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MINDFULNESS

Come usare la flashcard di Mindfulness di Finestre sul Mondo

Alla classe che adotta il sussidiario delle letture di quarta e quinta primaria Finestre sul Mondo viene fornito un set di Flashcard che costituisce un utile strumento per rappresentare, sia in formato cartaceo sia in formato digitale (da proiettare alla LIM), tante tipologie di informazioni. Le Flashcard sono uno strumento potente e flessibile per memorizzare e ripassare determinati argomenti e per far riflettere su contenuti importanti, stimolando attivamente gli alunni e le alunne.

È possibile utilizzarle per giocare dividendo la classe in squadre. L’immagine sul fronte evoca subito l’argomento in questione; le domande stimolo o le informazioni sul retro aiutano nell’approfondimento. Le flashcard legate a questo corso affrontano tre tematiche: Arte, Educazione Civica e Mindfulness.

Un utile strumento didattico

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Le Flashcard costituiscono un utile strumento per presentare stimoli e informazioni diversi. Sono infatti uno strumento semplice e immediato che permette di memorizzare e ripassare determinati argomenti, ma anche di creare in classe dei momenti di riflessione, confronto e condivisione su un tema preciso. Ogni carta presenta infatti sul fronte un’immagine che evoca subito l’argomento proposto, mentre le domande stimolo e le informazioni sul retro guidano all’approfondimento. È possibile utilizzare questo strumento anche per giocare, dividendo la classe in squadre e coinvolgendo alunni e alunne che solitamente intervengono poco.

Le flashcard di Mindufulness

Le flashcard di Mindfulness approfondiscono il tema dei rapporti interpersonali focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che vanno presi in considerazione e trattati in modo sistematico con gli alunni e le alunne, per permettere loro di vivere e sperimentare in prima persona la conoscenza di sé, degli altri e di alcune dinamiche emotive e relazionali che entrano a far parte dei legami e dei rapporti quotidiani.

Nello specifico, attraverso lo strumento delle Flashcard si è scelto di favorire momenti di riflessione e di confronto su temi come la rabbia, il conflitto, il giudizio sugli altri, l’empatia e la fiducia in sé stessi. Legati dal filo conduttore della consapevolezza e del riconoscimento di sé, del proprio “modo di essere” e “di stare” all’interno delle relazioni quotidiane, i temi trattati si sviluppano lungo un percorso che permette di accompagnare gli alunni e le alunne verso una più consapevole presa di coscienza di sé e degli altri, e quindi della natura dei legami e dei rapporti che naturalmente nascono, si sviluppano ed evolvono all’interno dei contesti di vita entro i quali sono immersi.

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Come utilizzare la flashcard di Mindfulness

Partendo da uno stimolo visivo (il disegno sul dorso della carta) è possibile indirizzare l’attenzione degli alunni e delle alunne sul tema proposto, presentato anche dal “titolo” della carta, e iniziare a raccogliere le idee e le aspettative che si creano già semplicemente osservando l’immagine. Una serie di domande stimolo, poi, permette di approfondire il tema in oggetto e offre l’occasione a ciascun bambino e a ciascuna bambina di esprimersi in modo libero portando e condividendo le proprie riflessioni, le emozioni e le suggestioni sull’argomento trattato.

Oltre alle domande proposte, in base al gruppo classe, ai percorsi didattici attivati e agli obiettivi fissati dall’insegnante, si potranno aggiungere e integrare ulteriori quesiti o spunti di riflessione, in modo da poter adattare in maniera flessibile lo strumento e il lavoro ai bisogni e alle reali necessità del gruppo classe. Sarà inoltre compito dell’insegnante valutare se, oltre alle riflessioni generali, attivate dalle domande stimolo presenti sulle carte (volutamente poste in modo generico), sia opportuno lasciare spazio per raccogliere anche le esperienze personali dei bambini e delle bambine che si sentiranno stimolati nel volerle condividere.

LEGGI ANCHE: Insegnare con la Mindfulness, come stabilire una cultura della consapevolezza nella scuola primaria

LA RABBIA

«Se tu sapessi ciò che la tua rabbia ti sta facendo, fuggiresti da lei come dal peggior veleno»

rabbia

La rabbia è una delle emozioni primarie, ovvero innate e universalmente riconosciute: come le altre (gioia, tristezza, sorpresa, disgusto e paura) è di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’essere umano, in quanto ci permette di leggere dei segnali che, dal nostro corpo, ci indicano quale atteggiamento e quali comportamenti mettere in atto nei confronti dello stimolo che ha dato origine all’emozione stessa (qualcosa di positivo o di negativo? Può farmi bene o farmi male? Resto, attacco o scappo?). È impensabile, pertanto, cercare di non provare mai rabbia, di eliminare tale emozione dal ventaglio delle nostre esperienze, ma ciò che è importante è invece provare a non lasciarci travolgere da essa, per non rischiare di pensare e di agire influenzati e condizionati dalla stessa, senza riuscire a mantenere la lucidità mentale per affrontarla. Per non soccombere e non farci avvelenare, è importante innanzitutto riconoscere i segnali di attivazione del nostro corpo, e successivamente trovare modalità, strumenti e strategie che ci permettano di lasciarla fluire e a poco a poco estinguere.

NON GIUDIZIO

«Prima di giudicare una persona, cammina tre lune nelle sue scarpe»

non giudizio

L’antico proverbio del popolo Sioux ci invita in maniera concreta a ragionare e a riflettere sulla necessità di prendere molto tempo prima di emettere un giudizio su una persona. Oltre che sul fattore tempo (“cammina tre lune”), l’attenzione è portata su ciò che dovremmo provare a fare, ovvero immedesimarci, provare a “vestire i panni” dell’altro/dell’altra, assumere il suo punto di vista, il suo modo di essere, di pensare e di agire (“cammina nelle sue scarpe”). Solo in questo modo, forse, saremmo in grado di non emettere giudizi, ma di cercare di comprendere le motivazioni che hanno portato quella persona a fare o a dire determinate cose. In realtà la nostra mente giudica di continuo e in automatico tutto ciò che succede dentro e fuori di noi, e quindi anche le persone che ci circondano. Non è propriamente un errore, ma dobbiamo essere consapevoli che i nostri giudizi condizionano necessariamente la nostra quotidianità e le relazioni che giorno per giorno viviamo. Dovremmo imparare a riconoscerli e a trasformarli in pensieri neutri, senza etichette positive o negative, così da poter vivere i rapporti e le interazioni con gli altri in modo più sereno, pieno e arricchente, senza rabbia, rancori o pregiudizi.

FIDUCIA IN Sé STESSI

«Credi in te stesso e in tutto ciò che sei. Sappi che c’è qualcosa dentro di te che è più grande di qualsiasi ostacolo»

fiducia in se stessi

La fiducia in sé stessi, strettamente legata al livello di autostima personale, è uno strumento potente per poter affrontare e superare le fatiche, gli ostacoli e le piccole o grandi sfide della vita di tutti i giorni. La fiducia in sé stessi, inoltre, permette di vivere le relazioni in modo solido, costruttivo e arricchente; infatti chi crede in se stesso non ha bisogno di criticare gli altri, non prova invidia e non disperde energie cercando di piacere a chi gli sta intorno. Certamente anche gli altri giocano un ruolo importante nella costruzione della fiducia verso sé stessi: se i rimandi delle persone che ho attorno sono positivi, o comunque costruttivi e arricchenti, e se apprezzano le mie qualità, sicuramente faciliteranno e rinforzeranno il processo di crescita personale e la costruzione di un buon livello di autostima. Credere in sé stessi significa anche riconoscere e valutare i propri limiti, e quindi esser consapevoli e accettare serenamente che in alcune situazioni è necessario chiedere aiuto.

L’EMPATIA

«Vedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro e sentire con il cuore di un altro»

empatia

La citazione ci offre una tra le definizioni più precise, puntuali e concrete di quello che è l’empatia, ovvero la capacità di vedere, pensare e sentire, “vestire i panni” dell’altro e assumere il suo punto di vista. In altre parole, l’empatia è la capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone, sulla base della comprensione dei loro segnali emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della condivisione dei loro sentimenti. L’empatia non è una dote innata, bensì una capacità che tutti possono imparare ed affinare, ed è importante iniziare a conoscerla e a esercitarsi sin da piccoli, in modo che i bambini e le bambine possano costruire relazioni e legami sinceri e arricchenti, necessari per divenire adulti più sereni, comprensivi e rispettosi degli altri. Per sviluppare empatia, è necessario che i bambini e le bambine vivano l’esperienza di essere compresi e accolti nei loro sentimenti e nei loro pensieri, altrimenti rischierebbero di perdere la loro naturale sensibilità e non sarebbero in grado di empatizzare con gli altri.

IL CONFLITTO

«I piccoli litigi e i conflitti sono inevitabili, ma l’importante è abituarsi a non serbare mai rancore»

flashcard conflitto

Il conflitto è un elemento naturale e ineliminabile dalle relazioni umane, in quanto queste sono caratterizzate dall’incontro-scontro con la diversità: ciascuno di noi, essendo unico e irripetibile, quando si relaziona con un altro, anche se è una persona simile ed emotivamente vicina, deve “fare i conti” con le differenze, con ciò che separa e che marca i confini tra ciò che sono io e ciò che è l’altro, senza i quali rischieremmo solo di perderci in una grande confusione di pensieri e di emozioni. Generalmente siamo portati ad attribuire una connotazione di per sé negativa al conflitto, ma in realtà non è il conflitto a essere un “bene” o un “male”, in quanto esso è semplicemente un processo, che può avere esiti negativi o positivi a seconda del modo in cui viene gestito e condotto dalle parti in causa. È pertanto la gestione del conflitto, il riconoscimento delle cause che lo hanno generato e le modalità pratiche da mettere in atto per superarlo e “lasciarselo alle spalle”, che devono diventare oggetto di attenzione, non tanto per eliminarlo dalle relazioni, quanto per saperlo accogliere, accettare e superare.

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