Qualche anno fa mi ritrovai a insegnare in una classe seconda. Durante una lezione di storia accadde una cosa che mi colpì profondamente. Gli obiettivi dell’insegnamento della storia durante le classi prima e seconda della scuola primaria sono principalmente apprendere che il tempo produce cambiamenti nelle persone, nelle cose e negli animali, comprendere che il tempo è anche ciclico, le settimane sono cicliche perché quando finiscono ricominciano e si ripetono, così come i mesi e le stagioni.
Molte informazioni e risorse preziose sull’insegnamento della Storia le ho apprese sulle Monografie , volumi spiralati decisamente utili pensati per gli insegnanti della scuola primaria. Offrono spunti metodologici e didattici, con schede di Coding, Compiti di Realtà e molto altro ancora.
In a nutshell, prima di iniziare a studiare la storia della Terra e dell’uomo in terza, i bambini devono avere ben chiaro in mente che il tempo e il suo scorrere causano cambiamenti. Sul libro che stavo utilizzando c’era un esercizio.
C’era l’immagine di un’automobile e la consegna era disegnare, nei quattro riquadri vuoti sottostanti, i suoi cambiamenti nel tempo. La consegna era “Disegna i cambiamenti dell’automobile nel tempo” (tenete a mente le parole nel tempo, perché dopo sarà fondamentale per capire cosa è successo).
L’obiettivo era disegnare come si era evoluta l’automobile nella storia. Era indubbiamente un esercizio non facile (e con una spiegazione interpretabile). Un conto è disegnare un carro trainato da animali e poi un’automobile moderna, ma anche io che sono adulta fatico a individuare quattro tipi di automobile nel tempo, figuriamoci un bambino!
A ogni modo il fulcro dell’esercizio era il cambiamento… e il fatto che i riquadri da riempire con i disegni fossero quattro, e che avessimo recentemente parlato di stagioni, risvegliò qualcosa in una bambina.
Questa bambina disegno quattro automobili identiche. La prima era cosparsa di fiori, la seconda di frutti, la terza di foglie gialle e la quarta ricoperta di neve e ghiaccio. Notai la cosa e chiesi alla bambina di raccontarmi il suo esercizio. Lei mi disse che voleva disegnare i cambiamenti dell’auto nel tempo e che durante l’anno ci sono quattro stagioni. Questa macchina era sempre parcheggiata sotto un albero e mostrava i cambiamenti che avvengono durante i mesi dell’anno.
Sicuramente l’esercizio, dal punto di vista della consegna non compresa, era sbagliato. L’obiettivo non era esaminare la ciclicità delle stagioni, ma l’evoluzione di un oggetto nel tempo. Ma le stagioni stesse non sono il tempo? Lo sono indubbiamente.
Anche se formalmente l’esercizio era sbagliato, ha evidenziato una grande intelligenza emotiva nella bambina e una grande creatività. La bambina aveva ben chiaro il ruolo delle stagioni e la loro influenza nella vita non solo dell’uomo ma anche del resto delle cose. È romantico e poetico pensare che pure un’automobile possa vivere i cambiamenti delle stagioni e possa apprezzare i fiori della primavera, o i colori accesi dell’autunno.
Questo esercizio ci fa capire come questa bambina abbia interiorizzato in modo profondo i cambiamenti delle stagioni e le peculiarità di ognuna. Non mi sento di parlare di esercizio sbagliato, ma interpretato. I cambiamenti del tempo sono molteplici da cogliere. Probabilmente non è stato svolto secondo la consegna, ma ha permesso di capire un aspetto della bambina che probabilmente non sarebbe mai emerso: una grande sensibilità verso l’ambiente e i suoi cambiamenti.
Non voglio dire che non si debba lavorare sulla comprensione delle consegne e dei testi, ma a volte questi “errori” fanno capire come sta funzionando il ragionamento di un bambino e ci aprono una porta verso un universo fatto di soluzioni personalissime, pensiero fuori dagli schemi e approccio creativo ai problemi. Cose che si cerca sempre di incoraggiare.
Non è infatti, lo scopo della scuola, insegnare a pensare con la propria testa?
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Buongiorno, in merito al post “Disegna i cambiamenti nel tempo dell’automobile” dell’alunna , la bambina abbia spresso il suo pesiero divergente nella massima epressione. A volte dimentichiamo che i bambini sono bambini e leggono le cosegne per quello che sono, a volte un generiche e non sempre calate nel loro momento di sviluppo specifico che nella primari è legato alle operazioni concrete e in un perido in cui loro vivono il concetto di tempo legato al proprio tempo personale . E’ confortante sapere che ci siano bambini capaci di essere bambini e interpretare una consegna, pur con l’opportuno lavoro e constestualizzato in uno specifico ambito disciplinare, con la spontaneità che propia dell’infanzia senza sovrastrutture.
Grazie per questa bella immagine foriera di speranza.