Come tutte le transizioni accelerate dagli eventi ambientali esterni, rispetto alle trasformazioni imposte dalla realtà, il soggetto può attuare due principali atteggiamenti: l’evitamento/fuga o l’accomodamento e la sistematizzazione cognitiva, senza voler scomodare Jean Piaget.
L’ambiente esterno cioè, con le sue molteplici stimolazioni, esercita una pressione significativa sul soggetto in formazione in grado di modificarne le matrici neurobiologiche e le strutture cognitive. Non si torna più indietro, anche perché per troppo tempo sul tema del digitale ci siamo ostinati a non voler andare avanti.
Dovremmo immaginare che tutti gli strumenti digitali con la loro possibilità di ricreare nuove situazioni, contesti, realtà esterne all’individuo da una parte svolgono il compito di veicolare messaggi, contenuti, lezioni, interazioni, dall’altro producono conoscenze implicite su se stessi e sul loro funzionamento.
Marshall McLuhan scriveva alla metà degli anni ’60 un testo cult per lo studio della comunicazione di massa che intitolò “The medium is the massage” (“Lo strumento è il massaggio” avete letto bene massaggio). Con il refuso introdotto ad arte dall’autore nel titolo, lo stesso voleva dimostrare quanto gli strumenti già da soli determinavano significati e contenuti a prescindere da quelli espliciti che tentavano di veicolare.
In effetti, pensando alla realtà attuale, oltre ai contenuti propri delle singole discipline questo periodo pandemico sta veicolando implicitamente una conoscenza amplificata, approfondita e senza precedenti circa i sistemi e gli strumenti digitali.
NUOVO DIGITALE A SCUOLA
Questa condizione contribuisce a sostenere una grammatica autonoma degli stessi che contribuirà nei prossimi anni a integrare – questa volta auspicabilmente in maniera chiara, consapevole e significativa – una nuova strategia del digitale a scuola, favorendo l’utilizzo di nuovi hardware/software e una formazione docenti specifica, rivolta alla strutturazione e alla gestione a distanza delle comunità di apprendimento, di realizzazione di nuove metodiche di riferimento, di nuovi processi di valutazione.
Queste trasformazioni porranno l’intera comunità scolastica nella condizione di sperimentare, programmare, utilizzare nel miglior modo possibile il digitale come strumento a cui affidarsi per la propria crescita cognitiva, esperienziale, formativa.
COMPETENZA DIGITALE
Una delle “otto competenze chiave europee” sancite dalle Raccomandazioni del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente parla tra le altre sette di “competenza digitale”; potremmo affermare che questa situazione così fortemente trasformativa della vita di milioni di persone abbia determinato una pressione apprenditiva in grado di incidere significativamente sui saperi legati all’intero mondo digitale.
Maria Montessori nel suo “Il metodo Montessori” del 1912 sottolineava come lo scienziato non fosse un semplice manipolatore di strumenti, ma un conoscitore attento della natura attraverso gli strumenti. A questo dovremmo ambire come educatori.
Il digitale già oggi pervade le nostre esistenze contribuendo, talvolta in maniera significativa, a migliorare e amplificare le nostre possibilità di relazione, di conoscenza, di lavoro.
Questa pervasività può anche nascondere delle insidie, ecco perché una transizione parallela tra presenza reale/virtuale può certamente determinare negli studenti di oggi e nei cittadini di domani un processo di acquisizione critica e consapevole agevolato da una fruizione “educata” di tali strumenti. La rivoluzione, signori, è appena cominciata.
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