Siamo sempre pronti a criticare le nuove generazioni per l’uso smisurato dei social e degli strumenti che consentono loro l’accesso come lo smartphone. Proprio quest’ultimo, tuttavia, non sembrerebbe appetibile per un ragazzino di 12 anni di Bitonto, il quale ha restituito al padre il nuovo cellulare perché preferisce suonare la batteria.
Tutti noi seguiamo le nostre passioni e se lo smartphone in quel momento non suscita particolare interesse in un ragazzino, allora è giusto che non lo usi. A quell’età infatti la rete di amicizie è ancora molto ridotta e proviene soprattutto dall’ambiente scolastico. Lo smartphone non è strettamente necessario.
LA MODA E LA GIUSTA ATTENZIONE VERSO LA TECNOLOGIA
Chi è nato negli anni 2000 si è probabilmente ritrovato uno smartphone o un tablet in mano già dalla tenerissima età. A volte s’ignora o semplicemente non si conoscono gli effetti negativi, soprattutto sui più piccoli. Dopodiché bisogna stare attenti a non demonizzare gli strumenti che permettono a tutti noi di restare connessi col mondo, di lavorare e di avere accesso a diverse fonti di informazione che in alternativa dovremmo pagare con molti soldi.
Questo episodio così peculiare ha raggiunto talmente tante persone che il giornale La Stampa ha intervistato tutta la famiglia. “All’inizio non ho dato peso alla cosa – ha dichiarato il papà Alessandro – mi è sembrato strano solo che anche il secondo giorno il telefono è rimasto lì“. Poi ha deciso di chiedere spiegazioni al figlio, che ha replicato: “Ti sto dando indietro il cellulare, papà, non ne posso più. Mi sono stancato di esser come tutti gli altri“.
All’inizio ovviamente i genitori hanno destato stupore ma subito dopo hanno provato orgoglio per la decisione di loro figlio, così contro corrente rispetto alla massa. Certamente, il ragazzino avrà sempre più bisogno di uno smartphone, altrimenti non riuscirà a svolgere quei servizi oggi molto pratici grazie al cellulare. Inoltre, il web e tutti i servizi a lui collegati, ci permettono di ascoltare brani e fare tantissimo altro con un clic o un tap del dito. Questo è molto importante per un giovane aspirante musicista. Detto ciò, questa vicenda ha destato l’attenzione di tutti e dovrebbe far riflettere anche noi adulti.
QUANDO LO SMARPHONE DIVENTA FONTE DI DISTRAZIONE
Lo stesso ragazzino afferma: “Ho pensato che potevo incentivare le mie passioni, dare più tempo alla batteria, che studio una volta alla settimana, dedicarmi di più ad altro. Sa una cosa? Quando usavo il cellulare, guardavo continuamente l’orologio e il tempo non passava mai, adesso ho il problema contrario: suono la batteria, gioco a tennis più tempo e le ore volano“. sostiene di aver avuto difficoltà solo i primi tre giorni dall’abbandono: “Pensavo sempre a una cosa, adesso non ho più idea neanche di come districarmi fra tutte le cose che voglio fare“.
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In seguito aggiunge: “Secondo me il cellulare è una gabbia, una droga. Col cellulare io vedevo uno schermo, adesso che sto di più fuori, guardo la realtà“. E conclude dicendo di aver provato paura per le eventuali reazioni dei suoi coetanei per la pubblicazione dell’articolo su La Stampa: “Quando ho letto l’articolo, la paura di essere giudicato dai miei compagni di classe c’è stata, rimane. Ma in fondo cosa ho fatto di male? Forse mi sono procurato solo del bene“.
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