Uno dei dibattiti più sentiti all’interno del contesto scolastico, e non, è senza dubbio quello riguardante l’uso della tecnologia fra bambini e adolescenti. Se infatti alcuni vedono nei dispositivi digitali un valido strumento per l’educazione, altri invece mettono in guardia dalle conseguenze di un loro abuso.
La scrittrice Susanna Tamaro, in una recente intervista su Vanity Fair , ha fatto proprie alcune delle preoccupazioni riguardanti la tecnologia, avanzando anche una potenziale soluzione: riscoprire il valore dell’educazione e della scrittura a mano, a partire dalla scuola.
Il perenne dibattito
Le polemiche sull’abuso della tecnologia si legano strettamente al dibattito riguardante l’uso dei social media da parte dei più giovani. Da un lato, è vero che l’accesso a queste piattaforme in Italia è vietato ai minori di 14 anni, pur nella difficoltà di un controllo efficace e mirato. Dall’altro lato, l’approccio che punta a vietare gli smartphone a scuola ha molti sostenitori, ma anche molti critici.
C’è chi ritiene che i social media abbiano un’influenza negativa sulle competenze sociali degli studenti, come Anna Oliverio Ferraris, e chi invece pensa che l’uso dei social debba diventare una materia scolastica, come Milena Gabanelli. Le due posizioni sono chiare: da una parte l’attenzione sui potenziali rischi della tecnologia, dall’altra il focus sui vantaggi di un utilizzo consapevole.
La riflessione di Susanna Tamaro parte proprio da questo punto: vietare tout court l’uso di uno strumento non può costituire una soluzione efficace. Certo, può rappresentare un passo talvolta necessario, ma che non agisce sulla radice del problema. Cosa fare allora?
Ripartire dall’educazione
La necessità di affrontare il problema alla radice, continua Susanna Tamaro nell’intervista a Vanity Fair, sposta il focus del dibattito dalla tecnologia al ruolo dell’educazione. Queste le parole della scrittrice:
Diventa quindi fondamentale riportare le virtù nel discorso sociale, nel tentativo di indicare ai ragazzi una strada che sappia aiutarli ad affrontare la vita quotidiana. Soltanto da questo punto di vista le restrizioni all’uso dei social media e il divieto dello smartphone a scuola diventano utili.
La scrittura a mano
Se però da un lato si vietano i social e gli smartphone, dall’altro è necessario fornire ai giovani delle alternative. Per Tamaro è importante tornare a riscoprire la lettura e l’educazione ai valori morali, vera chiave per contrastare la deriva contemporanea, e unico modo per riportare al centro il ruolo dell’educazione.
Entra in gioco anche il ritorno alla scrittura a mano, che rappresenta molto di più che una semplice sequenza di gesti o una mera abitudine. Continua la scrittrice:
Scrivere a mano non è soltanto una competenza pratica, ma un modo per entrare in contatto con sé stessi e sviluppare, allo stesso tempo, concentrazione e creatività. Due competenze che rischiano di scomparire nel momento in cui i giovani vengono assorbiti perennemente da piattaforme in cui la fruizione è passiva.
Con il suo appello, Susanna Tamaro invita quindi a riflettere sull’impatto che l’abuso della tecnologia ha nella formazione dei giovani. E se basta uno smartphone o un social per influire negativamente sulla loro crescita, allora basta anche un piccolo gesto per invertire la tendenza.
Come iniziare a scrivere a mano.