Della crescente violenza nelle scuole si parla ormai da anni: si tratta d’altronde di un problema che ha tante cause ma, purtroppo, ancora poche soluzioni.
Di recente ha espresso la sua opinione in merito anche Massimo Recalcati, ospite al Social Festival Comunità Educative che si è tenuto alle Gallerie d’Italia di Torino.
Secondo il saggista e psicoanalista, è necessario ripensare il concetto di autorità e il rapporto con la scuola, fino anche ad allontanare gli insegnanti indecenti. Basterà?
Autorità e violenza a scuola
Ospite al Social Festival Comunità Educative 2024, Massimo Recalcati affronta il tema della crescente violenza a scuola dal punto di vista dell’autorità.
In passato, infatti, figure di spicco del mondo culturale si sono concentrate sull’origine dei problemi della scuola. Se per Ernesto Galli della Loggia tutto è iniziato in seguito alle contestazioni del 1968, Piergiorgio Odifreddi va ancora più indietro, alla Riforma Gentile.
Al contrario, Recalcati guarda al futuro e alle possibili soluzioni al declino che la scuola sta ormai affrontando da decenni. Queste le sue parole:
Come fare allora?
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Il vero ruolo dell’insegnante è aprire mondi e aperture mai pensate prima
La scuola specchio della società
Come riporta il quotidiano La Stampa , secondo Massimo Recalcati la qualità di un Paese si giudica da come tratta la scuola, e il nostro tratta male questa istituzione. In Italia, infatti, la professione dell’insegnante è spesso poco apprezzata se non addirittura sottovalutata, e i tentativi di riforma non hanno mai condotto a una soluzione efficace. Cosa fare allora? Continua il saggista:
Una scuola del merito, verrebbe da dire parafrasando il ministro Valditara, con il quale Recalcati trova più di un’assonanza. Lo psicoanalista si dice infatti d’accordo con la riforma del voto in condotta, necessaria in questo contesto ma che non trova d’accordo tutti.
Il ruolo fondamentale dell’insegnante
Ovviamente, un mero ritorno ad una maggiore autorevolezza non può bastare per risolvere il problema della violenza nelle scuole.
Per questa ragione, è importante riconoscere il ruolo fondamentale dell’insegnante, il cui scopo è “accendere il fuoco del desiderio” nei suoi studenti, ispirando una curiosità autentica e un vero e proprio slancio verso la conoscenza.
Detto in altri termini, la figura del docente che fa il minimo non può più essere sostenibile in una scuola che fatica a capire il presente. Al contrario, vengono in mente le parole di Vincenzo Schettini, sugli insegnanti maestri di vita, e di Edoardo Prati, secondo cui chi insegna solo per campare dovrebbe cambiare lavoro.
Il dibattito è più aperto che mai, e trovare una soluzione che metta d’accordo tutto è estremamente difficile: non per questo bisogna smettere di provare.