Qual è il sistema scolastico migliore in Europa? Di certo non è quello italiano, da diversi anni ormai in crisi e con un grande bisogno di trovare una strada efficace nel confronto con la modernità. Molti direbbero quello finlandese, alla cui scuola da tempo si guarda anche qui in Italia.
Secondo i dati del rapporto OCSE PISA , invece, il sistema scolastico migliore in Europa si trova in Estonia. È pubblico e gratuito, altamente organizzato e tecnologicamente avanzato, come conferma la relazione. Ma qual è il suo segreto?
Ne parla la Ministra dell’Istruzione estone, Kristina Kallas, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera .
La scuola migliore in Europa
Come ricorda la stessa Kristina Kallas, gli studenti estoni sono al primo posto in Europa per materie come matematica e scienze. E anche se nel 2022 hanno perso il primato nella lettura a favore dell’Irlanda, rimangono fra i migliori in assoluto. Tanto che, complessivamente, il migliore sistema scolastico d’Europa è proprio quello che si trova in Estonia.
Certo, un conto è gestire una scuola che conta oltre 7 milioni di studenti, come avviene in Italia, un conto è invece una scuola con meno di 200 mila studenti. L’Estonia, ricorda la Ministra dell’Istruzione, affronta tuttavia altre sfide:
Ciascun sistema ha i propri problemi ma, secondo Kristina Kallas, il segreto della scuola estone e del suo successo starebbe non tanto nella scala, quanto nell’organizzazione. E i dati OCSE PISA lo confermano: il 13% degli studenti eccelle in matematica, in Italia solo il 7%; il 12% non raggiunge la sufficienza, contro il 31% in Italia. Un dato che fa riflettere.
Perché la scuola estone funziona?
Stando all’analisi di Kristina Kallas, sono diverse le ragioni che hanno contribuito al successo della scuola estone, certificato anche dai dati OCSE PISA. Questi i principali fattori:
- Attenzione alla prima infanzia. Prima dei sette anni, i bambini frequentano scuole materne in cui non si insegnano competenze specifiche ma si lavora su sviluppo sociale, autonomia e auto-organizzazione.
- Autonomia scolastica e docenti preparati. L’autonomia delle scuole è un pilastro in Estonia, e permette a ciascuna istituzione di scegliere liberamente docenti altamente qualificati in pedagogia.
- Tecnologia e pragmatismo. L’Estonia è uno dei Paesi più digitalizzati al mondo, e pertanto è naturale integrare la tecnologia nel sistema scolastico in modo consapevole ed efficace.
Infine, il sistema scolastico estone adotta anche un particolare approccio all’inclusione e alla coesione sociale: gli studenti frequentano le scuole del loro quartiere indipendentemente dai risultati scolastici. Con alcune ricadute tutt’altro che banali sul lungo periodo: vediamo in che senso.
Uguaglianza e creatività
Parla del successo della scuola estone anche Gunda Tire, responsabile delle valutazioni internazionali e del progetto nazionale PISA/TALIS, in seno al Consiglio per l’istruzione e la gioventù dell’Estonia. Si tratta di un risultato dovuto, innanzitutto, alla storia e alla geografia del Paese europeo:
Ma non è tutto qui, perché proprio l’uguaglianza menzionata nel paragrafo precedente gioca un ruolo fondamentale nell’istruzione. Quasi tutti i bambini frequentano la scuola materna pubblica, che riceve moltissime sovvenzioni dallo Stato e contribuisce a ridurre le disuguaglianze fra i bambini. Di conseguenza, quando essi arrivano nei successivi gradi scolastici, mantengono una base comune.
Vecchi problemi e nuove prospettive
Colonna portante dell’intero sistema scolastico, poi, è anche l’efficace organizzazione delle risorse e della didattica in generale. Ad essere diverso rispetto all’Italia è proprio l’approccio alle diverse anime della scuola, come per esempio:
- il ricorso alla tecnologia, che in Estonia è ormai diffuso da quasi 30 anni e non secondo compartimenti stagni, bensì integrando le competenze digitali in quasi tutte le materie;
- l’equilibrio fra materie tecniche e materie creative, entrambe utili per lo sviluppo dell’individuo e in grado di dare il massimo se coesistono all’interno degli stessi percorsi di studio;
- l’accento sulle competenze non cognitive a scuola e l’importanza del benessere mentale, che si esprime anche in un carico bilanciato in occasione degli esami.
Proprio l’attenzione alle competenze non cognitive, aspetto sul quale l’Italia sta ancora muovendo i primi passi, mostra qual è il segreto del successo del sistema estone. Una scuola che tende a conoscere i suoi studenti, che li aiuta ad esprimere le loro potenzialità, non può che costruire su basi solide il futuro tanto dei giovani quanto della sua stessa società. E ciò, nonostante i punti deboli e i miglioramenti possibili.
Libertà degli insegnanti, libertà della scuola
Ovviamente, anche in Estonia la scuola ha dei problemi, come conferma al quotidiano inglese The Guardian il dirigente scolastico di un liceo:
Questi problemi si affrontano in modo ragionato e lasciando che i ragazzi stessi possano riflettere sul loro comportamento, anche durante le cosiddette “pause cerebrali”. Si tratta di pause dalle lezioni il cui scopo è permettere agli studenti di ricaricare le energie in modo organico alla lezione stessa.
Un discorso a parte merita invece la questione degli insegnanti, vista la grande carenza di docenti caratteristica del sistema scolastico estone. Eppure, da una parte gli insegnanti sono spesso oberati da carichi di lavoro troppo elevati mentre, dall’altra parte, la loro retribuzione è relativamente bassa. Una situazione nella quale anche l’Italia può riconoscersi.
Uno sguardo al futuro
L’importante risultato della scuola estone nell’indagine OCSE PISA è il frutto di diversi fattori, come abbiamo visto. Se da una parte può insegnare molto a un sistema molto più complesso come quello italiano, dall’altra deve anche affrontare le sfide del futuro, come:
- un’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18 anni;
- un prolungamento dell’istruzione tecnica da 3 a 4 anni;
- una migliore formazione generale che aiuti l’accesso all’università e al mondo del lavoro.
Insomma, il modello educativo estone è un ottimo esempio di come visione strategica, autonomia e attenzione al benessere degli studenti possano creare un sistema scolastico di successo. Forse però questo piccolo Paese europeo dimostra anche ciò che spesso qui in Italia è soltanto un ideale: la scuola è un investimento a lungo termine. Non serve a formare il presente degli studenti, ma il loro futuro.