Da insegnante mi interrogo sempre su quali siano gli obiettivi e le abilità che voglio raggiungere e far emergere nei miei alunni e nelle mie alunne, quali competenze voglio che facciano proprie. Di conseguenza, mi chiedo come posso impostare la didattica in modo da favorire tutto ciò, nella consapevolezza che ogni proposta va poi calibrata sulla classe e sulle necessità che racchiude. Nel caso che sono qui a esporre la disciplina di riferimento è geografia, la classe una quarta primaria e il contenuto il clima in Italia.
Date queste premesse capisco che prima di tutto vorrei che i bambini e le bambine sapessero individuare il nostro Paese su una cartina, conoscere i continenti, la loro collocazione geografica e magari per ciascuno conoscere qualche particolarità. Poi, vorrei che sapessero che anche se l’Italia fa parte della fascia temperata, la conformazione del suo territorio, tra Alpi e Appennini e l’essere una penisola, fa sì che al suo interno si possano distinguere divere fasce climatiche.
Non sono per un apprendimento mnemonico, non voglio un elenco sterile dei fattori e degli elementi del clima o una vaga lista della spesa su quali sono le fasce climatiche italiane; quello che vorrei è che gli alunni e le alunne riuscissero davvero a cogliere come la morfologia diversificata del nostro Paese ne influenzi il clima. Vorrei anche che sapessero riflettere sulle informazioni che traggono dal libro e le sapessero contestualizzare rispetto alla propria esperienza personale.
Dico loro di cercare di non essere spugne che assorbono e assimilano ciò che leggono senza rifletterci sopra, ma di usare il senso critico, di porsi e porre domande. Così, possono arrivare a dire che è vero che nella regione padana c’è spesso la nebbia perché è la regione in cui vivono e della nebbia ne hanno fatto esperienza. Oppure, considerare che se in gita andranno a Genova che fa parte della regione Ligure Tirrenica ci si può aspettare di trovare il vento. Vorrei anche che sapessero riflettere sui problemi relativi alla tutela del patrimonio naturale e culturale riuscendo a trovare soluzioni che già loro piccoli possono attuare.
A tutto ciò aggiungo la consapevolezza che ognuno impara a proprio modo e che la diversificazione della didattica e delle proposte aiuta ad andare incontro un po’ a tutti gli stili cognitivi. Sappiamo bene che per alcuni alunni e alunne mettersi davanti al libro e imparare viene facile, per altri invece è un ostacolo, senza bisogno che ci sia necessariamente un disturbo dell’apprendimento.
Per realizzare tutto ciò serve un punto di partenza e di solito un docente lo cerca nel libro di testo. Io ho scelto di adottare Mondo 2030, un sussidiario che sa rispondere bene alle mie esigenze. Sa incuriosire subito con i supporti video che non sfuggono ai bambini e alle bambine che chiedono di guardarli con entusiasmo. Sono un ottimo strumento che aiutano coloro che hanno uno stile di apprendimento visivo.
Inoltre, consentono di fare un viaggio virtuale nei territori studiati ed entrare nelle diverse tipologie di ambiente che animano il nostro pianeta e permettono ai bambini e alle bambine di vedere e capire di più rispetto a quello che possono fare le sole parole o le sole fotografie. Per non parlare delle numerose domande che attivano nei bambini e nelle bambine e che stanno a significare che sono delle menti attive e curiose.
Il sussidiario, inoltre, stimola alla comprensione dei testi grazie a domande guida che permettono agli alunni e alle alunne di fare il punto e individuare i concetti chiave anche lavorando in autonomia per imparare ad imparare. Gli approfondimenti di educazione civica, ben impostati e che rimandano all’allegato “Un Quaderno per l’Educazione Civica” consentono di sensibilizzare alle tematiche di tutela ambientale e far capire che non è necessario aspettare di diventare adulti per fare la differenza, ma che si inizia fin da piccoli attraverso semplici ma importanti gesti.
Gli esercizi operativi stimolano la riflessione, in particolare ho apprezzato quello che mette in chiaro la differenza tra clima e tempo meteorologico, spesso trattati dai media come intercambiabili ma che tali non sono.
Mescolando tutto ciò e a conclusione del supporto dato dal sussidiario, nasce l’idea del “Sapientino” e la volontà di avviare un progetto interdisciplinare che colleghi tecnologia, una didattica STEAM e geografia in modo che i bambini e le bambine possano imparare facendo.
L’idea non è mia, in rete si trovano versioni perlopiù riferite alle regioni d’Italia. Io l’ho adattata creando due schede: la prima sui fattori e gli elementi del clima, la seconda sulle fasce climatiche. Questa impostazione ha fatto nascere spontaneamente il commento nei bambini e nelle bambine: tenendo la base, possiamo creare tutte le schede che vogliamo.
Ultimo elemento che mi ha portato a tale proposta è riferito all’analisi del mio gruppo classe. Ora siamo in quarta, ma fin dalla prima avevo notato una certa difficoltà nella motricità fine, nel fare con le mani e così cerco sempre di proporre attività diversificate per stimolare l’uso delle dita e la coordinazione oculo-manuale.
Come ho realizzato il Sapientino
Ho iniziato dalla base. Materiale occorrente: un cartoncino più grande delle schede seguenti, del filo di rame, un LED, una batteria a bottone.
- Tenendo il cartoncino in verticale, fare due piccoli fori al centro in alto per far passare le stanghette del LED.
- Girare il cartoncino in modo da vedere le stanghette del LED.
- Avvolgere il filo di rame intorno alla prima stanghetta e far percorrere tutto un lato lungo del cartoncino fino alla base, dove attraverso un altro buchino si farà uscire il filo di rame.
- Avvolgere il filo di rame intorno alla seconda stanghetta del LED e far percorrere il lato lungo fino a metà. Qui tagliare il filo di rame e inserire la batteria.
- Con un altro pezzo di filo di rame fissato sopra la batteria (in modo che il circuito si possa chiudere correttamente) percorrere il lato fino alla base in cui fare un altro foro da cui far uscire il filo di rame.
- Girare il cartoncino dalla parte del LED. Le estremità dei due fili di rame possono essere avvolte intorno a due graffette in modo da facilitare il contatto.
A questo punto si passa alle schede. Per le regioni climatiche io ho fotocopiato l’immagine a colori dal libro di testo Mondo 2030.
MONDO 2030
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- Prendere un cartoncino più piccolo della base.
- Incollare la cartina e le tesserine con i nomi delle fasce climatiche.
- Suggerisco di procedere passo passo in modo che i bambini non facciano i collegamenti sbagliati.
- Fare un foro sulla prima scritta e uno sulla regione corrispondente. Inserire in ciascun foro un fermacampione, ruotare la scheda e collegare con il filo di rame le stanghette dei due fermacampioni.
- Verificare se il collegamento funziona. In caso affermativo, coprirlo con il nastro isolante e procedere così con tutte le altre regioni.
In questa attività la mia classe si era trasformata in un vero laboratorio. È vero che ogni bambino faceva il suo, ma questo non ha impedito che si verificassero continue collaborazioni, richieste e offerte d’aiuto. A volte bisogna ripercorrere tutto il lavoro fatto per capire perché il LED non si accende, e se c’è un compagno o una compagna al tuo fianco che ti aiuta nell’analisi dei diversi passaggi il tutto risulta più stimolante.