Vincenzo Schettini, docente di fisica e divulgatore scientifico, è di recente intervenuto all’evento “Scienza in Piazza” tenutosi a Battipaglia, in Provincia di Salerno. Come spesso accade, anche questa è stata un’occasione per raccontare l’importanza della scienza nella vita di tutti giorni, e in particolare nella vita dei giovani.
Durante un’intervista con Sud TV , il fondatore del progetto La Fisica Che Ci Piace
ha infatti ricordato come, in un mondo sempre più connesso come il nostro, i giovani sono esposti a informazioni e stimoli continui. Cosa fare allora per sviluppare una maggiore resistenza mentale?
LA SCIENZA DELLA RESILIENZA
Che oggi tutti viviamo immersi completamente nella rete, sottoposti ad un costante bombardamento di stimoli e informazioni, non è certo un mistero. Si tratta di una situazione che colpisce ciascuno di noi ma che, allo stesso tempo, ha conseguenze più profonde sui più giovani. A ricordarlo è Vincenzo Schettini, ospite dell’evento “Scienza in Piazza” di Battipaglia, che condivide alcune riflessioni in merito:
Pensiamo ai giovani, bombardati da stimoli continui. Dovremmo invece invitarli a “gustarsi la noia” senza ricorrere al telefono, ma riscoprendo attività come la lettura, la scrittura, la musica e lo sport.
Diventa quindi fondamentale riscoprire il concetto di resilienza, ossia la capacità di resistere agli attacchi e di mantenere un equilibrio psicologico, a prescindere da ciò che accade fuori. È per questa ragione che la figura del docente è importante: lungi dal limitarsi a trasmettere soltanto nozioni, un insegnante può creare un legame emotivo e motivazionale con gli studenti. Contribuendo al loro benessere e alla loro crescita.
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Resistenza tra fisica e vita
Da resilienza, Vincenzo Schettini passa poi al concetto di resistenza, e in particolare al parallelo fra la resistenza in fisica e la capacità di affrontare le sfide della vita. Continua il divulgatore:
La resistenza è la capacità di un materiale di opporsi al passaggio delle cariche, e gli isolanti hanno maggiore resistenza dei conduttori, perché non si lasciano attraversare facilmente. Bisogna educare ad aumentare il nostro senso di resistenza.
Il linguaggio è metaforico, certo, ma il messaggio è chiaro. Nella vita è necessario essere più degli isolanti, così da resistere meglio ai problemi del quotidiano, più o meno gravi. Essere isolanti, quindi, ma non isolarsi, e cercare di resistere senza lasciarsi abbattere con facilità.
contro la solitudine
Ed è proprio la solitudine che merita un discorso a parte: da un lato si tratta infatti di uno dei problemi più diffusi nella nostra epoca digitale; dall’altro lato è uno dei prodotti di un mondo che vuole definirsi interconnesso, almeno a parole. Cosa fare allora? Secondo Schettini, la chiave per uscire da questo circolo vizioso è l’interazione diretta:
La nostra è la società dell’isolamento: come si supera? Esattamente come si impara una lingua: parlandola, non studiando soltanto la grammatica. Bisogna buttarsi, stringere la mano a qualcuno, fare amicizia: siamo noi che dobbiamo fare il primo passo e alzarci dalla sedia.
Aprirsi agli altri, insomma, è l’unico modo veramente efficace per combattere la solitudine. Si tratta di un insegnamento oggi più che mai necessario, soprattutto per via della relazione così profonda fra i giovani e le nuove tecnologie. Diventando “isolanti”, ma evitando il rischio di isolarsi. Vincenzo Schettini è conosciuto per un metodo didattico che, in classe e sui social, ha l’obiettivo di aiutare i giovani a sviluppare un pensiero critico e riscoprire il valore delle relazioni autentiche. A maggior ragione in un mondo sempre più interconnesso, sempre più chiuso, sempre più bisognoso di apertura.