Il mondo intero sta soffrendo di una grave forma di crisi dell’apprendimento. Questo è ciò che le Nazioni Unite hanno dichiarato e ancora oggi la situazione non sembra essere migliorata. Andiamo a vedere in questo articolo cosa ne pensa l’ex Ministro del turismo del governo tunisino e attuale membro della Commissione per l’Istruzione, Amel Karboul, e quali sono le soluzioni che metterebbe in pratica per risolvere la crisi.
ISPIRIAMOCI DAI MIGLIORI
La soluzione più efficace a cui pensa l’ex Ministro Karboul è di prendere come esempio il governo con i risultati migliori nella propria fascia di reddito. Questo non significa che tutti i Paesi dovrebbero imitare l’educazione finlandese, perché in alcuni casi si rivelerebbe una mission impossible, per via delle differenze abissali in ambito di finanziamenti.
Il Paese che rappresenta, ad esempio, la Tunisia, dovrebbe prendere spunto dal Vietnam: “Spendono somme simili per gli alunni della scuola primaria e secondaria in percentuale al PIL pro capite, ma raggiungono ad oggi risultati più alti“. Queste le parole utilizzate da Karboul per giustificare la sua opinione.
Secondo l’ex Ministro del turismo, il Vietnam sarebbe al giorno d’oggi uno dei Paesi con i migliori risultati nella classifica PISA Gold Standard (Programme for International Student Assessment), che analizza i punteggi dei test standardizzati (le nostre Prove Invalsi). I risultati sarebbero talmente alti da superare quelli di molti Paesi ad alto reddito, tra cui gli Stati Uniti d’America.
APPROFITTIAMO DEL SUPPORTO TECNOLOGICO
Amel Karboul illustra la situazione dell’educazione in Brasile affrontando un altro tema di fondamentale importanza per la risoluzione della crisi: l’utilizzo della tecnologia a proprio vantaggio e, soprattutto, a vantaggio degli studenti.
Nello stato sudamericano, i funzionari della città e del comune hanno organizzato dei corsi online livestream per gli insegnanti, in modo da raggiungere “oltre 1000 classi in comunità sparse”. Si tratta di un’idea nata dal desiderio di venire letteralmente incontro agli studenti, raggiungendoli nelle proprie abitazioni, per evitare loro il lungo tragitto verso l’edificio scolastico. Questo programma ha avuto successo in Brasile, tanto che 300.000 studenti vi hanno partecipato.
Queste squadre sono molto importanti per fornire un aiuto agli insegnanti che, in media, sono oberati di lavoro. E si sa, quando l’ambiente lavorativo è stressante, i risultati non sono ottimali.
SPENDIAMO DI PIÙ PER L’ISTRUZIONE
Alla fine la soluzione non è così complicata a dirsi: per risolvere la crisi occorre spendere più denaro in finanziamenti per l’istruzione rispetto a quello che si spende per le infrastrutture. Risulta più complessa, tuttavia, a farsi, data la tendenza di molti Paesi a investire in progetti concreti e visibili a occhio nudo, con risultati immediati rispetto a quelli educativi, che arrivano dopo decenni. Tuttavia, esempi come quello del Vietnam e del Brasile sono la prova che vale la pena investire di più per ottenere risultati migliori.
“L’istruzione è lo sforzo per i diritti civili”, ha affermato l’ex Ministro Karboul. “È la lotta per i diritti umani della nostra generazione. Istruzione di qualità per tutti: questa è la lotta per la libertà che dobbiamo vincere”.
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