La rivista per la scuola e per la didattica
OPINIONI

Classe prima a cinque anni, sì o no? L’anticipo secondo Stefania Andreoli

Il Ministero dell’Istruzione, in Italia, dà la possibilità alle famiglie di iscrivere i propri bambini alla classe prima della scuola primaria se essi compiono il sesto anno di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. In questo modo, i bambini inizierebbero la scuola primaria nell’anno in cui hanno compiuto cinque anni e ne compirebbero sei ad anno scolastico già abbondantemente avviato. È un’opportunità che indubbiamente fa riflettere molti genitori, specialmente di bambini nati entro il mese di gennaio (statisticamente la maggior parte degli iscritti in anticipo).

La scelta spesso avviene anche sotto consiglio delle insegnanti della scuola dell’infanzia, che danno il proprio parere a genitori dubbiosi che si pongono la fatidica domanda: “Mio figlio è pronto o no?”.

Le motivazioni delle famiglie

Anno scolastico 2024/25

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Alcuni genitori che propendono per l’anticipo lo fanno perché ritengono che il proprio bambino, nella scuola dell’infanzia, alla fine del penultimo anno inizi ad “annoiarsi” o sia cognitivamente già pronto per intraprendere la classe prima. Altra motivazione ben più lungimirante e, se vogliamo, pessimista, è il fatto che un anno di scuola risparmiato sarebbe utile nel caso in cui, più avanti nel percorso di studi, eventuali intoppi o bocciature facessero perdere un anno di scuola. Ciò che alletta le famiglie è, inoltre, la possibilità di che il proprio figlio entri all’università un anno prima e quindi si laurei in anticipo. I detrattori di questa idea, invece, sostengono che sia sbagliato privare i bambini di un prezioso anno di gioco e di crescita, che i bambini “anticipatari” non siano realmente pronti per la scuola primaria e la loro differenza di età con i compagni, seppur di pochi mesi, prima o poi si farà notare durante il percorso scolastico.

Non è vero che nella scuola primaria si smette di giocare

Stefania Andreoli, psicologa, psicoterapeuta e analista lavora da molti anni con famiglie, bambini e adolescenti. Grande esperta del mondo dell’infanzia e mamma, ha espresso il suo pensiero sull’anticipo della scuola primaria. La psicoterapeuta, infatti, sostiene che sia sbagliato pensare che iscrivere i bambini alla classe prima a cinque anni significhi privarli del gioco: in questo modo si identifica in modo negativo l’esperienza della scuola primaria “perché vuol dire partire dal presupposto che la scuola sia dolore e ginepraio di sofferenze” e, inoltre, questa idea sia falsa. I bambini, effettivamente, non smettono di giocare quando intraprendono la scuola primaria, sono semplicemente differenti i tempi, gli spazi e le modalità in cui il gioco avviene.

PARTECIPA ALL’EVENTO EDUCABILITY SULLE SOFT SKILLS PER LA SCUOLA, TRA I RELATORI ANCHE STEFANIA ANDREOLI

Ogni caso va esaminato a sé

Non tutti i bambini nati entro aprile, tuttavia, sono pronti per la classe prima. Andreoli racconta la sua esperienza come mamma alle prese con l’iscrizione della propria figlia alla scuola primaria: “Mia figlia è di febbraio, e anche noi all’epoca ci pensammo, però non trovammo che fosse predisposta”. La psicologa sostiene, quindi, che sia necessario conoscere a fondo il proprio figlio e che una eventuale iscrizione anticipata alla scuola primaria sia da valutare in base a quanto il bambino si senta effettivamente pronto e famiglia e insegnanti insieme si trovino in sinergia con questa valutazione.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Bisogna vietare i social ai più giovani e ritornare all’alfabetizzazione riscoprendo la scrittura a mano

vietare i social ai più giovani

Uno dei dibattiti più sentiti all’interno del contesto scolastico, e non, è senza dubbio quello riguardante l’uso della tecnologia fra bambini e adolescenti. Se infatti alcuni vedono nei dispositivi digitali un valido strumento per l’educazione, altri invece mettono in guardia dalle conseguenze di un loro abuso. La scrittrice Susanna Tamaro, in una recente intervista su Vanity Fair , ha fatto proprie alcune delle preoccupazioni riguardanti la tecnologia, avanzando anche una…

Cos’è lo Spaced Learning e perché può migliorare l’uso del tempo in classe

spaced learning

Una delle innovazioni più interessanti nel campo dell’educazione riguarda il cosiddetto spaced learning, una metodologia educativa che riguarda un uso strategico del tempo di apprendimento. Si tratta infatti di un approccio che promette di potenziare il ruolo della memoria a lungo termine ma, allo stesso tempo, di migliorare la parte applicativa delle conoscenze teoriche. Vediamo di cosa si tratta, e se davvero è può massimizzare l’efficienza del processo educativo. Cos’è…

Il 50% degli studenti diplomati è senza competenze adeguate. Lo dice l’Istat

senza competenze adeguate

L’ISTAT ha pubblicato il report “I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani”. In particolare, l’indagine dell’istituto di statistica si concentra sulle prestazioni scolastiche degli studenti italiani che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Come ci si può aspettare, i risultati sono altalenanti ma, ancora una volta, mostrano un’Italia spaccata in due. Italia spaccata in due Secondo il report pubblicato dall’ISTAT , infatti, c’è…

Le nuove parole usate dai giovani su TikTok entrano nel dizionario Treccani

nuove parole usate dai giovani

Una lingua naturale è un sistema vivo che contribuisce ai cambiamenti della società e da essi è influenzato. Questa dinamica vale anche nel caso dei social media, per esempio TikTok, che spesso contribuiscono ad arricchire l’italiano con nuovi termini utilizzati da migliaia di persone. Lo ha sancito anche la Treccani, che nella sua enciclopedia ha voluto includere alcuni dei termini più diffusi sulla piattaforma. La cultura si sviluppa sui social…

Il ceffone dato per educare è un falso mito da sfatare. La vera educazione è sostituire lo schiaffo con la parola

ceffone

I bambini sono noti per la loro energia e la voglia di giocare, una tendenza che può sfociare in capricci, disobbedienza e mancanza di rispetto per le regole. Al loro comportamento può anche aggiungersi la fatica accumulata dai genitori durante il giorno, che rischia di portare a reazioni esagerate da entrambe le parti. All’improvviso, insomma, un genitore può ricorrere al cosiddetto “schiaffo educativo”. Ma siamo sicuri che sia una buona…

Il Giorno della Memoria nella scuola primaria, alcune attività da fare in classe

giorno della memoria

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, in ricordo del genocidio del popolo ebraico commesso dal Nazifascismo. Si tratta di una giornata internazionale dedicata alle riflessioni sulla Shoah e sui temi della discriminazione, del razzismo, della solidarietà. Il ricordo di quanto successo durante la seconda guerra mondiale è parte importante delle attività scolastiche del mese di gennaio. In particolare, la scuola primaria ha l’opportunità di avvicinare gli alunni…

Dietro un 5 c’è uno studente da 8 o 9 che si è accontentato

studente da 8

L’idea che un docente abbia il solo compito di spiegare un argomento e verificare le competenze di uno studente è ormai radicata nel passato della scuola. Com’è giusto che sia, oggi un insegnante è anche un maestro di vita che ha l’obiettivo di spronare i suoi alunni a dare il meglio di sé. Soprattutto quando sono essi stessi a non vedere le loro potenzialità. Di recente il docente e influencer…

Come spiegare la Shoah ai bambini

Shoah ai bambini

La Shoah è uno degli eventi più drammatici che hanno segnato il ventesimo secolo, e le cui ripercussioni si possono rilevare ancora oggi. Sono state tantissime le iniziative che negli anni hanno cercato di mantenere vivo il ricordo dello sterminio del popolo ebraico, come l’istituzione del Giorno della Memoria e i tanti progetti dentro e fuori la scuola italiana. Detto questo, com’è possibile commemorare il Giorno della Memoria nel contesto…

Vedo i giovani che vogliono tutto e subito ma non hanno più un riferimento

giovani che vogliono tutto e subito

Il rapper Marracash, intervistato dal quotidiano La Stampa , ha presentato il suo ultimo album di inediti ma, allo stesso tempo, ha affrontato il rapporto dei giovani con il successo e con il fallimento. Dietro agli artisti che non riescono a reggere le pressioni dovute alla notorietà, sostiene Marracash, c’è una società della quale troppo spesso si sottovaluta l’impatto sulle nuove generazioni. Già a partire dalla scuola. L’apparenza dei social…

Gruppo Editoriale ELi, leader di mercato nell’editoria scolastica per la scuola primaria e unico produttore di giochi didattici in Italia

gruppo editoriale eli leader

Il Gruppo Editoriale ELi da quasi 50 anni realizza libri e materiali didattici per alunne e alunni delle scuole dell’obbligo del sistema italiano: la ELi è infatti leader nazionale nel settore della Scuola Primaria, mentre ha importanti quote di mercato in alcune materie della Scuola Secondaria, tanto di Primo quanto di Secondo grado, come le lingue straniere o l’enogastronomia. Il Gruppo ELi è anche l’unico gruppo editoriale didattico italiano a…

great

Novità Invalsi 2025

X