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LATINO

Il latino è una scienza, non meno della matematica o della biologia. Per lo scrittore Gardini “va esteso in tutte le scuole”

Da anni ormai c’è un dibattito sull’insegnamento del latino a scuola. Per alcuni è un residuo del passato, una materia priva di utilità nel mondo contemporaneo che dovrebbe cedere il passo a discipline più moderne. Per altri invece il latino è fondamentale per la formazione intellettuale degli studenti , al netto dei pregiudizi sul suo insegnamento. Fra questi ultimi spicca la posizione dello scrittore Nicola Gardini, secondo cui il latino è una scienza al pari della matematica e della biologia, e andrebbe insegnato in tutte le scuole.

I pregiudizi sul latino

In un contributo su Il Libraio link esterno, lo scrittore Nicola Gardini parla dei pregiudizi che esistono sul latino, e che ne danneggiano l’immagine. Al contrario, il latino andrebbe preservato laddove già esiste ma, allo stesso tempo, andrebbe insegnato come materia obbligatoria a tutti i livelli scolastici. Ecco le parole dello scrittore sullo stato del latino oggi:

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Intorno al latino girano pregiudizi e opinioni infondate. Chi lo ama, di rado prende posizione pubblica in sua difesa. Gli stessi insegnanti tacciono, e alcuni dubitano perfino del senso del loro lavoro. Per la maggior parte di quelli che si pronunciano pubblicamente sul latino, il latino è inutile.

Fra questi pregiudizi, uno dei più importanti riguarda il valore intrinseco di una materia, che si esprime al meglio soltanto all’interno di un contesto più ampio di conoscenze. In effetti, quando parliamo del latino non possiamo non considerare la sua doppia dimensione, continua Gardini: il latino parlato non esiste più, e si è evoluto nella lingua che parliamo ogni giorno. Il latino scritto è diverso e svolge un ruolo diverso, ossia quello di una lingua letteraria e di cultura. In questo senso, il latino è una scienza, al pari di matematica e biologia.

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Il latino come scienza

Il ragionamento di Gardini è abbastanza chiaro: il latino scritto è rimasto stabile nel tempo. Ormai da secoli segue norme grammaticali ed estetiche precise, e di conseguenza ha preservato la sua struttura. Per questa ragione, il suo insegnamento non va confuso con l’insegnamento di una qualsiasi altra lingua: non serve a parlare, ma a comprendere. Il latino è, insomma, una lingua che ragiona e rappresenta, proprio come fanno la matematica e la biologia, o le altre scienze. Ma non solo:

Il latino è scienza dell’essere umano e, come tale, ha formato nei secoli forme espressive, stili di pensiero, immagini di società, modelli di comportamento, diramandosi in altri discorsi. IL discredito cui lo studio del latino è costretto in questi tempi riflette un’idea banalmente utilitaristica di lingua: lingua come strumento, lingua come cosa di tutti, li gua che c’è sempre e comunque. Ma non è così.

giovani e latino a scuola

Se quindi il latino è una scienza, sostiene Gardini, la scuola ha il compito di guidare i giovani verso uno studio consapevole di questa materia. Secondo lo scrittore è possibile studiare il latino a tutte le età, ma i benefici maggiori si hanno durante l’adolescenza, un periodo cruciale per lo sviluppo intellettuale e personale. E d’altronde, il latino può aiutare a sviluppare una consapevolezza storica dell’esistenza, proprio per il suo statuto di lingua antichissima, e viva ancora oggi. Insomma, insegnare e studiare il latino è molto più che un elenco di declinazioni e tempi verbali, una traduzione di versioni antiche, un’analisi testuale della letteratura. Si tratta di un modo per tuffarsi nel passato ma, allo stesso tempo, costruire un ponte verso il futuro. E il discorso di Gardini ha un senso molto più ampio di quanto possa sembrare. Il problema è semmai un altro: la scuola moderna sembra sempre meno attrezzata per un insegnamento del latino così consapevole. Di fronte ai grandi cambiamenti nell’istruzione, allora, forse è meglio ripensare il ruolo del latino e adattarlo alle esigenze contemporanee.

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