Nuove tecnologie e metodologie di insegnamento della scrittura accendono il dibattito sulle difficoltà dei bambini che frequentano il primo, secondo e terzo anno della scuola primaria.
Un quinto dei bambini non riesce a scrivere in corsivo a causa dell’utilizzo di smartphone, tablet e pc, ma anche della metodologia di insegnamento. Questo è quanto è emerso da uno studio recente condotto su un campione di oltre 500 studenti delle scuole primarie di Roma. La soluzione al problema risiede nella modalità di insegnamento degli insegnanti, nella strumentazione didattica e nelle abitudini di ogni giorno.
Una delle cause del problema, già lo sappiamo, è che i dispositivi tecnologici sono in grado di mostrare soltanto caratteri in stampatello, e sembra che l’uso eccessivo di tali dispositivi abbia un impatto negativo sulla capacità di scrittura dei bambini. Infatti, secondo la ricerca, circa il 20% dei bambini avrebbe difficoltà nella scrittura in corsivo. Il team di ricerca, composto da scienziati del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Sapienza di Roma, in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e Sociale e del Centro di Riabilitazione Didasco, ha condotto un test su 562 bambini tra i 7 e gli 11 anni di 16 scuole primarie pubbliche di Roma. Il test consisteva nel copiare un preciso testo entro 5 minuti usando la grafia corsiva, ed è stato valutato attraverso un modello standardizzato chiamato Concise Assessment Scale for Children’s Handwriting (BHK).
I risultati hanno rivelato che un bambino su cinque ha difficoltà a scrivere in corsivo, mentre uno su dieci presenta una scrittura disgrafica, legata a un disturbo specifico di apprendimento. I DSA (dislessia, discalculia e disortografia) sono risultati tra il 5 e il 15% dei bambini coinvolti nello studio, mentre il 5% ha manifestato dislessia o deficit nella coordinazione motoria. Il professor Di Brina e colleghi hanno inoltre notato che la qualità della scrittura era generalmente migliore nelle bambine, mentre la velocità migliorava salendo di classe.
UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA
La difficoltà nella scrittura non sarebbe dovuta solo all’uso pervasivo di smartphone e tablet, ma anche all’assenza di un metodo univoco e chiaro per insegnare la scrittura, a differenza di quanto avviene per la lettura. Per questo credo che sia fondamentale valutare con cura il materiale didattico: sussidiari del primo ciclo della scuola primaria come per esempio “Festa a Sorpresa” , edito in coedizione da Ibiscus Edizioni e La Spiga Edizioni, supportano lo sviluppo della grafia corsiva degli studenti della scuola primaria in modo trasversale e interdisciplinare.
Il corso propone due configurazioni ben distinte ma con l’obiettivo univoco di portare gli alunni a scrivere bene in corsivo. Il percorso A, pensato per i docenti che preferiscono presentare prima tutto l’alfabeto in stampato maiuscolo e poi il corsivo, permette di usufruire di un quaderno di scrittura specifico per il passaggio dallo stampato al corsivo in cui sono le lettere in corsivo vengono presentate in affiancamento a quelle in stampato già conosciute al fine di agevolarne la memorizzazione e la scrittura.
Nel percorso B, invece, si punta decisamente sul corsivo presentando sin da subito la scrittura dei quattro caratteri. Nel metodo sono presenti ben otto pagine dedicate ad ogni lettera di cui tre di scrittura in cui ogni bambino e bambina può esercitarsi esaurientemente nella scrittura.
In Festa a Sorpresa nella configurazione B (quattro caratteri), anche gli esercizi di matematica propongono la scrittura dei numeri sia in stampatello che in corsivo.
LEGGI ANCHE: Metodo graduale o quattro caratteri da subito, quale la soluzione più efficace per gli alunni di prima
Per evitare conseguenze negative sul futuro sociale e lavorativo dei bambini, infatti, gli esperti sottolineano l’importanza di avere insegnanti ben formati, ma al tempo stesso strumenti didattici adeguati.
Per approfondire lo studio che abbiamo proposto, i risultati della ricerca “Validation of the Concise Assessment Scale for Children’s Handwriting (BHK) in an Italian Population” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Occupational therapy in health care.