“E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”. (Giacomo Leopardi, L’infinito).
Di tutti i poeti e gli autori che si affrontano alle scuole superiori, Giacomo Leopardi rimane sempre quello a cui tutti siamo più affezionati (e anche che ci ricordiamo maggiormente).
Chissà perché Leopardi si ricorda sempre con molta tenerezza e invece altri autori, seppur comunque degni di apprezzamento, affetto e attenzione, tendono a depositarsi sugli scaffali più nascosti della nostra memoria scolastica.
Il motivo principale è che Giacomo Leopardi incarna quella insicurezza e quel mal di vivere giovanile che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo sperimentato. Il desiderio di cose amate che non arrivano, la malinconia, il senso di inadeguatezza. Anche chi non apprezza la poesia o non l’ha mai studiata, ricorda molto bene le parole de Il sabato del villaggio: il clima di gioia e festosità del sabato in contrapposizione alla noia e alla malinconia della domenica, giorno che precede il lunedì, nel quale tutti quanti dovranno tornare alle loro vite fatte di appuntamenti, frenesia, lavoro assenza di felicità e svago.
Sarà per questo che Leopardi non solo è amato dagli studenti che si approcciano alla sua poesia, ma è ricordato con dolcezza e sentimento anche dagli adulti. La malinconia e lo struggimento che caratterizzano la poetica di Leopardi, temi propri e fondamentali del Romanticismo, lo rendono memorabile e relatable per ognuno di noi.
L’altro motivo per cui Giacomo Leopardi è indimenticabile è la sua capacità di trasportarci in luoghi meravigliosi e fare in modo che possiamo concretamente averne una chiara immagine dettagliata, grazie ai suoi versi capaci di attivare la nostra fantasia. Ogni sua poesia è come un quadro che si svela nei colori, negli elementi che lo contraddistinguono e nei particolari semplicemente durante la lettura.
Giacomo Leopardi si rifugiava nell’immaginazione laddove il suo corpo fisico (era gravemente malato e soffriva di numerosi disturbi, fin dalla più giovane età) non gli consentiva l’esperienza.
È pressoché impossibile che esista un italiano che non conosce L’infinito, soprattutto l’iconico inizio “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”. Questa poesia ci ha insegnato a lanciarci luoghi impossibili grazie alla nostra immaginazione e alle, appunto, infinite capacità del nostro pensiero, fino ad arrivare a interrogarci sul senso della nostra vita e sulla morte. L’infinito è uno dei gioielli più preziosi della nostra cultura.
Nonostante i problemi di salute che lo affliggevano e che in un certo senso gli impedivano di vivere una normale esistenza da ragazzo giovane, costretto com’era a limitarsi a osservare la vita degli altri dalla sua finestra di Recanati, ha composto tra le opere più belle e commoventi della letteratura italiana, e si è reso indimenticabile. Anche per chi durante la lezione di letteratura classica italiana sbadigliava.
Per l’anniversario della sua nascita, avvenuta il 29 giugno 1798 a Recanati, l’editore La Spiga regala il “Poeta Favoloso”, il libro a lui dedicato che racconta la vita del poeta in prima persona. Per richiedere una copia, vai ora sul sito dedicato perché l’offerta dura solo qualche giorno.