La rivista per la scuola e per la didattica
APPRENDIMENTO

I ricercatori: imparare a memoria a scuola è essenziale, ecco perché

Per generazioni imparare a memoria è stata la prassi, poi questo metodo di studio è stato gradualmente accantonato. Ma non sarebbe più giusto tornare sui nostri passi e riprendere lo studio a memoria? In questo articolo andiamo a vedere perché diversi ricercatori a questa domanda risponderebbero di sì.

UN METODO DI APPRENDIMENTO TRADIZIONALE

Tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, qualsiasi alunno sarebbe stato in grado di recitare prontamente poesie, tabelline e altre numerose informazioni. Questo perché imparare a memoria era allora il metodo di apprendimento maggiormente utilizzato. Tutti i bambini dovevano imparare molte cose a memoria, inclusa la poesia.

Si tratta in realtà di un metodo di studio ben più antico. Infatti gli antichi greci ritenevano che l’apprendimento della poesia migliorasse la mente, così gli scolari ateniesi impararono Omero. A partire dalla metà del ventesimo secolo, poi, l’apprendimento a memoria è stato gradualmente messo da parte in favore di una maggiore creatività. Ultimamente, però, sta venendo riconsiderato e non solo per gli studenti.

PERCHÉ IMPARARE A MEMORIA

imparare a memoria filastrocca
Pagina estratta dal corso IL GRILLO E LA LUNA per la scuola primaria
il grillo e la luna copertina

IL GRILLO E LA LUNA

Scopri il nuovo sussidiario del primo ciclo della scuola primaria del Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Didattica

Importanti benefici conoscitivi significativi possono essere guadagnati imparando a memoria. Tra questi troviamo il miglioramento della ritenzione delle informazioni a qualsiasi età, della neuroplasticità negli anziani e la scongiura del tipico declino cognitivo da sette a quattordici anni. L’apprendimento a memoria favorisce lo sviluppo dell’ippocampo, l’area assegnata alla memoria cerebrale.

ALCUNE RICERCHE A RIGUARDO

Diversi studi e ricerche sono stati svolti riguardo il tema dello studio a memoria negli ultimi decenni. Di seguito andiamo ad elencarne alcuni tra i principali che vedono l’imparare a memoria come un fattore positivo nello sviluppo cognitivo degli individui.

Il docente di neuroscienze cognitive Stanislas Dehaene ha osservato nella sua ricerca link esterno che lo studio mnemonico delle tabelline e di altre formule matematiche fin dall’infanzia sarebbe un fattore fondamentale per facilitare la risoluzione di situazioni complesse in futuro.

James Paul Gee, professore dell’Arizona State University, inoltre, ha dimostrato link esterno come in alcuni campi i ragazzi anche al giorno d’oggi vedano di buon occhio la ripetizione tipica dell’apprendimento a memoria. In questo senso, il professore si riferisce all’utilizzo dei videogiochi e all’apprendimento dei movimenti e delle regole fondamentali, in assenza dei quali sarebbe impossibile giocare.

Un’ulteriore ricerca basa le proprie fondamenta sull’aspetto tecnologico. Stiamo parlando dello studio del filosofo Michel Serres, in cui egli osserva come l’evoluzione tecnologica si sia posta sempre più come una surrogazione della memoria. Secondo il filosofo link esterno, dovremmo prestare particolare attenzione a non permettere che la tecnologia arrivi a sostituire completamente le nostre capacità cerebrali, rendendoci totalmente succubi e dipendenti da essa.

E tu cosa ne pensi dell’imparare a memoria a scuola? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Susanna Tamaro: “A scuola andavo male, le prof mi strappavano i temi in faccia dicendomi che non si capiva nemmeno di cosa parlassi”

Susanna Tamaro a scuola

Vedere crescere i propri figli è una delle più intense emozioni di un genitore: da bambini diventano ragazzi e poi giovani sempre più indipendenti. In questa fase, è naturale che i genitori cerchino di proteggere i figli da tutto ciò che sembra negativo. Eppure, questo atteggiamento spontaneo rischia di sfociare in comportamenti iperprotettivi, che finiscono per fare più danni di quanto non si pensi. Ne parla Susanna Tamaro nel corso…

Mi preoccupa l’intelligenza artificiale a scuola, credo sia pericolosa. Innovazione digitale? Basta, è meglio investire nel pagare la formazione degli insegnanti, anche all’estero

pagare la formazione degli insegnanti

Che l’innovazione tecnologica possa offrire grandi opportunità alla didattica non è certo un mistero. Fra sperimentazioni con l’intelligenza artificiale e dispositivi elettronici come strumento educativo, la scuola sembra ormai avviata verso il futuro. Non tutti sono tuttavia d’accordo. Se infatti è vero che tecnologia e opportunità vanno spesso insieme, allo stesso tempo è bene ricordare quali sono i rischi di un abuso di questi strumenti, a partire dalle intelligenze artificiali….

Bibbia nella primaria? Ok, ma allora anche il Corano

bibbia nella primaria

Roberto Vecchioni ha sempre avuto un legame speciale con il mondo scolastico, e non soltanto perché viene da un passato da docente. Negli anni, il cantautore italiano è rimasto vicino agli studenti, osservando da vicino le loro aspirazioni, i loro sogni e le sfide che affrontano. Di recente, poi, Vecchioni ha condiviso il suo punto di vista sulle necessità degli studenti ma anche sulle nuove linee guida proposte dal ministro…

Un italiano su due parla male, o non parla proprio, una lingua straniera

parlare male una lingua straniera

Oggi più che mai conoscere almeno una lingua straniera è una competenza indispensabile per farsi strada in un mondo sempre più interconnesso. Tuttavia, sebbene la capacità di comprendere e comunicare in diverse lingue apra nuove opportunità, l’Italia sembra rimanere indietro. Secondo un sondaggio condotto da Censuswide per Preply , infatti, un italiano su due parla soltanto la sua lingua madre, e non conosce neanche una lingua straniera. Vediamo qual è…

La musica dovrebbe essere letta e analizzata sui banchi di scuola, con artisti come De André, De Gregori e Dalla studiati durante l’anno scolastico

musica sui banchi di scuola

A scuola si dovrebbero studiare le canzoni di Fabrizio De André e Francesco De Gregori, o ancora di Lucio Dalla. A sostenerlo è Fiorella Mannoia, fra le cantanti italiane più famose in assoluto, durante la rubrica Atupertu di Radio Italia . La chiacchierata fra l’artista e la redazione radiofonica è diventata anche l’occasione per parlare del rapporto con la scuola e per approfondire l’importanza della musica nel proprio percorso di…

Il ministro dell’istruzione: “Le mie abilità logiche derivano dall’aver studiato bene il latino”

abilità logiche

Fra le nuove linee guida di Giuseppe Valditara, una delle più discusse è quella che riguarda il ritorno del latino alla scuola secondaria di primo grado. Alcuni vedono nella proposta una tendenza nostalgica e ideologica, per altri rappresenta un modo per far convivere la tradizione e la modernità nel nostro sistema educativo. Ne parla proprio il Ministro dell’Istruzione e del Merito durante un’intervista a Radio Libertà , occasione per tracciare…

L’idea dell’insegnante per coinvolgere gli alunni: “Riconsegno i compiti in classe con i voti da scoprire come i gratta e vinci”

voti come gratta e vinci

Di fronte ad un presente che cambia continuamente, è naturale che anche la scuola senta il bisogno di andare incontro alle nuove tendenze. Certo, ancora oggi la maggior parte dei docenti utilizza la lezione frontale ma, allo stesso tempo, ci sono insegnanti che provano a coinvolgere i loro studenti. In particolare, di recente si è molto parlato di un metodo innovativo per evitare che la consegna dei compiti diventi un…

Quest’anno nelle scuole superiori si sono iscritti 50.000 studenti in meno: la causa è il calo demografico. A rischio l’editoria e 130mila insegnanti

studenti in meno

Da diversi anni ormai il calo demografico costituisce uno dei problemi dell’Italia, e può portare a conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il fenomeno infatti comporta un maggiore numero di anziani a fronte di un minore numero di giovani, con ricadute sull’economia e sulla forza lavoro, ma non solo. Uno degli effetti del calo demografico riguarda anche la scuola, che registra sempre meno studenti iscritti ogni anno. In particolare, per il prossimo anno…

Valditara dovrebbe posare il telefonino e smetterla di riprodurre per la scuola lo schema dell’algoritmo dei social network

algoritmo dei social network

La nuova scuola proposta da Giuseppe Valditara non sembra aver incontrato il favore di buona parte dell’opinione pubblica e del mondo culturale italiano. Il ritorno del latino alla secondaria di primo grado e della Bibbia alla primaria, entrambe iniziative fortemente volute dal Ministro, hanno infatti generato un dibattito acceso tra favorevoli e contrari. Eppure, molte delle voci non criticano tanto i contenuti quanto il metodo. Per esempio secondo Tomaso Montanari,…

E se per combattere il burnout degli insegnanti concedessimo un anno sabbatico ogni cinque di servizio?

burnout degli insegnanti

La classe docente italiana è la più anziana d’Europa e, al tempo stesso, ha una retribuzione fra le più basse considerando la media UE. Si tratta di dati conosciuti ormai da tempo, e che il rapporto Education at a Glance 2024 ha confermato, ma non rappresentano le uniche sfide di un mestiere sempre più complesso. Fra gli insegnanti italiani è infatti sempre più alto il rischio di burnout, ossia il…

Novità Invalsi 2025

X