Immagina. Sei Nico Acampora e hai fondato PizzAut, una pizzeria (e che pizzeria, pizze gourmet, dolci e altre prelibatezze) che ha dietro un gran bel progetto: “avviare un laboratorio di inclusione sociale attraverso la realizzazione di un locale gestito da ragazzi con autismo affiancati da professionisti della ristorazione e della riabilitazione” (dal sito). Una sera, da dietro le siepi del tuo locale, si sentono voci che deridono i tuoi ragazzi, li prendono in giro, fanno “gne gne gne”. Qual è la tua reazione?
La reazione del proprietario
Chiunque si sarebbe indignato, arrabbiato, avrebbe probabilmente reagito in modo colorito e veemente: non Nico Acampora, che alla presa in giro reagisce con un sorriso. E non solo, con l’offerta di una pizza… Questi bulli, lui, infatti, li invita nella sua pizzeria! “Volevo dire ai ragazzi del ‘gne gne gne’ di venire a trovarci… sarete miei ospiti, vi offriremo una cena buonissima ed un’esperienza bellissima…e chissà mai decidiate di venire a fare i volontari per PizzAut, un modo fantastico per combattere la noia. Vi aspetto ragazzi…abbiate almeno il coraggio di venire a mangiare gratis” ha dichiarato.
La ricetta contro i bulli
I ragazzi di PizzAut hanno creato una pizza, la Gne gne gne, dedicata a coloro che vigliaccamente, da dietro una siepe, li hanno presi in giro. Una pizza semplice ma con dettagli curiosi: pomodoro, mozzarella fior di latte, carne allo spiedo, pomodorini, basilico ma anche una punta di salsa yogurt, acida come quei bulli codardi. Nico li ha invitati a mangiare gratis, ma siamo tutti sicuri che purtroppo il coraggio di porgere delle scuse non lo avranno.
L’inclusione, a scuola e fuori
Il progetto di PizzAut è l’inclusione, la costruzione dell’autostima e dell’autoefficacia in questi ragazzi. È bello che ci siano attività commerciali che portino avanti ciò che inizia a scuola: un lungo percorso in cui i ragazzi con autismo sono inclusi nella società e non solo inseriti, hanno un ruolo e pianificano la loro vita. A scuola l’inclusione viene praticata attraverso attività didattiche e ludiche , sostenuta da libri che sposano totalmente l’idea di inclusione. Già, perché per giungere all’inclusione ci sono voluti moltissimi anni e passaggi diversi (e dolorosi). Per quanto riguarda i disabili a scuola, si è arrivati all’inclusione dopo un percorso fatto di un’iniziale esclusione, che poi si è tramutata in separazione, inserimento e poi integrazione. Ma perché vi sia una inclusione totale c’è ancora moltissimo lavoro da fare.
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Cambiamo il nostro sguardo
Di fronte all’autismo c’è ancora, quindi, molto timore, dovuto alla non conoscenza. Cerchiamo di sostituire l’imbarazzo con la meraviglia. La compassione con la voglia di sapere di più. Le persone con Autismo hanno un modo di approcciarsi alla realtà che può essere difficile da capire ma anche affascinante. A volte non è possibile comprendere queste modalità nemmeno in una vita intera. Ma iniziamo semplicemente così: facendoci meravigliare e sbalordire da esse.