Tutti sanno che a scuola si va per imparare, eppure per molti studenti la scuola è diventata un luogo di ansie e competizione. Per il pedagogista Daniele Novara sono diverse le cause del problema: ruolo dei docenti, rapporto con gli studenti, voti numerici. Insomma, di fronte a chi vede la scuola come una gara è necessario opporre un nuovo modo di concepire l’istituzione scolastica, a beneficio degli studenti ma non solo.
I problemi della scuola
Che la scuola sia cambiata negli ultimi anni non è un mistero, anche se non è facile capire se lo abbia fatto in meglio oppure no. Nonostante gli sforzi per renderla più affine alla società contemporanea, l’istituzione scolastica continua a basarsi sul controllo e sul giudizio degli studenti. Il simbolo di questo atteggiamento è il voto numerico, aspetto che per Daniele Novara ostacola le motivazioni degli studenti ad apprendere. Il voto contribuisce alla creazione di un ambiente competitivo, e non inclusivo, ma rappresenta anche il duplice approccio freddo della scuola. Da una parte, le lezioni frontali dei docenti; dall’altra parte, l’ascolto passivo degli studenti.
Secondo il pedagogista, è necessario distanziarsi da un approccio del genere. Come Novara ha ribadito sia nel convegno “La scuola non è una gara” sia nelle conferenze di EducAbility , evento organizzato dal Gruppo Editoriale ELi, è necessario un approccio più aperto, più “maieutico”. Di fronte alla valutazione con il voto numerico, è importante lasciar emergere la voce degli studenti.
Il cortocircuito dei voti
Intervistato da Repubblica , Daniele Novara ha criticato in particolar modo l’uso dei voti numerici nella valutazione scolastica. Un numero, sostiene il pedagogista, non può riflettere le vere capacità di uno studente e al contrario finisce per generare in lui uno stato di ansia. Per questo è meglio abolire il voto:
Abolire il voto numerico non vuol dire rinunciare a valutare gli studenti, ma farlo tenendo in considerazione l’evoluzione di un percorso scolastico e le caratteristiche di ciascun alunno. Se un voto cristallizza un singolo momento, la valutazione deve abbracciare l’intera storia scolastica di uno studente. Piuttosto che utilizzare uno strumento che crea cesure e competizione, sostiene Novara, è molto più giusto guardare alla complessità del percorso degli studenti.
“la scuola non è una gara”
Diventa fondamentale allora capire che la scuola non è una gara, come sostiene lo stesso Daniele Novara criticando il modello competitivo attuale. Per questa ragione, sarebbe più auspicabile una scuola che stimoli il lavoro di condivisione e che sostenga il processo socio-affettivo di appartenenza al gruppo classe. Non si tratta di un processo isolato, ovviamente,, ma di un approccio che coinvolge anche la figura dell’insegnante:
Oggi abbiamo dei giovani più intelligenti rispetto al passato e che conducono una vita più sana, ma proprio per questo è necessario puntare sulla prevenzione educativa, anche insieme ai genitori. La scuola è un’istituzione importantissima ma allo stesso tempo va aiutata, per esempio abbandonando alcuni schermi fin troppo datati ma anche iniziando a garantire il benessere degli studenti. E con questo il loro futuro.