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CORSIVO

È la rivincita del corsivo: da carattere fuori moda, vecchio e complicato a metodo per sviluppare creatività, concentrazione e identità

È giunto il momento della rivincita del corsivo, a lungo trascurato e relegato in un angolo dell’oblio. Per anni considerato antiquato, complesso e superato dallo stampato della scrittura digitale, il corsivo ha perso terreno a favore di una modalità più semplice e veloce, appresa facilmente anche dai più giovani. Attualmente, un bambino su cinque non ha dimestichezza con la scrittura in corsivo. Tuttavia, secondo gli esperti, è ora di riscoprire e riconoscere le potenzialità che nascono dall’apprendimento di questo carattere di scrittura.

L’inversione di tendenza sta avvenendo in diversi Stati degli Stati Uniti, a cominciare dalla California. A gennaio, entrerà in vigore una nuova legge che rende obbligatorio l’insegnamento del corsivo a tutti i bambini delle scuole primarie. Anche nel Michigan, i legislatori stanno promuovendo un disegno di legge che incentiva le scuole ad insegnare il corsivo. Con l’obiettivo di rafforzare questa rinascita, sono stati istituiti concorsi tematici, come il “Cursive Is Cool” organizzato dalla Campaign for Cursive, un progetto dell’American Handwriting Analysis Foundation.

Il ritorno al corsivo da parte di vari Stati americani assume un significato particolare, considerando che alcuni anni fa diversi Stati decisero di escludere questo stile di scrittura. Nel 2010, il Common Core State Standards, che mirava a uniformare l’istruzione pubblica in tutti gli Stati, eliminò l’insegnamento del corsivo dai programmi scolastici.

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In Italia, sebbene non vi sia stata un’abolizione ufficiale, sembra ricevere sempre meno attenzione, soprattutto negli anni successivi all’insegnamento del corsivo, che avviene solitamente nei primi due anni di scuola primaria. Questo evidenzia un cambiamento nella sua considerazione riguardo all’utilizzo nella scrittura.

La calligrafia, secondo gli esperti, offre diversi vantaggi. Pietro Lucisano, presidente della Società italiana di ricerca didattica e professore di pedagogia sperimentale all’Università La Sapienza di Roma, sostiene che scrivere in corsivo richiede concentrazione e favorisce lo sviluppo cognitivo.

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La gestualità coinvolta nell’uso della penna stimola il controllo e l’attenzione nei movimenti sottili, influenzando positivamente la capacità di apprendimento. La riconsiderazione del corsivo è vista anche come un modo per educare i bambini all’estetica, un elemento fondamentale del “made in Italy” che ci contraddistingue nel mondo.

Scrivere in corsivo rappresenta una seria complessità per un bambino di terza elementare ma gli insegna a maneggiare la penna con la giusta delicatezza. Se togliamo la gestualità togliamo anche il controllo e l’attenzione nei movimenti sottili e questo impatta sulla capacità di apprendere

Pietro Lucisano

Oggi, un numero crescente di studenti mostra difficoltà nella scrittura in corsivo. Uno studio condotto dai ricercatori del Policlinico Umberto I e dell’Università La Sapienza di Roma ha rilevato che uno su cinque bambini delle elementari non ha competenze nel corsivo. Questo fenomeno è dovuto alla predominanza dello stampato maiuscolo e minuscolo e della digitazione sugli smartphone. La ricerca, pubblicata sulla rivista “Occupational therapy in health care” dagli studiosi Carlo Di Brina, Barbara Caravale e Nadia Mirante, ha evidenziato che il 21,6% dei bambini romani è a rischio di sviluppare problemi di scrittura, con il 10% affetto da scrittura “disgrafica”.

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