Le intelligenze artificiali rappresentano ormai una parte integrante della nostra società e saranno ancora più importanti in futuro, soprattutto a scuola. Di solito, infatti, si parla delle IA soltanto in relazione al loro uso da parte degli studenti, ma una recente indagine condotta da McGraw Hill e Morning Consult capovolge la prospettiva. Anche gli insegnanti, infatti, sarebbero molto interessati all’uso delle intelligenze artificiali a scuola. Che sia l’inizio di una svolta?
L’indagine
Gli ultimi anni hanno visto un progresso tecnologico senza pari, soprattutto dal punto di vista delle IA e del loro impiego nei settori della vita pubblica. In un contesto scolastico sempre più permeato dal mondo reale, le intelligenze artificiali rappresentano al tempo stesso una sfida e un’opportunità. In particolare, la scuola italiana fatica a trovare un posto alla tecnologia digitale e pertanto risente in misura maggiore dell’impatto di ChatGPT, Gemini e altri strumenti del genere.
Di fronte a queste perplessità McGraw Hill e Morning Consult si sono proposti di approfondire proprio le reazioni dei docenti all’impiego delle intelligenze artificiali nel contesto scolastico. La loro indagine ha coinvolto 1000 insegnanti provenienti da 19 Paesi, e ha restituito un panorama per certi versi sorprendente. In sintesi, se le intelligenze artificiali sono sempre più utilizzate a scuola, c’è una ragione.
insegnanti favorevoli, in buona parte
Infatti, il sondaggio mostra come il 41% dei docenti intervistati ritenga che l’intelligenza artificiale abbia un impatto positivo sull’istruzione. Soltanto il 19% si è mostrato preoccupato, mentre il restante 40% rimane incerto sui rischi e sulle potenzialità dei nuovi strumenti Ma non è tutto qui, perché secondo gli insegnanti raggiunti dall’indagine usare le intelligenze artificiali a scuola potrebbe portare a grandi vantaggi, soprattutto per quanto riguarda:
- automatizzazione delle attività amministrative e burocratiche;
- valutazione dei test e gestione dei voti;
- possibilità di personalizzare il percorso di apprendimento per ogni studente.
Allo stesso tempo, però, ci sono diversi svantaggi che gli insegnanti considerano molto importanti. Da una parte, c’è una grande preoccupazione per l’integrità accademica, che sarebbe compromessa a causa di strumenti come ChatGPT. Dall’altra parte, abusare delle IA generative porterebbe a una limitazione nello sviluppo del pensiero critico degli studenti.
la scuola è pronta per l’AI?
Al netto del gioco di parole, la domanda è solo in apparenza banale. Lo stesso sondaggio di McGraw Hill e Morning Consult mostra gli ostacoli all’adozione dell’intelligenza artificiale a scuola. Alcuni sono i costi elevati per l’introduzione nonché le preoccupazioni sulla privacy e sulla raccolta dati.
La verità è che la scuola italiana non è pronta per l’intelligenza artificiale. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ancora si preoccupa di diramare linee guida per l’uso dello smartphone in classe, mentre di IA si parla a stento e parzialmente. Da una parte abbiamo gli ottimisti, secondo cui ChatGPT potrà persino sostituire gli insegnanti. Dall’altra parte abbiamo i pessimisti, che non credono alle potenzialità dell’intelligenza artificiale.
La verità sta nel mezzo, come spesso accade. Tecnologia e intelligenze artificiali hanno potenzialità enormi ma non sono strumenti asettici da utilizzare con pressappochismo. Se Maestra Genia viene introdotta nella scuola italiana, è fondamentale dotare gli studenti di un metodo di studio serio e consapevole. Soltanto così sarà possibile utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento, e farsi trovare davvero pronti al suo arrivo.