegliere fra istruzione umanistica e istruzione scientifica, quanto di riuscire a parlare ai giovani in modo efficace, evitando inutili contrapposizioni. Allo stesso modo, va riformata anche la figura dell’insegnante, che ha bisogno di coinvolgere i suoi studenti senza però trasformarsi in un intrattenitore, di affascinare senza cadere nella tentazione di spettacolarizzare l’insegnamento.
Il ruolo del liceo classico oggi
Si inserisce in questo filo conduttore l’intervento di Piergiorgio Odifreddi alla trasmissione di Massimo Gramellini In altre parole , in onda su La7. Intervistato dal giornalista, il matematico e divulgatore ha continuato il discorso sul liceo classico iniziato anni prima. In particolare, ha detto, alcuni dei vincitori del Premio Nobel per la letteratura non provengono dal liceo classico, quanto da altri indirizzi e altri contesti educativi. Detto in altre parole: l’idea che soltanto la formazione classica possa portare a successi nel mondo culturale è soltanto un mito.
Per Odifreddi è necessario ripartire da questa consapevolezza: il liceo classico è in crisi perché non costituisce più l’orizzonte di riferimento degli studenti. Inoltre, l’educazione deve andare oltre la semplice acquisizione di conoscenze tecniche o professionali e dedicarsi anche all’insegnamento del pensiero critico e logico. Si tratta, insomma, di dare il giusto spazio anche alle competenze non cognitive, sempre più importanti nella scuola di oggi, che lo si voglia riconoscere o meno.
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Insegnare cosa serve per non essere servi
Al netto del ruolo del liceo classico nella contrapposizione fra materie umanistiche e materie scientifiche, Piergiorgio Odifreddi ne riconosce alcuni meriti. Fra tutti, questo indirizzo non si limita ad offrire solide basi culturali e intellettuali, ma fornisce anche alcuni strumenti fondamentali per affrontare il mondo reale. In pratica, il liceo classico insegna cosa serve per non essere servi, che poi dovrebbe essere uno degli obiettivi della scuola nella sua interezza: formare cittadini consapevoli. Si tratta di un’idea molto cara a Odifreddi, che sarà presente alla nuova edizione di EducAbility , il grande evento formativo per docenti e dirigenti scolastici, in cui parlerà di:
- nuovi metodi di insegnamento che sappiano escludere l’indottrinamento;
- come imparare a divulgare senza banalizzare gli argomenti delle lezioni;
- nuovi stili di insegnamento per una didattica che tenga conto delle diversità.
Odifreddi terrà la sua conferenza per EducAbility 2024 a Bari il 15 novembre , in un evento accreditato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nonché valido ai fini della formazione e dell’esonero a scuola. D’altronde, il tema di quest’anno è la didattica e gestione della classe tra inclusione e valorizzazione delle differenze. In una scuola che cambia a ritmi vertiginosi, è importante capire qual è la direzione del cambiamento e adattarsi ai tempi, mantenendo i valori fondanti di un’istruzione quanto mai necessaria.