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È in pensione dal 2015 ma continua ad insegnare a 73 anni, la storia del prof Sartori: “Con gli alunni vedo la realtà con occhi diversi”

Ha quasi 73 anni ed è in pensione ormai dal 2015, eppure Michele Sartori continua ad insegnare lingua e letteratura italiana agli studenti di una scuola secondaria di secondo grado. Per la precisione siamo nel liceo San Benedetto di Piacenza, e la storia di Sartori dimostra dove sia possibile arrivare quando si è mossi da una passione che non finisce mai. Ma non solo.

La storia di Michele Sartori

La carriera di Michele Sartori nell’insegnamento inizia nel lontano 1978 nel modo con cui ancora oggi gli insegnanti entrano nel mondo della scuola: con le supplenze. E di supplenze il giovane docente ne fa diverse, soprattutto nei piccoli centri della provincia piacentina: Bobbio, Bettola, Castel San Giovanni, e così via. Al termine di questo giro di supplenze, finalmente Sartori entra di ruolo all’Istituto Superiore di Istruzione Industriale Marconi Da Vinci di Piacenza, dove insegnerà per altri 33 anni. Fino alla pensione.

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In effetti, Michele Sartori è in pensione da quasi 10 anni ormai, ma la sua passione per l’insegnamento lo ha spinto ad accettare l’offerta del preside del Liceo San Benedetto di Piacenza, una scuola paritaria con un corpo docenti piuttosto giovane.

Una seconda vita da insegnante

Al quotidiano di Piacenza Libertà link esterno, Michele Sartori racconta cosa ha spinto il docente, ormai in pensione, verso una nuova avventura e una seconda vita da insegnante. Queste le sue parole:

Dopo la pensione, ricevetti una telefonata dal preside del liceo San Benedetto, che mi chiede di fare un mese di supplenza. In questo poco tempo mi trovai molto bene sia con gli studenti sia con gli altri docenti. E allora perché non continuare?

Certo, insegnare alle nuove generazioni non è semplice, eppure per Sartori è un piacere farlo, persino agli studenti più esuberanti. D’altronde, spesso si dice che non si finisce mai di imparare: avere a che fare con dei giovani studenti permette di vedere la realtà con occhi diversi, conferma il docente. Dal canto suo, il preside del liceo San Benedetto elogia la dedizione di Michele Sartori e il suo impegno nell’insegnamento.

Basta la passione per insegnare?

A leggere la storia di Michele Sartori, vengono in mente le parole di Edoardo Prati, per certi versi una figura diametralmente opposta. Se il primo è un insegnante in pensione da quasi 10 anni, il secondo è un giovane studente di lettere classiche e influencer di TikTok. Nulla di più diverso, eppure entrambi sono tuttavia accomunati dalla passione per l’insegnamento, una passione al centro dei video del giovane influencer. Ad un docente che lamentava come oggi si insegni soltanto per avere uno stipendio, Prati risponde “se insegnate solo per campare, non insegnate”. Si tratta di una posizione che mette la passione per l’insegnamento al primo posto, e che ha sollevato non poche polemiche. Davvero basta la passione per insegnare?

La storia di Michele Sartori offre uno spunto diverso, un ulteriore punto di vista da cui guardare alla questione. Da una parte, riflette una passione straordinaria per l’insegnamento che, probabilmente, è più unica che rara. La sua decisione di rimanere in cattedra dopo il pensionamento costituisce una testimonianza di quanto sia importante l’istruzione nella nostra società. Dall’altra parte, invece, può costituire uno stimolo per tornare a parlare dei problemi della scuola: condizioni di insegnamento, ricambio generazionale, carenza di posti e abuso delle supplenze, e così via. Magari è la volta buona per risolverli.

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