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MATEMATICA

Il vero problema della matematica è il modo in cui viene insegnata

Nella classe prima della scuola primaria si presentano i numeri fino al 20. Le forme geometriche vengono presentate solo al termine dell’anno scolastico attraverso poche, approssimative informazioni.

Niente di più frustrante, per gli alunni.

Frustrante, perché i bambini di sei/sette anni sono già abituati a contare con numeri molto più grandi durante il gioco o la vita quotidiana e a operare con essi. Sono abituati a riconoscere le forme degli oggetti che incontrano. Cercano già di misurarle e confrontarle e le incontrano nell’apprendimento della scrittura, che è fatta di linee aperte e chiuse, spezzate e curve.

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La curiosità dei bambini è tanta, sono già predisposti ad andare oltre: perché ridurre così tanto gli obiettivi, limitare questo flusso, se i bambini sono già pronti per conoscere i numeri grandi e soprattutto desiderano farlo?

Perché, inoltre, fare approcciare i bambini ai problemi come situazioni assolutamente improbabili e molto lontane dalla loro vita, in cui la risoluzione è solo una e non c’è spazio per la creatività?

Mi è capitato di sfogliare in questo periodo di scelta dei libri di testo un corso che propone un approccio finalmente diverso alla matematica, che si basa proprio sul superamento di queste rigide convenzioni didattiche: il progetto si fonda sulla convinzione che la matematica debba essere insegnata seguendo i naturali processi cognitivi che i bambini mettono in atto per operare con i numeri.

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La metodologia di Incanto propone un approccio ai numeri totalmente nuovo, consapevole dell’importanza del linguaggio e della stimolazione sensoriale in vari ambiti, come per esempio la sfera visiva, rappresentando i numeri come personaggi fantastici colorati e “viventi” e la sfera fonologica, abbinando i numeri a filastrocche e canti. Incanto link esterno, edito da La Spiga, inoltre si appoggia anche al metodo fonematico-sillabico-animato, fondato sugli studi che affermano che l’approccio ai numeri come quantità e il calcolo mentale, da parte dei bambini, avvengono in modo naturale fin dai primissimi anni.

Questo corso del primo ciclo rivoluziona, inoltre, l’approccio ai problemi, basandosi sull’importanza della logica come strumento formativo. Il libro si propone di far acquisire ai bambini un metodo per la risoluzione dei problemi che includa la possibilità di un approccio creativo e nuovo al problem solving. Oltre alla logica, si sottolinea l’importanza del linguaggio nella comprensione dei problemi. Apprendere e capire il significato dei quantificatori come strumenti linguistici è necessario per sviluppare una capacità logica che si possa applicare anche ad altre sfere, nei problemi pratici che le situazioni della vita ci fanno incontrare,

L’utilizzo di filastrocche, canzoni e personaggi è l’altro aspetto innovativo del progetto: per molto tempo si è trascurato l’aspetto del coinvolgimento emotivo nella didattica della matematica, ritenendolo più importante per altre materie. Incanto vuole far amare la matematica grazie ai personaggi Rock e Roll, che con le loro avventure costruiscono con i bambini una relazione empatica nei momenti più delicati e difficoltosi dell’apprendimento e li tranquillizzano sempre insegnando loro che “sbagliare si può”! La musica e le note sono i fili conduttori dell’apprendimento di tutti i numeri: Incanto sceglie le note per indicare le unità, in linea con il tema della musica, pervasiva in tutto il Corso.

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Le note/unità sono organizzate in file di 10 spacchettate al cinque come le dita delle mani, il nostro primo calcolatore naturale. Nella fila delle 10 note il fiocchetto rappresenta l’unione della prima mano con la seconda mano, della prima cinquina con la seconda. Di questo passo, la rappresentazione visiva della ventina diventa molto immediata. I fiocchetti aiutano a contare a file, a 10 a 10 come a 1 a 1, per arrivare presto a 20!

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Ascolta la filastrocca del triangolo

Con tutti questi ingredienti ci prepariamo a una vera innovazione della didattica della matematica: un approccio olistico, che abbraccia nuovi aspetti prima non considerati nell’insegnamento dei numeri e non si dimentica di aggiungere all’innovazione freschezza, gioco, narrazione, creatività. Con il grande risultato di rendere tutto estremamente più facile e fruibile e non il contrario.

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23 commenti su “Il vero problema della matematica è il modo in cui viene insegnata”

  1. Assolutamente d’accordo e se non si studia la didattica della matematica si può essere il migliore degli insegnanti, ma non si ottengono i risultati con gli allievi.

    • La didattica della matematica è un problema in tutti gli ordini di scuola. Non è giusto far passare il messaggio che sia una materia solo per pochi eletti. Ci perde tutta la società.

  2. Le cosiddette materie scientifiche non vengono né contestualizzate né storicizzate e questo fa si che non ci si rende conto del perché e a cosa serve dimostrare un teorema o risolvere un’equazione o una espressione algebrica.

  3. Purtroppo è vero.. l’insegnante può fartela amare o detestare la sua materia! Mio figlio quest’anno ha avuto la fortuna di avere la maestra prevalentemente che è a dir poco meravigliosa, e adora tutte le sue materie..la matematica dovrebbe essere insegnata da docenti come lei!

  4. Io sarei felice se i bambini uscissero dalle elementari e sapessero fare bene e senza dubbi le 4 operazioni e sapessero i concetti alla base della geometria. Le basi sono essenziali per tutto e se le hai buone via ovunque.

    • Non sanno fare le 4 operazioni dopo le elementari! A me le insegnarono; sono del ’63, ho 58 anni.
      A parte questo, mi sembra proprio che il problema dei miei studenti (insegno elettronica alle superiori) sia la carenza sulle conoscenze di base della matematica: delle elementari, delle medie e del biennio delle superiori.

      IL PROBLEMA E’ CHE STIAMO ABBASSANDO IL LIVELLO DEGLI INSEGNAMENTI A TUTTI I LIVELLI! A CHI DARE LA COLPA, SE NON A NOI DOCENTI?!

  5. Però bisogna dire anche che il problema risiede più nelle elementari che negli altri ordini di scuola. Molti bambini arrivano alle medie che non hanno ben chiaro il concetto di quantità, non sanno dove si applicano le 4 operazioni, se chiedi loro qualcosa tipo: Marco ha 4 scatole di cioccolatini in ogni scatola ci sono 5 cioccolatini, quanti cioccolatini ha in tutto almeno un terzo della classe in prima media ti risponderà 9 o comunque un numero diverso da 20. Non hanno interiorizzato le unità di misura… un metro, un km un centimetro sono più o meno la stessa cosa, i numeri dopo la virgola non li sa astrarre… in un test di ingresso di matematica alle medie c’era una domanda tipo: è maggiore 0,5 o 0,50, il 60% rispose 0,50. Alle medie c’è un programma piuttosto complesso e corposo, che prevede come prerequisito l’acquisizione di quei concetti accennati prima. E’ chiaro che quando ti arrivano studenti in queste condizioni, e non si tratta di qualche eccezione, o rifai il programma elementare o fai il programma delle medie sperando in un miracolo.

    • Hai ragione e viene spontanea una domanda: le mastre / i maestri elementari come hanno studiato matematica? La questione parte da loro, è innegabile!

    • Condivido ogni parola. Io penso che il problema risieda nel fatto che alle elementari si faccia “troppo”. Dovrebbero concentrarsi sulle basi del calcolo e dell’ortografia, non serve che facciano le scomposizioni in fattori primi, le potenze, le aree i solidi geometrici etc. Alle medie arriva più di metà classe che non sa fare le divisioni e non sa incolonnare le operazioni con i decimali.

  6. Il vero problema della matematica, come anche del latino, è che i ragazzi non vogliono più stare con il culo sulla sedia

    • Non sono d’accordo, trova il modo di interessarli e il culo glielo incolli, alla sedia!

  7. Parte del problema è come gli argomenti di matematica siano strettamente collegati fra di loro e consequenziali, per cui sarebbe necessario uno studio costante che in pochi hanno voglia di fare e anche le capacità per farlo

  8. Verissimo..
    Mia figlia con dsa sta facendo il 1 scientifico.. e va benissimo a mate.. perché ha un Docente con la D maiuscola…grande prof..

    • D’accordissimo! Dipende tutto da noi! Purtroppo alle volte non siamo all’altezza……. ma anche noi dobbiamo lavorare.

  9. Esattamente così! Il prof del liceo mi ha letteralmente messo addosso il terrore e l’avversione per la matematica, ho scelto infatti studi totalmente privi di questa materia e non ditemi che è solo logica e ragionamento, perché in filosofia, la cui prof era molto empatica prendevo sempre 8/9, in matematica 4!!!!

  10. Trovo riduttivo dare la colpa solo all’una o all’altra parte: ci sono insegnanti e insegnanti così come ci sono ragazzi e ragazze.

  11. Il vero problema è che la maggior parte di noi docenti parla ancora di programmi piuttosto che di competenze…

  12. I miei alunni ieri, dopo due ore di matematica applicata, hanno chiesto se mi potevo ancora trattenere perché volevano fare altri esercizi. Questa cosa mi ha commosso. Credo di essere nata per questa professione.

  13. Prima di fare l’insegnante di matematica sono stata alunna e ricordo che l’insegnante del liceo faceva la sua brava spiegazione faceva tre esercizi e finiva là. Poi ti dovevi industriare tu come imparare ad applicare le regole ecc..
    Ma questa era la scuola di 50 anni fa dove gli alunni studiavano 5 ore ogni pomeriggio e i genitori non erano ancora entrati nella scuola.
    Oggi purtroppo non è più così, se assegni più di due esercizi il giorno dopo ti ritrovi a dover dare spiegazioni a genitori con nonni al seguito. I ragazzi vogliono la strada spianata, non si cimentano proprio in esercizi più impegnativi ci rinunciano a priori. La geometria è bandita proprio, in alcuni casi gli alunni non sanno interpretare neanche il testo di un problema. Parliamo ancora di matematica?

  14. Ho sulla coscienza 36 anni di insegnamento: non posso valutare ciò che ho fatto, ma posso dire cosa mi avrebbe fatto piacere insegnare.
    La Matematica (e le sue indispensabili regole) sono come una cassetta degli attrezzi per risolvere a scuola problemi fittizi e nella vita problemi reali.
    Non esistono gli eletti che capiscono per volere divino, ma ognuno rispettando le regole e conoscendo le tecniche, può cimentarsi con successo.
    La matematica ha anche una dimensione ludica: mi spiegate che differenza esiste fra calcolare un’espressione, risolvere un’equazione, studiare una funzione…. e risolvere un gioco enigmistico? Solo l’atteggiamento con il quale li affrontiamo.

  15. Ho letto i diversi commenti e condivido quanto espresso. Tocco con mano ogni giorno la carenza del pensiero logico e le difficoltà con la matematica nelle scuole medie e mi sono sempre posta delle domande in maniera critica. Mia figlia ha iniziato quest’anno la prima elementare e ho avuto già delle prime risposte. Fanno matematica in maniera astratta, con le slide dove si spiega concettualmente cos’e’ l’addizione e la sottrazione!!!…. senza usare alcun materiale o base empirica. Basta guardarsi intorno e la matematica è intorno a noi; appartiene al mondo dei sensi oltreché della logica. La nostra casa diventa il mondo degli oggetti che utilizziamo per calcolare, misurare, classificare.
    Sono preoccupata come madre e angosciata come collega!

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