In un precedente articolo abbiamo già affrontato il tema del corsivo nella primaria, dibattendo su come e quando presentarlo agli alunni di prima. Non c’è stata una risposta univoca: c’è chi lo presenta in maniera graduale successivamente allo stampato e chi invece presenta tutti e 4 i caratteri nello stesso momento.
Con la diffusione di Internet, è sempre più difficile trovare dei documenti o delle pagine web scritti in corsivo, tanto che già da qualche anno si discute sull’abolizione dell’insegnamento del corsivo nelle scuole.
In Finlandia, questa svolta è avvenuta circa cinque anni fa, seguita dagli Stati Uniti. In Italia, invece, sembra che siamo ancora legati a questa elegante calligrafia. Tuttavia, sempre meno persone scrivono in corsivo, preferendo lo stampatello minuscolo, più comprensibile e facile da apprendere.
Ha fatto parecchio discutere, in tema di educazione e competenze in ambito internazionale, la recente dichiarazione della presidente Minna Harmanen della Finish National Board of Education
“Gli studenti oggi non hanno tempo a sufficienza per imparare a scrivere in modo veloce in corsivo, per questo non pensiamo sia utile per loro. Poi non è facile da scrivere per i bambini e per i professori da leggere. Mentre la scrittura su computer è molto più chiara ed è qualcosa che il mondo del mercato richiede“
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È GIUSTO ABOLIRE IL CORSIVO DALLA LINGUA SCRITTA?
È necessario imparare a scrivere in corsivo in un’epoca in cui si legge la lingua scritta su supporti digitali che utilizzano più che altro lo stampatello?
Imparare il corsivo, inoltre, sembra una tappa dura da raggiungere per i piccoli alunni della scuola primaria, quindi tra gli addetti ai lavori inizia a diffondersi l’idea di abolirlo.
C’è chi si oppone, in quanto ritiene il corsivo un elemento imprescindibile della nostra scrittura. Altri, invece, vogliono ritardare l’apprendimento del corsivo alla fine delle elementari.
IL CORSIVO SVILUPPA LE SINAPSI
La scrittura a mano è necessaria per lo sviluppo cognitivo. Questo per via della stretta relazione tra la mano, occhi e cervello: quando si scrive a mano si attivano sinapsi che favorirebbero anche la lettura, la memorizzazione, la comunicazione.
C’è differenza se si scrive in stampatello piuttosto che in corsivo? Ai cultori del corsivo dispiacerà sapere che, a livello cognitivo, non c’è differenza tra scrivere a mano in corsivo o in stampatello.
Tuttavia bisognerebbe considerare il corsivo come un insegnamento di valore. Scrivere in corsivo è un’abilità che da adulti diventa via via sempre più rara, ma anche preziosa. È un elemento della nostra storia e cultura che andrebbe custodito con gelosia, superando i dubbi sul suo effettivo valore in relazione all’evoluzione digitale.
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Il corsivo credo aiuti il bambino a conoscere l’eleganza di uno scritto, lo induce alla creatività utile per creare queste lettere artisticamente belle. Almeno all’inizio, gli fa impiegare tempo per comprendere come eseguire la forma di una lettera. Rosveglia il lato artistico del bambino, che in tal modo fin da subito può scoprire la sua “vena artistica” e proseguire in attività simili. E poi l’area digitale non è tutto nella vita, lo dico io che sono nata con i computer. C’è infatti un mondo di vita alternativa a quella digitale: attività, eventi, corsi, feste ecc… per cui il corsivo lo si ritrova. Per dire: gli inviti a matrimoni/feste molto spesso sono scritti in corsivo per dare eleganza al messaggio. Anche molti professionisti scrivono in corsivo ad es. in prescrizioni o consulenze mediche/infermieristiche. Perché privare i bambini della possibilità di capire queste e tante altre cose, tra l’altro senza il loro consenso e senza aver chiesto il loro parere? Loro ritengono così complesso l’apprendimento del corsivo, oppure è un attivita per loro interessante, originale e divertente?
Ma non sono convinto da chi dice che i bambininon hanno tempo di imparare il corsivo. E una balla immane. I bambini devono avere il tempo, serve anch al loro cervello per sviluppare uno stile proprio. E poi non sono d’accordo che si debba fare sempre quelle che le aziende richiedono. La formazione deve essere indipendente all’inizio dalle mode del momento.
Lo stavo per dire io, ma lo hai spiegato meglio di come avrei fatto io. Complimenti. Voglio solo aggiungere che il corsivo è il padre dell’arte. Chi ben scrive in corsivo sarà un bravo disegnatore.
Il corsivo è importantissimo rappresenta la nostra personalità, oltre a far sviluppare una zona del cervello che diversamente non sviluppa, io ABOLIREI lo stampato maiuscolo e minuscolo assolutamente destrutturato come scrittura fa staccare la penna dal foglio in continuazione e non Da capacità di collegare le lettere e di conseguenza i pensieri … io sono una grafologa e lavoro con bambini DSA vi assicuro che scrivere in corsivo è una capacità che aiuta il bambino a livello didattico ed emozionale
Dott.ssa Anna Zaccaria
Sono assolutamente d’accordo.
Lavoro da trent’anni alla scuola primaria e dunque ho conosciuto molti bambini. Anche con i bambini con DSA e con gli stranieri, assai numerosi nella mia scuola, inizio da subito con il corsivo e vi assicuro che non esiste questa grande difficoltà d’apprendimento. L’importante è scegliere solo quel carattere e non fare confusione nella loro testa.
Una volta appreso si può passare allo stampato minuscolo come lettura e vi assicuro che diventa tutto più semplice. La confusione nasce dal fatto che invece di iniziare con il corsivo la gran parte dei docenti mescola tutti i caratteri.
Abolire il corsivo è come abolire una parte della nostra anima.
I primi caratteri che ho imparato a scrivere sono stati lo stampatello maiuscolo e lo stampatello minuscolo. L’alfabeto corsivo me l’hanno insegnato in 3ª elementare. Poi, proprio alla fine di quell’anno, ho cambiato scuola e, sebbene i miei nuovi compagni scrivessero già correntemente in corsivo, io ho proseguito a usare lo stampatello minuscolo, come faccio ancora oggi. In conclusione: il corsivo lo conosco, ma l’ho sempre trovato scomodo e di conseguenza l’ho abbandonato (come peraltro tante altre nozioni scolastiche).