La rivista per la scuola e per la didattica
SCUOLA DIGITALE

Da insegnante dico che gli alunni sono pronti per ridurre l’uso del cellulare mentre i genitori sono tecno-dipendenti e non riescono ad ammetterlo

La questione della dipendenza dei giovani dallo smartphone è una delle più dibattute degli ultimi anni. Se per alcuni i giovani utilizzano troppo il cellulare, per altri usare lo smartphone a scuola vuol dire avvalersi di un utile strumento di apprendimento. Nel dibattito si inserisce anche il punto di vista della docente e scrittrice Valentina Petri. Durante alcune conversazioni con i suoi studenti, ha notato come i giovani capiscano bene i rischi della dipendenza da smartphone, anche più dei genitori.

Il rapporto studenti-smartphone

In un approfondimento pubblicato dal quotidiano La Stampa link esterno, Valentina Petri analizza il rapporto fra i suoi studenti e lo smartphone. Certo non si tratterà di un campione rappresentativo dell’intera Italia, ma i risultati di questa particolare indagine risultano molto interessanti. Come racconta la stessa docente:

Anno scolastico 2024/25

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Entro nella mia classe quinta decisa a gettare sulla cattedra, come la mela della discordia, la proposta di vietare l’utilizzo dello smartphone ai minori di 14 anni. Proposta controversa, ragionevole, discussa, invocata, percepita al pari di una tardiva chiusura.

Certo, un docente navigato sa benissimo che gli studenti tendono a rispondere nel modo che credono sia gradito al docente, ma non sembra essere questo il caso. Nel parlare del rapporto fra i bambini e lo smartphone, scrive Petri, gli studenti di quinta si infervorano e lasciano emergere una posizione piuttosto chiara. Abusare dello smartphone è una pratica sbagliata, dicono, ed è necessario arginare il fenomeno della dipendenza dai telefoni, soprattutto per i più giovani.

Il rapporto studenti-bambini

Nota per alcune posizioni dress code dei ragazzi a scuola, Valentina Petri è una docente che conosce molto bene il mondo della scuola e, aspetto forse più importante, i suoi stessi alunni. Per questa ragione, appare davvero interessante il suo resoconto sul rapporto fra studenti, tecnologia e bambini più piccoli. A colpire sono in particolare alcuni aneddoti condivisi dai ragazzi.

C’è per esempio uno studente che d’estate lavora come cameriere e guarda bambini di sei anni che non mangiano ma giocano con lo smartphone. Altri vedono di continuo bimbi sul passeggino che, mentre sono al supermercato, non fanno altro che ascoltare canzoncine dallo smartphone dei genitori. Poi c’è anche uno studente che ha sequestrato lo smartphone al fratello minore: voleva fare una videochiamata con l’amico, che però abita al piano di sotto dello stesso palazzo. Insomma, secondo Valentina Petri i ragazzi sono più consapevoli rispetto a quanto si crede, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia. E i genitori?

Le responsabilità dei genitori

Nel cercare di comprendere il rapporto fra i giovani e lo smartphone, spesso ci si dimentica che si tratta di persone cresciute con la tecnologia. Sanno utilizzarla meglio e, facendo tutti i distinguo del caso, conoscono bene anche quali sono i suoi limiti. Il dibattito fra Valentina Petri e i suoi studenti si sposta quindi sulle responsabilità dei genitori e sulla dipendenza da smartphone. D’altronde, se il telefono è visto come una soluzione semplice e immediata per calmare un bambino, qualche problema c’è. Secondo Petri:

Vero è che, finché i figli non sono i tuoi, non puoi mai sapere che genitore sarai, quindi un certo margine di dubbio lo mantengo. Ma tra i genitori tecno-entusiasti e quelli tecno-scettici […] sta crescendo una rigorosa generazione di tecno-censori.

Questi ultimi sono gli studenti degli ultimi anni di superiori, impietosi con gli adulti che non sanno gestire l’abuso di uno strumento potente e pericoloso come lo smartphone. Basta quindi la scuola per arginare la dipendenza dalla tecnologia che i bimbi stanno sviluppando? Sì e no: non si può delegare ad essa la soluzione di ogni problema, né si possono assolvere i genitori dalle loro responsabilità. Lo hanno capito dei ragazzi maturandi, possono capirlo anche tutti gli altri.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Il Giorno della Memoria nella scuola primaria, alcune attività da fare in classe

giorno della memoria

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, in ricordo del genocidio del popolo ebraico commesso dal Nazifascismo. Si tratta di una giornata internazionale dedicata alle riflessioni sulla Shoah e sui temi della discriminazione, del razzismo, della solidarietà. Il ricordo di quanto successo durante la seconda guerra mondiale è parte importante delle attività scolastiche del mese di gennaio. In particolare, la scuola primaria ha l’opportunità di avvicinare gli alunni…

Dietro un 5 c’è uno studente da 8 o 9 che si è accontentato

studente da 8

L’idea che un docente abbia il solo compito di spiegare un argomento e verificare le competenze di uno studente è ormai radicata nel passato della scuola. Com’è giusto che sia, oggi un insegnante è anche un maestro di vita che ha l’obiettivo di spronare i suoi alunni a dare il meglio di sé. Soprattutto quando sono essi stessi a non vedere le loro potenzialità. Di recente il docente e influencer…

Come spiegare la Shoah ai bambini

Shoah ai bambini

La Shoah è uno degli eventi più drammatici che hanno segnato il ventesimo secolo, e le cui ripercussioni si possono rilevare ancora oggi. Sono state tantissime le iniziative che negli anni hanno cercato di mantenere vivo il ricordo dello sterminio del popolo ebraico, come l’istituzione del Giorno della Memoria e i tanti progetti dentro e fuori la scuola italiana. Detto questo, com’è possibile commemorare il Giorno della Memoria nel contesto…

Vedo i giovani che vogliono tutto e subito ma non hanno più un riferimento

giovani che vogliono tutto e subito

Il rapper Marracash, intervistato dal quotidiano La Stampa , ha presentato il suo ultimo album di inediti ma, allo stesso tempo, ha affrontato il rapporto dei giovani con il successo e con il fallimento. Dietro agli artisti che non riescono a reggere le pressioni dovute alla notorietà, sostiene Marracash, c’è una società della quale troppo spesso si sottovaluta l’impatto sulle nuove generazioni. Già a partire dalla scuola. L’apparenza dei social…

Gruppo Editoriale ELi, leader di mercato nell’editoria scolastica per la scuola primaria e unico produttore di giochi didattici in Italia

gruppo editoriale eli leader

Il Gruppo Editoriale ELi da quasi 50 anni realizza libri e materiali didattici per alunne e alunni delle scuole dell’obbligo del sistema italiano: la ELi è infatti leader nazionale nel settore della Scuola Primaria, mentre ha importanti quote di mercato in alcune materie della Scuola Secondaria, tanto di Primo quanto di Secondo grado, come le lingue straniere o l’enogastronomia. Il Gruppo ELi è anche l’unico gruppo editoriale didattico italiano a…

Utilizzare le pause attive per ristabilire l’attenzione degli studenti

pause attive

La pratica è sempre stata una parte fondamentale dell’educazione. Grazie a figure come John Dewey e alla sua pedagogia attiva, infatti, la scuola ha imparato ad alternare le lezioni frontali con un approccio più concreto. Ad oggi, quindi, la pratica costante viene considerata la chiave per il miglioramento personale. Tuttavia, sempre più studi vedono in questo approccio alcuni limiti alla crescita degli studenti, e in generale della persona. Secondo gli…

I dati ci confermano che l’abbandono scolastico è in calo, tranne nelle isole

abbandono scolastico in calo

L’abbandono scolastico è uno dei temi più importanti nei dibattiti fra politica e società civile, docenti e studenti, scuole e famiglie. Non si tratta infatti soltanto del ruolo che l’educazione svolge nella crescita dei giovani, quanto del futuro stesso della nostra società. Per questa ragione, appaiono incoraggianti i dati recenti diffusi da Openpolis , secondo cui l’abbandono scolastico in Italia si è ridotto negli ultimi anni. Allo stesso tempo, i…

Dai campi di calcio di serie B alla cattedra di un liceo, la storia dell’ex calciatore Michelangelo Galasso

dalla serie b alla cattedra

Che sia per l’educazione motoria alla primaria o per le ricadute che i successi di Jannik Sinner hanno sui giovanissimi, l’attività fisica a scuola svolge un ruolo fondamentale nella crescita degli alunni. Lo sa benissimo il nuovo docente di scienze motorie al Liceo Artistico Gaetano Chierici di Reggio Emilia. Michelangelo Galasso non ha sempre perseguito l’insegnamento, ma in passato ha anche giocato come calciatore professionista in diverse squadre italiane. E…

Insegno da oltre vent’anni nella scuola secondaria di secondo grado e ho visto crollare le capacità cognitive degli alunni

crollare le capacità cognitive

Insegno da oltre vent’anni nella scuola secondaria di secondo grado e ho visto crollare le capacità cognitive degli alunni. Gran parte di loro ha enormi difficoltà nel capire i testi, legge male, ha un lessico poverissimo e scrive peggio. Mi sono specializzata nel sostegno e ormai è da parecchi anni che lavoro con gran parte della classe, non solo con gli alunni che hanno una disabilità riconosciuta. Fioccano certificazioni di…

La scuola estone è la migliore d’Europa e la ministra dell’istruzione svela il suo segreto

scuola estone

Qual è il sistema scolastico migliore in Europa? Di certo non è quello italiano, da diversi anni ormai in crisi e con un grande bisogno di trovare una strada efficace nel confronto con la modernità. Molti direbbero quello finlandese, alla cui scuola da tempo si guarda anche qui in Italia. Secondo i dati del rapporto OCSE PISA , invece, il sistema scolastico migliore in Europa si trova in Estonia. È…

great