A proposito della scelta del libro, si discuteva in un post di un gruppo per insegnanti che nel sussidiario di matematica Mondo 2030 per le classi quarta e quinta non ci sia un percorso metacognitivo sui problemi, ma io credo addirittura che sia la sua forza rispetto a tutti gli altri sussidiari.
I problemi sono infiniti come le stelle e non c’è un modo comune per affrontarli se non riflettere e mettere in relazione ciò che hai imparato, possibilmente con qualcuno che ti propone percorsi e problemi veri e non quelli della mamma che va a fare spesa (quelli sono esercizi).
Se esistesse veramente un modo per risolvere i problemi matematici, una strada sicura sempre, efficace, non la useremmo? Le parole chiave sono la bufala più grande esistita nella storia della matematica: insegniamo le parole chiave e proponiamo solo problemi che le contengono, come impastare le malattie a seconda delle medicine che riusciamo a inventare… eh, non sarebbe meraviglioso.
E il bello è che bambini dopo bambini ci sono cresciuti anno dopo anno. Ma mio nonno no. Abbiamo avuto un o una genoaloide che circa 50 anni fa ha iniziato a scrivere libri con le parole chiave e siccome veniva un sacco bene risolvere problemi come spalmare la Nutella calda, e gli insegnanti sembravano bravissimi a insegnare le parole chiave (la matematica), ci siamo portati l’invenzione fino ad oggi (sì perché nei libri quasi non ci sono più, ma c’è gente che fa circolare le quadernate di 30 anni fa nei social).
Poi ne abbiamo avuto un altro che ancora gira coi problemi per immagini… 1 pera con sotto 150 gr e vicino 3 pere con la domanda “Quanto pesano?” Tutto ciò condito dai problemini delle bilance senza far riflettere i bambini sull’importanza non tanto di risolverli quanto di capire come funzionano. Tutto al volo… quando invece è l’esatto contrario.
Beh allora dico: fortuna che abbiamo il Progetto ArAl, Bruno D’Amore, il progetto PerContare, George Polya, Problemi al centro, Rosetta Zan, Anna Baccaglini Frank, Pietro Di Martino. Fortuna che abbiamo libri nuovi come Mondo 2030… che finalmente chiama i problemi veri “problemi” e quelli falsi “esercizi”.
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Fortuna che possiamo studiare per dare ai nostri studenti qualcosa in più. Non è facile insegnare a risolvere i problemi perché mai si sa cosa fare. Mai. Li risolvi soltanto richiamando e soprattutto mettendo in relazione più conoscenze apprese. E se non facciamo questo lavoro insieme ai bambini, se non facciamo capire loro che È DIFFICILE ma forse qualche volta ce la possiamo fare insieme e qualche volta anche da soli, allora li aiuteremo a risolvere.
MONDO 2030
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Fortuna che George Polya già nei primi del ‘900 diceva che se dai problemi fatti apposta per essere risolti… è un po’ comodo per l’insegnante. Eh. Chi non sa risolvere un problema in 5 secondi non è stupido, è normale perché nessuno a priori lo sa altrimenti non sarebbe un problema.
di Ylenia Agostini, insegnante