Il bullismo è uno dei problemi più urgenti della nostra società e, benché non sia circoscritto all’ambito scolastico, proprio all’interno della scuola trova il suo inizio. Lo conferma il Rapporto ESPAD Italia per il 2023 che, insieme ad altri studi, monitora i comportamenti a rischio fra gli studenti della scuola secondaria.
Fra i dati analizzati dall’indagine, i più allarmanti riguardano la fascia d’età in cui cominciano i primi atteggiamenti di bullismo e l’incidenza di genere nel fenomeno. Vediamo di cosa si tratta, con particolare attenzione alle strategie e agli interventi possibili.
Il bullismo inizia presto
Il rapporto ESPAD Italia 2023 conferma come il bullismo e la violenza fra adolescenti siano fenomeni piuttosto diffusi e radicati. Stando all’indagine, infatti, il 46% degli studenti e il 34% delle studentesse con età compresa fra i 15 e i 19 anni ha preso parte a scontri fisici o risse. Si potrebbe pensare che il fenomeno emerga con l’adolescenza, e pertanto nel contesto della scuola secondaria di secondo grado. Così non è.
Secondo i dati del rapporto Health Behaviour in School-aged Children Italia 2022 , il bullismo inizia a presentarsi abbastanza presto nel percorso scolastico dei giovani italiani. In particolare, emerge nella fascia d’età fra 11 e 13 anni, praticamente durante la scuola secondaria di primo grado.
Basterebbe soltanto questo a sottolineare l’urgenza di interventi precoci già nella scuola primaria, con l’obiettivo di prevenire i comportamenti violenti e sensibilizzare le famiglie. Ma la situazione è più complessa.
problematica di genere?
Il titolo del paragrafo è provocatorio, anche perché abbiamo visto come l’incidenza non sia poi così diversa fra studenti e studentesse. Eppure, anche il bullismo può essere considerato una problematica di genere, come emerge dai dati dell’indagine INVALSI .
Il 25% dei bambini infatti dichiara di essere stato vittima di prepotenze almeno una volta a settimana, contro il 17% delle bambine. Allo stesso modo, il 10% degli studenti ammette di aver insultato, escluso o anche soltanto deriso un compagno con regolarità, di contro al 4% delle studentesse.
Un risultato simile si ha prendendo in considerazione le classi con un’alta percentuale di studenti maschi: in questi casi c’è una maggiore incidenza di bullismo, soprattutto verso le compagne. Queste ultime tendono inoltre ad avere maggiori difficoltà a stringere amicizie e nella crescita emotiva.
Strategie e interventi
Nel Rapporto ESPAD Italia 2023 trovano spazio anche i dati sulla violenza giovanile e sul cyberbullismo. Rispetto agli anni precedenti, i numeri sono in aumento e pertanto è ancora più necessario avviare strategie e interventi per contrastare il bullismo.
Sulla questione sono intervenuti in tantissimi, come Umberto Galimberti che ricorda l’importanza della letteratura o il recente esempio di Lucio Corsi, con la sua canzone “Volevo essere un duro”. In verità, contrastare il bullismo non è semplice perché il fenomeno coinvolge cultura, società, famiglia, tecnologia e molto altro ancora. Eppure, per contribuire a limitare la sua portata è possibile:
- educare i bambini e i ragazzi all’empatia e alla gestione delle emozioni, in modo da favorire l’immedesimazione e prevenire gli atteggiamenti aggressivi;
- ridurre il divario fra studenti e studentesse all’interno delle classi, in modo da portare ad un maggiore equilibrio di genere;
- favorire interventi precoci che permettano di identificare il disagio dei bambini e, come dicevamo, intervenire già dalla scuola primaria;
- coinvolgere gli insegnanti, i genitori e gli stessi studenti in campagne di sensibilizzazione e contrasto al bullismo;
- regolamentare l’uso della tecnologia, così da evitare l’abuso che porta al cyberbullismo.
Per arginare il fenomeno del bullismo è fondamentale che la scuola lavori in sinergia con le famiglie e con la società. Soltanto in questo modo sarà possibile dare un senso a dati onestamente sconfortanti, come quelli dei vari rapporti, che tuttavia possono fungere da base solida per azioni concrete. Ed efficaci.