Il metodo di insegnamento della letto-scrittura non è un fattore di secondaria importanza: non è proprio vero che il bambino o la bambina impara a leggere e a scrivere in modo corretto, in tempi brevi e amando quanto sta facendo in qualunque modo si insegni. È vero però che egli/ella può imparare “nonostante l’insegnante”, come diceva Piaget. Ma ce la farebbero proprio tutti/e? Dunque il metodo non va lasciato al caso, seppure l’estemporaneità e la creatività del momento possano essere, anzi è auspicabile che siano, un connotato positivo dell’insegnare, all’interno di una cornice strutturata nelle linee fondamentali. Convinte che tutto ciò che è frutto di un attento percorso di studio e applicazione abbia un suo “perché”, ti proponiamo un’analisi dei metodi più in uso, i cui punti forti abbiamo accolto nella pratica dell’insegnamento, facendone scaturire un metodo nuovo con i suoi aspetti originali. Partiamo da uno schema che mette a confronto i metodi più noti:
I metodi globali
I metodi globali, detti anche ideo-visivi o analitici, partono da racconti, analizzano frasi, estrapolano parole significative per giungere successivamente, ma non necessariamente, all’analisi delle sillabe e delle lettere. Il punto forte di questi metodi è l’attenzione al coinvolgimento emotivo del bambino e della bambina e al loro vissuto, contestualmente alla fase di prima acquisizione della lettoscrittura. Tali metodi tendono a trascurare la veste sonora, l’analisi fonologica delle parole, poiché insegnano la lettura come se le parole fossero degli “ideogrammi” da memorizzare visivamente.
I metodi tradizionali
I metodi tradizionali o sintetici partono dall’analisi degli elementi più piccoli della parola e poi li sintetizzano. Esigono esercitazioni lunghe, che spesso, proprio per l’impiego di tempo ed energie notevoli, non si riescono a coniugare con l’esplicitazione dei vissuti degli alunni e delle alunne. Il punto forte di questi metodi è la facilitazione dell’esatta discriminazione suono-segno (fondamentale per una corretta scrittura) e la sistematicità che rende graduale, ordinato e rassicurante l’apprendimento.
Il metodo fonematico
Il metodo fonematico analizza prima di tutto la veste sonora di una parola, attraverso la ricerca della parte finale (rime, ad esempio), del suono iniziale e poi via via dei suoni intermedi, fino ad associare ciascun fonema al corrispondente grafema, guidando il bambino e la bambina alla scoperta della regola del nostro sistema di scrittura già a livello orale. Il punto forte del metodo fonematico è che, ancora prima che il bambino e la bambina riconosca i segni, i grafemi, questo metodo esercita a scomporre e ricomporre (analisi e sintesi, discriminazione e fusione) le parole nei suoni costitutivi: prima con la scomposizione nella più immediata battuta sillabica, poi nei singoli fonemi.
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L’approccio vygotskijano di Emilia Ferreiro, Ana Teberosky e Uta Frith
Emilia Ferreiro e Ana Teberosky sono le prime ricercatrici che in Argentina, a partire dal 1979, si sono occupate dello sviluppo della letto-scrittura. Hanno osservato e studiato i bambini e le bambine di 5 anni chiedendo come, secondo loro, si leggono alcune scritte presentate su dei cartoncini e perché. Dopo la lettura de “La mente umana”, opera curata da Luciano Mecacci, abbiamo ritrovato in queste ricerche l’approccio vygotskijano nel voler ripercorrere la preistoria della lingua scritta nell’età prescolare di bambini e bambine.
In effetti non si può ignorare che in un mondo come il nostro, pervaso da scritte in qualunque forma, a ogni bambino/a non sia venuto spontaneo chiedersi molto prima di entrare a scuola che cosa ci sia scritto o come si fa a scrivere: la loro mente vivace elabora ipotesi e teorie che essi smontano e riformulano a ogni scoperta successiva. Tutto questo processo spontaneo diventa ancora più costruttivo se nasce dal confronto con gli altri, in particolare attraverso delle attività mirate in classe.
Emilia Ferreiro e Ana Teberosky sono arrivate a una sensazionale scoperta: tutti i bambini e le bambine di tutte le lingue del mondo seguono percorsi simili di concettualizzazione della lingua scritta, gli stessi percorsi (e questo, confermato a partire dal 1985 da Uta Frith, è ancora più sorprendente) che ha seguito l’uomo sin dalla preistoria per esprimersi attraverso il codice scritto. Come l’essere primitivo, anche il bambino/la bambina piccolo/a pensa che la scrittura sia un particolare disegno della realtà: si trova nella fase pittografica, detta dalle due ricercatrici “pre-sillabica” e da Uta Frith “logografica”. Seguirà la fase “alfabetica”, dove finalmente il bambino/la bambina presterà attenzione al suono come battuta sonora, ovvero alla sillaba, alla quale corrisponderà un segno (si pensi alla scrittura sillabica dei Sumeri), per poi approdare, attraverso fasi intermedie, alla scrittura “alfabetica” (introdotta dai Fenici).
Il punto forte di questo approccio sta nell’importanza di guidare i bambini e le bambine a conquistare lo stadio più evoluto, quello alfabetico: ciò avviene nel momento in cui gli apprendisti letto-scrittori e le apprendiste letto-scrittrici prestano attenzione ai singoli suoni, ai fonemi di cui sono costituite le parole e scoprono che per scrivere devono associare questi suoni alla forma delle lettere e combinare sillabe che, unite, spostate, invertite, formano parole: proprio come un gioco di costruzioni!
Aspetto fondamentale di tale approccio è il valore dato al bambino e alla bambina come soggetti attivi nel processo di apprendimento, capaci di ideare ipotesi e teorie. Ciò che risulta difficile, unicamente attraverso tale approccio, è consentire in tempi ragionevoli la conquista della strumentalità. Il tempo non è fattore di secondaria importanza: un metodo “lungo”, per quanto sia valido, può risultare poco praticabile a scuola. È importante quindi sostenere questa curiosità fin da subito, senza dilazionare troppo nel tempo l’avvicinamento alla lingua scritta. Già dalla Scuola dell’Infanzia è infatti possibile introdurre gli stessi giochi combinatori della scrittura a livello orale: comincia come…, comincia con…, finisce…, da quanti suoni è formata la parola SUONO? Le competenze della letto-scrittura passano attraverso la consapevolezza fonologica e si costruiscono favorendo anche nella classe prima occasioni di scrittura spontanea: “scrivi come sai” vuol dire pensa, fai, disfa e rifai…
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Il metodo fonematico sillabico animato di Incanto
Incanto accoglie le istanze positive di ciascuno dei metodi in uso, ma mette concretamente in pratica il metodo fonematico-sillabico, animato dalle lettere-personaggio. Esse fungono da “agganci” che “consentono di codificare il ricordo in base a valenze visive, uditive, emotive” (Alberto Oliverio, Il cervello che impara, Giunti).
Dai metodi globali accoglie l’accento dato alla motivazione, al coinvolgimento della sfera emozionale e affettiva, poiché colloca le prime fasi dell’apprendimento strumentale all’interno di uno sfondo integratore fantasioso e ludico. Consente, inoltre, di introdurre tematiche inerenti la cittadinanza attiva (come raccomandato dalle Indicazioni Nazionali 2012 e Nuovi scenari 2018) attraverso l’input delle storie delle lettere, con leggerezza, ma con efficacia.
Dai metodi tradizionali accoglie l’attenzione alla sistematicità nell’esercizio anche nell’aspetto esecutivo, grafo-motorio, che porta alla cura della scrittura nei vari caratteri. Dalle teorie di Vygotskij nelle ricerche di Ferreiro e Teberosky, integrate da Uta Frith, Incanto accoglie l’importanza di coltivare la propensione alla scoperta da parte del bambino, garantendogli ogni occasione per ipotizzare, confrontarsi, smontare teorie, acquisendo competenze spendibili in maniera trasversale, non solo nella scrittura spontanea.
Dal metodo fonematico Incanto accoglie l’attenzione al prerequisito fondamentale della letto-scrittura, ovvero la capacità di manipolare i suoni e poi i segni: aggiungere, togliere, combinare, sostituire lettere e sillabe per formare parole e frasi. Aggiungendo l’originalità delle lettere animate, i canti e il valore della ideazione fantastica, il metodo di Incanto colloca le prime fasi dell’apprendimento strumentale all’interno di uno sfondo integratore fantasioso e ludico in cui è privilegiata il più possibile l’ideazione collettiva, alla base della produzione di storie vissute nella realtà o nella fantasia.
Attraverso Incanto vissuto in un ambiente di apprendimento cooperativo, i bambini e le bambine imparano:
- a scrivere correttamente e a correggersi in caso di errore;
- a leggere senza errori e con un ritmo adeguato alla fluenza del proprio modo di parlare.
Già a scuola si potrebbe introdurre nell’ordinarietà una basilare forma di prevenzione degli effetti più importanti della dislessia, disgrafia e disortografia.
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Percorso di apprendimento della letto-scrittura
- Personaggio-guida nelle prime pagine del Libro del Metodo. Si presentano Rock, Roll e Fant, i personaggi che stimolano la curiosità dell’alunno/a e guidano a scoprire le regole della letto-scrittura in modo divertente e fantasioso a partire dai suoni della natura (allusione alla veste sonora delle parole a cui il bambino/la bambina si deve abituare a prestare attenzione) fino ad arrivare a mescolare tutti gli elementi (allusione ai giochi combinatori della nostra lingua).
- Prove per le abilità iniziali nel volume dell’Accoglienza Eccoci qua! Anche queste sono pensate per essere come un gioco stimolante per l’alunno/a, che dovrebbe viverle non come delle prove in cui verrà valutato/a, ma come un’opportunità per dimostrare all’insegnante “che cosa sa già fare”. Un gemello e una gemella curiosi, Rock e Roll, accompagnano bambini e bambine in ogni fase dell’apprendimento con domande, risposte con parole semplici e soprattutto con i canti e il ritmo (body percussion). La maestra Fant, dall’aria accogliente, ascolta. Dal suo cappello fuoriescono suoni di cui sono fatte le parole e immagini per inventare sin da subito storie insieme. I personaggi guideranno bambine e bambine a seguire dei percorsi insieme a loro:
• pregrafismo per gli aspetti esecutivi, grafomanuali della letto-scrittura;
• “scrivi come sai” parole e frasi per gli aspetti costruttivi della letto-scrittura. - Lettura della storia delle lettere-personaggio. Le storie sono anche brevi filastrocche o canti (in formato mp3) che privilegiano giochi di parole e rime. Fai in modo di catturare tutta l’attenzione più produttiva anche se breve dell’alunno/a, attraverso “il divertirsi con le parole” e con il bizzarro personaggio-lettera. Le storie, seppur brevi, danno anche lo spunto per parlare del proprio vissuto o di argomenti molto sentiti dai bambini e dalle bambine, favorendo l’acquisizione delle prime basi dell’educazione alla cittadinanza. Dopo questa fase di coinvolgimento globale, si apre il Libro di Lettura, dove il personaggio diventa più “vivo” anche se la storia è ridotta per rendere fruibile il testo ai bambini e alle bambine. Il primo approccio al testo avviene seguendo con il dito le parole, mentre l’alunno/a ascolta l’insegnante che legge: egli/ella sarà motivato/a a “leggere come sa”, aiutato/a dalle lettere che diventano personaggi, dalle immagini, dalle sequenze illustrate, dalla struttura percettiva del testo che può essere “letto” a livelli diversi. In tal senso l’approccio alla lettura è inclusivo.
- La lettera-personaggio sul Libro del Metodo. Focalizza l’attenzione dei bambini e delle bambine sul protagonista della storia raccontata: la lettera animata. La storia aiuta a identificare le caratteristiche visive e fonologiche per prevenire il rischio di confusione con altre simili, sempre per l’uno o per l’altro aspetto.
- Lettura della frase significativa tratta dalla storia raccontata e riportata sul Libro del Metodo. La lettura è sempre facilitata dalla presenza di parti stabili nel testo (alla fine con le rime, nella parte iniziale o centrale con la predisposizione di parole con sillabe uguali).
- Dalle vocali alle consonanti alla formazione delle sillabe: come nei punti 3, 4, 5. Un canto introduce questa prima regola e successivamente si propongono attività per scrivere correttamente dal punto di vista esecutivo e per leggere favorendo l’automatismo (giochi fonologici, ritmo, utilizzo mirato dei colori, denominazione rapida da sinistra a destra).
- Lettura di parole e frasi sul Libro del Metodo: guida alla fusione di gruppi sillabici noti attraverso cruciparole sillabici e alfabetici.
- Scrittura e produzione di testi: il libro-non libro Faccio e disfo così… capisco! segue parallelamente le proposte del Libro di Lettura e del Metodo descritte nei punti precedenti. Aggiunge la possibilità di manipolare i nomi delle lettere-personaggio, di ritagliarli, formare nuove parole, copiarle sul quaderno, incollare e colorare le lettere animate di cui è composto il nome. Fornisce disegni che si prestano a inventare brevi storie a livello orale con la classe o in piccoli gruppi, che potrai trascrivere e fornire ai bambini. Faccio e disfo così… capisco! si propone di favorire la competenza ideativa, alla base della produzione del testo oltre che del pensiero autonomo e creativo.
- Cooperazione con i compagni nelle varie fasi dell’apprendimento. Le proposte del libro-laboratorio Faccio e disfo così… capisco! sono pensate per lavorare in coppia e per facilitare gradualmente l’autonomia.
- Riflessione sui propri risultati: il confronto con gli altri è alla base della comprensione dei propri punti forti e punti deboli.
- Verifica delle abilità delle competenze acquisite: sul libro del Metodo, alla fine di ogni raggruppamento di lettere per nuclei tematici, si propongono attività per monitorare l’apprendimento. Tali attività sono presentate in una forma diversa dagli esercizi precedenti, per un primo accertamento dell’avvenuta interiorizzazione di quanto appreso in termini di competenze.
La seconda fase di verifiche include in maniera progressiva attività sulle lettere e sulle sillabe di gruppi tematici precedenti: potrebbero essere definite “verifiche in progress”, per un più completo accertamento delle competenze relative alla letto-scrittura.
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Metodologia per l’apprendimento della letto-scrittura: linee essenziali
Il metodo di insegnamento della letto-scrittura viene considerato uno strumento attraverso il quale l’alunno/a possa mettere in atto in modo efficace le sue spontanee strategie di apprendimento. Considerando che egli/ella impara a leggere e a scrivere associando le funzioni uditive a quelle visive, lo/la si guiderà:
1 nella fase ORALE:
- a capire che la parola percepita come un “continuum fonico” è formata da suoni via via più distinti, a partire dalla sillaba al fonema;
- a scomporre le parole in fonemi, a formare le unità sillabiche, che, associate in modo diverso, comporranno altre parole.
2 nella fase SCRITTA:
- a capire il processo inverso: che a ogni suono (fonema) corrisponde un segno scritto (grafema) e che questi compongono le parole;
- a contare tutti i suoni che compongono una parola (segmentazione fonemica);
- a conoscere tutti i grafemi (le lettere dell’alfabeto trasformate in personaggi fantastici), a scriverli e a leggerli singolarmente, in sillabe, in parole e in frasi.
3 attraverso il CANTO:
- a integrare le funzioni visive e uditive, poiché i personaggi-lettera sono protagonisti di filastrocche cantate;
- ad accrescere l’attenzione, l’ascolto, la motivazione ad apprendere.
4 dal punto di vista GRAFO-MOTORIO:
- a utilizzare adeguatamente lo spazio grafico (da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso);
- a scrivere i grafemi con la giusta direzionalità.
5 dal punto di vista IDEATIVO:
- suscitare un’adeguata motivazione ad amare la lingua scritta, attraverso invenzioni di storie collettive fantastiche e di nonsense sullo stile di quelle proposte dai volumi. Lo scopo dei suggerimenti e dei materiali di Faccio e disfo così… capisco! è, tra gli altri, quello di creare i prerequisiti per la produzione del testo, ancora prima che i bambini e le bambine sappiano scrivere. Quando l’insegnante lo riterrà opportuno potrà trascrivere le storie inventate, in modo da materializzare le idee nel codice scritto.
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