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Cellulari vietati a scuola anche per scopi didattici, esulta l’associazione dei presidi: “Così ora gli alunni saranno più concentrati”

Dopo l’annuncio delle linee guida del febbraio 2024 link esterno, il Ministro Valditara si prepara a vietare del tutto i cellulari nelle scuole elementari e medie. Come riporta il Corriere della Sera link esterno, non sarà consentito neanche l’uso didattico prima delle scuole superiori, e anzi ci sarà anche un ritorno al diario cartaceo nella scuola primaria. Si trova in accordo con il divieto Attilio Fratta, presidente del sindacato Dirigentiscuola, che propone anche alcune soluzioni per evitare l’abuso dello smartphone a scuola.

la posizione di Fratta di dirigentiscuola

Di fronte alla consapevolezza che l’abuso dello smartphone può creare enormi problemi ai ragazzi, e non solo, il presidente di Dirigentiscuola ha già pronta una soluzione. In un’intervista rilasciata al quotidiano il Messaggero, innanzitutto Fratta sostiene che neanche dovrebbe sussistere la necessità di una norma ad hoc: i rischi dovrebbero essere chiari a tutti. E, alla domanda su come convincere i ragazzi, risponde:

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Con il divieto e con le sanzioni. I ragazzi vengono informati sulle relative punizioni, devono sapere cosa succederà e a che punto dovranno assumersi la loro responsabilità. Chi viene sorpreso al telefono, quando non è concesso, deve essere punito. La parola d’ordine è educazione.

Sarà necessario tanto tempo per cambiare le abitudini dei ragazzi, certo, ma per Fratta non c’è altra soluzione. I giovani d’oggi, continua, sono abituati all’impunità: riportare in auge divieti e sanzioni appare come l’unica soluzione efficace. Ma lo è davvero?

Educare i ragazzi al bello

Al centro della questione affrontata dal presidente di Dirigentiscuola c’è il rapporto fra la scuola e gli studenti. Da una parte, infatti, dare il cellulare ai bambini finisce per rendere quel dispositivo più importante dell’educazione stessa; dall’altra parte, invece, spesso sono gli insegnanti a manifestare quella dipendenza dalla tecnologia che invece critichiamo nei più giovani. Fratta continua:

La scuola serve per crescere e imparare, non per mandare messaggi e chattare. […] I ragazzi hanno bisogno del bello: educhiamoli alla musica, all’arte, alla cultura. Non lasciamoli davanti allo smartphone.

Come traspare dalle sue parole, persino gli adulti hanno una parte di responsabilità per l’abuso dello smartphone da parte dei giovani. Proprio per questa ragione, vedere soltanto nel divieto e nella sanzione la soluzione al problema potrebbe anche costituire un approccio superficiale, diverso rispetto a quello di altri Paesi. E non è detto che sia quello di cui i ragazzi hanno bisogno.

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Il ruolo delle famiglie

In effetti, lo stesso Fratta concorda nel dire che il problema non risiede esclusivamente negli studenti e nel loro rapporto con lo smartphone. L’abuso della tecnologia sarebbe da intendere, quindi, come parte di un problema più ampio radicato anche nella famiglia, che tende a giustificare i figli invece di collaborare con la scuola. Il mancato controllo a casa tuttavia può portare a ulteriori problemi:

I ragazzini giocano con lo smartphone senza filtri né controlli, e non dobbiamo meravigliarci se poi accadono gesti assurdi, violenti, tutti poi puntualmente ripresi dal video. Ecco tutte le conseguenze di un uso distorto del cellulare. Purtroppo però i genitori hanno da fare e spesso mettono i bambini davanti al cellulare.

Con maggiori divieti e un ruolo più attivo da parte delle famiglie, sostiene Attilio Fratta, dovrebbe essere possibile contrastare l’abuso dello smartphone a scuola. Da questo punto di vista, però, la circolare del Ministro Valditara e l’auspicio del presidente Fratta non possono che rappresentare soltanto dei primi passi. Il rischio è, come spesso accade, che il divieto e le sanzioni rendano più appetibile e desiderabile l’uso dello smartphone a scuola. Lo stesso comportamento, ossia, che vorrebbero vietare.

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