La rivista per la scuola e per la didattica
EDUCAZIONE

Anticipare la scuola primaria a 5 anni non è la soluzione

Molti genitori decidono di anticipare l’esordio alle elementari, mandando il loro bambino alla scuola primaria a 5 anni. Spesso questa scelta è dettata dall’impressione che il proprio bambino sia “già avanti” e sia stanco di frequentare la scuola dell’infanzia, oltre alla convinzione che il bambino si stia “annoiando” e sia già pronto per la scuola primaria.

In passato si chiamava “fare la primina”, oggi, i bambini che entrano nella scuola primaria a cinque anni, si chiamano “anticipatari”.

In ogni caso, ecco i motivi per cui si dovrebbe seguire e assecondare lo sviluppo dei bambini ed evitare, invece, di anticipare una tappa così importante della loro vita.

Anno scolastico 2024/25

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

LO SVILUPPO PSICOFISICO

Anche se un bambino sembra pronto per la scuola, non è detto che lo sia. I tempi e le attività della scuola dell’infanzia sono molto più dilatati, il fatto che il bambino riesca con profitto in queste attività non significa che sia già in grado di avere la concentrazione e l’impegno per le attività della scuola primaria. Imparare a leggere e scrivere richiede un grandissimo sforzo, stare seduti per molte ore, è difficile per un bambino piccolo.

Ricordiamo sempre che un anno di sviluppo psicofisico è un salto enorme: passare da cinque a sei anni non è come passare da trenta a trentuno. Si è nel pieno dello sviluppo cognitivo e i cambiamenti, da cinque a sei anni, sono tantissimi. Arrivare nella classe prima con un anno in più di crescita fisica, psicologica e cognitiva, può davvero fare la differenza.

L’ULTIMO ANNO DI SCUOLA DELL’INFANZIA

Anche se erroneamente si crede che nella scuola dell’infanzia si “giochi”, non è affatto vero. Nell’ultimo anno, infatti, si affrontano attività propedeutiche alla scuola primaria, come i pregrafismi, i numeri… un piccolo bagaglio di conoscenze che farà sì che l’ingresso alla scuola primaria non sia eccessivamente “traumatico”.

CIÒ CHE SEMBRA FACILE ORA SARÀ DIFFICILE DOPO

Quando i bambini anticipatari affrontano la classe prima e, inizialmente, non mostrano difficoltà nell’imparare a leggere o a contare, i genitori si convincono di aver fatto la scelta giusta. Esistono, invece, alcuni casi in cui le difficoltà compaiono successivamente. Quando in terza si inizia a studiare o si affrontano argomenti più complessi e impegnativi, la differenza di età con i compagni e quel mancato anno di attività preparatorie nella scuola dell’infanzia, rischiano di farsi sentire.

Alcuni bambini anticipatari necessitano quindi di più tempo e fatica per consolidare i concetti che i bambini “dell’età giusta” apprendono facilmente. E rischiano frustrazione e disagio. Alcuni genitori pensano che quell’anno di scuola “in meno” sia una scelta vincente perché consentirà un accesso anticipato all’università e, di conseguenza, al mondo del lavoro.

Molti genitori pensano che l’ultimo anno della scuola dell’infanzia sia tempo perso perché il loro bambino è pronto. Perché perdere tempo a farlo “giocare” quando potrebbe già andare a scuola a imparare a leggere e scrivere?

Ma se anche la questione fosse il gioco, qual è il problema?

In una società volta al consumismo e alla produzione a tutti i costi, si ritiene quindi giusto e accettabile privare un bambino di un anno di gioco per poterlo inserire precocemente nel mondo del lavoro, una volta adulto. Ma la velocità non è necessariamente positiva.

Giocare è spesso considerato distrattore del serio apprendimento, ma per i bambini il gioco è apprendimento serio: giocare è il lavoro dell’infanzia

Fred Rogers

Persino la pandemia di Covid-19 ci ha insegnato che a volte è necessario rallentare o fermarsi per poter godere di una buona salute. Il tempo del gioco e dell’esplorazione o, in ogni caso, tutto ciò che serve per dare a un bambino gli strumenti necessari per affrontare la vita in modo sicuro, non sono mai tempo perso.

E tu cosa ne pensi di anticipare la scuola primaria a 5 anni? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI

3 commenti su “Anticipare la scuola primaria a 5 anni non è la soluzione”

  1. Sono pienamente d’accordo con voi. I bambini per me dovrebbero addirittura iniziarla la scuola primaria all’età di 7 anni, come si fa in Finlandia se non erro, perché a sei anni hanno ancora voglia di giocare come giusto che sia.
    By Mamma e insegnante

  2. Io credo che non sia giusto generalizzare. Ci sono bambini che effettivamente a 5 anni non sono pronti ad accedere alla scuola primaria e genitori che in un certo qual senso hanno “fretta”. Ci sono però anche bambini che invece hanno bisogno di fare questo salto, e lo dico per esperienza personale.

    Mia figlia è entrata alla scuola primaria a 5 anni e mezzo. Non ha saltato l’ultimo anno di scuola materna, in quanto è entrata anche qui come anticipataria, a due anni e mezzo. Abbiamo preso questa decisione perché la bambina stava iniziando ad annoiarsi. Ci diceva che non le bastava più solo giocare, voleva qualcosa in più, voleva imparare. Lasciarla alla materna avrebbe comportato inoltre dire addio ai suoi amici. Andando alla scuola primaria, ha potuto invece continuare il percorso educativo insieme a loro. Non abbiamo preso questa scelta alla leggera, ma abbiamo valutato con attenzione ogni elemento. Se avessi seguito il volere delle maestre, sarebbe rimasta alla materna e le avrei solo fatto del male. Adesso ha 6 anni e mezzo, frequenta la seconda elementare, ama studiare ed è assolutamente in pari con gli altri bambini della classe. Che dire? Per noi è stata la scelta giusta da fare.

  3. Secondo me è una scelta soggettiva e dipende anche di quanto anticipo si parla. Io per esempio ho un secondo figlio nato il 10 gennaio (quindi solo per 10 gg è considerato anticipatario) che vedendo il fratello alla scuola primaria ha desiderio di emularlo e imparare e lui per primo chiede letterine e numeri.

I commenti sono chiusi.


Ma chi te lo fa fare di insegnare?

Ma chi te lo fa fare di insegnare

Fare l’insegnante è tutt’altro che semplice, fra complessità burocratiche, onnipresente precariato e rischio di burnout. Per questa ragione, una delle domande che i docenti si sentono rivolgere è “ma chi te lo fa fare?”. La questione non è banale, e anzi si lega alle crescenti difficoltà di un mestiere che dovrebbe consistere nel formare gli studenti, e che invece è sempre più difficile da compiere. Se ormai è molto condivisa…

Grembiuli di colore diverso tra maschi e femmine, una nonna non ci sta e scrive al preside: “Perché mantenere ancora la differenza di colore tra bambini e bambine?”

grembiuli di colore diverso

Il grembiule scolastico è uno dei simboli della scuola primaria: utilizzato da tutti gli alunni, costituisce un vero e proprio segno di riconoscimento. Eppure, anche sul grembiule dibattiti e polemiche, come successo di recente per la lettera di una nonna alla dirigenza della scuola primaria di Binasco, in Provincia di Milano. Secondo la donna, il problema non riguarda tanto il grembiule quanto la distinzione di colori fra le bambine e…

In classe ci sono due alunni non vedenti, tutti i bambini imparano il Braille

alunni non vedenti

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rinnovata sensibilità nei confronti degli studenti con disabilità, che ha anche portato a molte iniziative. Il tema dell’inclusione nelle scuole è considerato oggi uno dei più importanti, tanto che la didattica inclusiva è oggetto di numerosi convegni e progetti. Eppure, è nel contesto della classe che l’inclusione può davvero fare degli importanti passi avanti: è questo il caso di una classe dell’Istituto Comprensivo…

In una scuola di Milano gli studenti valutano i professori: è stata annunciata la “pagella dei docenti”

studenti valutano i professori

Il tema della valutazione è uno dei più importanti in ambito scolastico, ma di solito riguarda soltanto gli studenti, con voti e giudizi che indicano un certo livello di preparazione. Eppure, oggi è altrettanto importante anche la valutazione degli insegnanti, come avviene in un liceo di Milano, in cui è stata introdotta la pagella dei docenti. A compilarla non sarebbero i colleghi, come voleva l’ex Ministro Bianchi, né le graduatorie,…

A scuola si impara facendo, l’impatto della pedagogia attiva di John Dewey

John Dewey

A ottobre ricorre l’anniversario della nascita di John Dewey: anche se il nome forse dirà poco ai più, si tratta di una figura che ha avuto un’influenza enorme sulla pedagogia moderna. Dobbiamo infatti a Dewey il concetto del learning by doing: il nuovo approccio, basato sull’idea che gli studenti imparano meglio facendo, è diventato fondamentale nelle moderne metodologie educative. Vediamo allora l’importanza di John Dewey e del suo concetto di…

Un gruppo di maestre “svuota” una libreria acquistando tutti i libri di narrativa e per bambini in vetrina

gruppo di maestre svuota una libreria

Che la lettura sia importante nello sviluppo dei più giovani e nella vita degli adulti, non è certo un mistero. Tuttavia, gli ultimi anni hanno visto una decadenza lenta ma continua di questa pratica, tanto che oggi 6 italiani su 10 non leggono neanche un libro all’anno. Per questa ragione, ogni iniziativa che riesca a portare le persone a leggere (un po’) di più è sempre gradita. Se a Modena…

A Milano c’è un liceo in cui la filosofia verrà insegnata insieme all’intelligenza artificiale

filosofia verrà insegnata insieme all'intelligenza artificiale

Anno dopo anno, la tecnologia digitale e l’intelligenza artificiale stanno diventando una parte sempre più integrante della nostra società. In particolare, le IA si stanno diffondendo in tutti i settori produttivi e della vita sociale, scuola compresa. Se è vero che il 40% degli insegnanti è favorevole all’intelligenza artificiale a scuola, allo stesso tempo bisogna approcciare questa novità in modo consapevole. Diventa essenziale, insomma, preparare gli studenti alle opportunità e…

Fiorella Mannoia confessa di non essere stata una studentessa modello e lancia un appello agli studenti: “Se non leggete saranno gli altri a pensare per voi”

fiorella mannoia

Il rapporto fra studenti e docenti è sempre stato una parte importante delle dinamiche scolastiche, anche nei momenti di tensione. Ne ha parlato di recente anche Fiorella Mannoia, ospite a “La Fisica dell’Amore” in onda su Rai 2. Nel programma condotto dal docente e influencer Vincenzo Schettini, la cantante ha toccato diversi temi, fra cui il rapporto con gli insegnanti e il ruolo che questi ultimi hanno nella crescita degli…

Se un insegnante dà pochi compiti per casa significa che non vuole bene agli studenti

pochi compiti per casa

Non tutti gli insegnanti meritano di essere seguiti: questo il cuore del discorso tenuto da Nicola Gratteri per l’inaugurazione dell’anno scolastico in una scuola di Casola, in provincia di Napoli. Il procuratore della Repubblica ha parlato agli studenti, mettendoli in guardia da alcuni insegnanti e dai pericoli del web, verso cui è fondamentale mantenere un atteggiamento critico. Con un augurio verso i più giovani, che dalla scuola costruiscono il loro…

La scuola è un luogo di disobbedienza verso sé stessi, dove si forgia l’individuo. In terzo superiore non puoi essere vittima del possibile lavoro causato dalla probabile università

luogo di disobbedienza

Oggi sembra che tutti abbiano un’opinione sul ruolo della scuola ma, allo stesso tempo, in pochi ne sono consapevoli. Da una parte, si sente parlare di educazione come strumento per formare i giovani, mentre dall’altra la scuola emerge come soggetto ormai slegato dalle vere esigenze degli studenti. Nel dibattito sul ruolo della scuola contemporanea si inserisce anche la voce di Edoardo Prati, giovane studente di lettere classiche e influencer. Ospite…

great

Quaderni operativi?

X