L’errore, nella didattica, è pensare che gli errori a scuola siano una cosa brutta. Arrabbiarsi con un bambino che fa un errore in un compito scolastico è come sgridare un bambino di un anno che cade mentre sta imparando a camminare.
È impegnato nell’apprendimento di qualcosa di importante, perché penalizzarlo?
Gli errori sono una parte naturale dell’apprendimento, l’apprendimento senza errori non è quasi mai possibile. Quando un bambino individua un errore e lo corregge, e gli adulti intorno a lui lo incoraggiano positivamente, sta imparando a:
- Fidarsi di sé stesso delle sue capacità.
- Diventare più conscio del proprio percorso di apprendimento.
- Capire che anche negli altri eventi della vita un errore è opportunità e non per forza fallimento.
È proprio così, l’errore è opportunità, perché permette di approfondire gli aspetti del percorso che si sta intraprendendo e rinforzare quelli che lo necessitano.
Purtroppo molti dei test che vengono somministrati ai bambini e i ragazzi che sono impegnati in un percorso di apprendimento hanno un punteggio che si basa sulla quantità di errori, nel quale più sono numerosi gli errori più il punteggio sarà basso. Il problema di questi test è che spesso vengono somministrati, valutati e viene consegnato ai ragazzi il giudizio finale senza che sappiano quali errori hanno fatto, o se lo sanno non viene data l’opportunità di lavorare costruttivamente con quegli errori, farne un tesoro, un momento di scoperta e di miglioramento.
Un errore, così, si perde, perde il suo significato più importante e diventa per lo più qualcosa da odiare, perché è ciò che ha determinato un punteggio basso e non soddisfacente. Un punteggio basso a un test racchiude un insieme di preoccupazioni e ansie da parte dei bambini e dei ragazzi e delle loro famiglie. È così che l’errore diventa qualcosa da temere e la scuola si trasforma in una esperienza dolorosa e difficile.
In un corso per il primo ciclo della scuola primaria, chiamato Fantastici Noi , ho trovato un metodo molto interessante per saper gestire gli errori a scuola: il personaggio-guida Elfo Magor (MateMagor nel volume di matematica) accompagna il bambino in questa avventura a partire dal suo ingresso in classe: è un personaggio dall’aria accattivante, che coinvolge, tiene viva la curiosità, rende attivo il bambino senza farlo annoiare, neanche durante gli esercizi grafo-motori nei vari caratteri.
Elfo Magor è rassicurante anche per gli errori: capisce sempre tutto quello che il bambino “scrive come sa” e dice che “sbagliare si può”; ciò permetterà di creare espedienti magici in qualunque momento, anche per far riflettere sulle regole del comportamento o per la lettura animata (ad esempio “la storia sbagliata”), ma soprattutto per inventare una storia di classe, sullo stile dei “nonsense”.
E poi anche la correzione degli errori sui quaderni, spesso dovrebbe essere rivista. Riempire di segni rossi, sottolineature e “x” il lavoro prodotto da un bambino ha effetto di scoraggiare, svilire l’impegno, mortificare. Sarebbe meglio privilegiare una correzione più “minimal”, meno ingombrante, con un colore meno forte come per esempio il verde o l’azzurro al posto del classico rosso.
Ma anche qui si dovrebbe puntare non tanto sul mostrare l’errore ma sull’opportunità di farlo individuare al bambino stesso: per esempio facendo dei piccoli e discreti segni sulla riga in cui c’è una parola sbagliata, nel caso di un testo scritto, che il bambino dovrà poi individuare autonomamente e ridiventare, in questo modo, protagonista del proprio elaborato, prenderne il possesso e non assistere alla sua rovina con valanghe di rigacce rosse.
Anche in matematica si potrebbe individuare una strategia analoga, che non mortifichi i quaderni dei bambini (e i loro sentimenti). Nel caso di un’operazione errata si potrebbe, per esempio, fare un piccolo segno accanto all’operazione, invece di scrivere i numeri corretti vicino o addirittura sopra a quelli scritti dal bambino. Il bambino dovrebbe poi da solo, una volta venuto a conoscenza di quale operazione è sbagliata, adoperarsi per trovare l’errore e correggerlo.
Se c’è una cosa davvero importante per accrescere l’autostima dei bambini è sviluppare la loro autonomia. L’autonomia nei compiti e anche nella correzione di essi, processo nel quale l’insegnante è un veicolo che aiuta, non un giudice che dà una sentenza.
Vorrei lasciarvi con le parole di un grandissimo maestro:
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa
Gianni Rodari
E tu cosa ne pensi degli errori a scuola, nella didattica? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie.