Da diverso tempo, ormai, è possibile misurare l’impatto che le tecnologie digitali hanno avuto nella vita quotidiana di migliaia di studenti. La rivoluzione digitale che tutti stiamo vivendo ha effetti particolarmente pervasivi già a partire dalla scuola, e fin dai primi gradi di istruzione. Se è vero che ormai tutti abbiamo almeno un dispositivo elettronico, allo stesso tempo è necessario riconoscere come insegnare il benessere emotivo serva a formare giovani consapevoli delle nuove tecnologie, e non solo. Ma come fare?
Benessere mentale e digitale
In un mondo sempre più interconnesso, è normale che la scuola diventi terreno di incontro (e di scontro) fra diverse pulsioni. Lo è sempre stato e, a maggior ragione, lo è in un periodo storico come il nostro. La necessità di insegnare agli studenti si scontra con la ritrosia a imparare; l’importanza delle competenze non cognitive si scontra con la velocità del consumo; il ruolo comunitario della scuola si scontra con la fruizione della tecnologia da parte dei singoli.
Se quindi non è possibile chiudere fra parentesi l’apporto del digitale, neanche all’interno di una classe, è necessario agire per trovare un nuovo paradigma educativo. Oggi molti studenti percepiscono l’apprendimento come fonte di ansia e non come un’opportunità stimolante e fondamentale nella loro crescita. Da questo punto di vista la ricerca di un benessere mentale, anche fra i banchi di scuola, non può prescindere dalla ricerca di un benessere digitale. Un equilibrio, insomma.
Per questa ragione, è essenziale introdurre una sorta di apprendimento emotivo nella scuola, anche dalla scuola primaria. Se l’ambiente scolastico permette agli studenti di confrontarsi con la realtà, deve anche fornire gli strumenti perché questo confronto possa avvenire, quantomeno, ad armi pari.
già dalla scuola primaria
La ricerca di un benessere emotivo a scuola è quindi legata allo sviluppo di un’intelligenza emotiva, soprattutto nell’era digitale che tutti stiamo vivendo. Sottoposti ai tantissimi stimoli, spesso non mediati, di Internet e dei dispositivi elettronici, gli studenti hanno bisogno di strumenti per affrontare lo stress e prevenire la depressione. O comunque, per guardare dalla giusta prospettiva alle nuove tecnologie, alle loro opportunità e ai loro rischi.
Un percorso del genere non può che iniziare già dalla scuola primaria, con gli approcci innovativi di alcuni sussidiari che si basano anche sulle competenze non cognitive. Libri come “Nel cuore delle parole” , edito da Cetem del Gruppo Editoriale ELi, parlano già del benessere emotivo grazie a strumenti pensati e adattati per le classi quarte e quinte. Uno di questi è la teoria dei sei cappelli, che insegna agli alunni l’importanza delle diverse prospettive da cui approcciare un problema. Sei diverse prospettive, o sei diversi punti di vista, che diventano essenziali per riconoscere le proprie emozioni, comprendere la loro importanza, e impiegarle nella vita quotidiana.
NEL CUORE DELLE PAROLE
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Come insegnare il benessere emotivo
La teoria dei sei cappelli non serve soltanto ad affrontare un problema guardandolo da diversi punti di vista. Come lo stesso sussidiario “Nel cuore delle parole” mostra, si tratta di una tecnica perfetta per cercare un equilibrio di prospettive. L’esempio è abbastanza classico, e lo abbiamo richiamato nei paragrafi precedenti: di frequente gli studenti percepiscono la scuola e l’apprendimento come fonte di ansia. La guardano, cioè, mediante il cappello nero della critica e degli aspetti negativi. Ma la scuola non è soltanto questo: è libertà di confronto, è creatività, è possibilità di rivedere gli amici, è riconoscimento di un’utilità sociale. Imparare a guardare un problema con diverse lenti permette di comprenderlo meglio, certo, ma anche di comprendere sé stessi e le proprie emozioni al riguardo.
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Questa comprensione poi ha ricadute anche sul cosiddetto benessere digitale, ossia la capacità di guardare alle nuove tecnologie con consapevolezza. Si tratta di un approccio che tutti gli studenti possono ritrovare nei successivi gradi scolastici, dove le ingerenze del mondo reale e del digitale si fanno sempre più forti. E dove il benessere emotivo diventa sempre più importante, soprattutto se appreso già dalla scuola primaria.