I bambini non sono tutti uguali, questo lo sappiamo bene. Può capitare per qualche insegnante di avere a che fare con un alunno difficile, o anche più di uno. Ma cosa si intende esattamente con questo termine?
Si parla di bambini difficili quando questi fanno fatica ad esprimere al meglio le proprie emozioni. Diventa difficile, quindi, gestirli poiché la difficoltà espressiva li porta a reagire in modo negativo: isolandosi, diventando aggressivi o violenti.
Come gestire un alunno difficile
La parte più difficile per un docente nel gestire un bambino difficile consiste nel fargli rispettare le regole. Si tratta di una categoria di bambini che si esprime principalmente andando fuori dagli schemi, infrangendo le regole. Ma senza regole non si va da nessuna parte, perciò ecco alcuni consigli per far sì che anche i bambini più difficili le rispettino.
Lettura estratta da FANTASTICI NOI – Letture 2
IL RINFORZO POSITIVO
Consiste nel dare un abbraccio a un bambino quando commette un errore. Sembrerà una strategia un po’ contorta, ma nei bambini difficili le punizioni potrebbero causare reazioni ancora più negative. Tramite il rinforzo positivo, il problema viene affrontato, invece che con una punizione, con il dialogo. L’educatore o il genitore dovrà chiedere le spiegazioni al bambino del gesto svolto e spiegargli perché sia sbagliato.
DARE FIDUCIA AL BAMBINO
I bambini, soprattutto quelli difficili, hanno bisogno di ottenere la fiducia da parte di chi li educa. Devono sapere che c’è qualcuno che crede in loro. I bambini vanno, in questo senso, incoraggiati all’autonomia e all’autostima. Quando il bambino difficile diventerà autonomo, smetterà di cercare le attenzioni di chi lo educa tramite questi atteggiamenti negativi. Sarà in grado di fare richieste senza dover ricorrere all’uso del pianto o della violenza.
EDUCARE ALL’INTELLIGENZA EMOTIVA
Parlare delle proprie emozioni è importantissimo per un bambino difficile. Come abbiamo detto all’inizio, si tratta di una categoria di bambini che fa fatica ad esprimere le proprie emozioni. Per questo, parlarne con i propri insegnanti non può che far bene per la loro crescita personale. Educare all’intelligenza emotiva un bambino significa renderlo autoconsapevole delle proprie emozioni.
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