Quali sono le qualità che un buon insegnante dovrebbe avere, o meglio, quali caratteristiche fanno di un insegnante un buon insegnante?
Se ne potrebbero elencare a milioni. La passione per la propria professione, il desiderio di aggiornarsi e continuare a studiare per migliorarsi, la competenza nella propria materia di insegnamento…
Ma se insegnare non è solo trasmettere ma prima di tutto essere, e l’insegnamento è, alla base di tutto, una relazione, quali sono le qualità umane che un insegnante dovrebbe possedere?
Ecco tre qualità, le prime fra tutte, che completano e vanno meravigliosamente a inserirsi in tutto l’insieme delle abilità da acquisire e delle competenze da sviluppare per svolgere questa meravigliosa professione.
EMPATIA
Lo psicologo statunitense Carl Rogers introdusse per primo il concetto di empatia come ingrediente essenziale di ogni relazione di aiuto. La relazione tra insegnante e alunno è fondata sull’aiuto, la facilitazione, la trasmissione non solo di conoscenze e competenze ma anche di valori. Per certi versi è anche una relazione di cura, in cui noi siamo un grande riferimento per loro.
La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare
Carlo Rogers
Spesso gli studenti si trovano davanti a difficoltà di varia natura: difficoltà legate all’apprendimento, affettive o familiari, momenti di crisi e conflitto… e noi insegnanti ce ne accorgiamo. Il loro sguardo cambia, il loro tono di voce non è lo stesso, notiamo questi cambiamenti e vorremmo sapere tutto, per trovare un modo per cancellare il loro malessere. In questi momenti non sempre si riesce a trovare una soluzione magica per far sparire i problemi.
Ciò che invece si può fare è dimostrare di esserci. Dimostrare a un bambino che ci siamo, anche solo con uno sguardo, una parola, un ascolto senza giudizi, può aiutare tantissimo.
PAZIENZA
Insegnare non è facile. Quando i bambini non capiscono un argomento, quando chiedono se si debba usare la penna rossa per la decima volta, quando “non rispettano le regole”… la tentazione di arrendersi alla frustrazione è forte.
Se c’è una certezza che ho, è che i bambini se potessero scegliere tra capire e non capire una spiegazione, sceglierebbero di capire. Non decidono consapevolmente di non capire un concetto, per cui è inutile e dannoso arrabbiarsi. Le cose che spieghiamo per noi sono scontate ma per i bambini sono totalmente nuove, difficili, a loro serve molta energia e non sempre vengono assimilate subito.
La pazienza è la più eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico.
Giacomo Leopardi
Un alunno sgridato perché non ha capito si sente umiliato e perde fiducia nella scuola. Mettiamoci nei loro panni: se stessimo seguendo una lezione di fisica teorica e non capissimo, ci piacerebbe essere umiliati?
SENSO DELL’UMORISMO
Una lezione noiosa può prendere vita con una battuta o uno scherzo, un momento allegro lo può diventare ancora di più. Ridere insieme ai propri alunni è meraviglioso. In fondo a loro basta poco, non si fanno sfuggire un’occasione in cui ci si può fare una risata. I bambini sono ironici e autoironici. Scherzare con loro e ridere, ovviamente mantenendo la propria figura di guida ed evitando di diventare un “animatore”, aumenta la complicità tra tutti e migliora considerevolmente il clima della classe.
L’umorismo è una gran cosa, è quello che ci salva. Non appena spunta, tutte le nostre irritazioni, tutti i nostri risentimenti scivolano via, e al posto loro sorge uno spirito solare
Mark Twain
Quali sono, secondo voi, le qualità irrinunciabili per essere insegnante? Quali caratteristiche avevano gli insegnanti del vostro passato, che oggi ricordate con affetto e hanno influito in modo positivo nella vostra vita? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie