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OPINIONI

Il vero ruolo dell’insegnante è aprire mondi e aperture mai pensate prima

Al giorno d’oggi insegnare è una pratica difficile per diversi motivi. Innanzitutto, la scuola, come istituzione e come autorità, perde di credibilità e di considerazione di anno in anno, ad un ritmo che diventa sempre più incalzante man mano che il tempo passa. In secondo luogo, c’è la percezione di una mancanza di interesse da parte degli studenti, i quali non ascoltano, non leggono, non parlano.

Su questo argomento si è interrogato l’autore Massimo Recalcati, il quale ha posto l’attenzione sul valore della pratica dell’insegnamento: essa si dovrebbe “accontentare” di essere limitata alla trasmissione di informazioni stantie, o dovrebbe ritrovare il suo rapporto erotico tra soggetto e sapere?

L’autore crede che la risposta si trovi nel momento della lezione, la quale viene definita come il luogo in cui si superano tutti i mondi isolati (tecnologico, virtuale, sintomatico) e l’animo umano riesce a sublimarsi in una relazione di incontro, scambio, ed eros, ovvero: desiderio (di sapere). Ma ciò può avvenire solo se lo studente stesso è intenzionato a “rivitalizzare” il suo rapporto con il sapere.

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Per fare ciò è necessario che esso diventi oggetto stesso di desiderio, e che l’insegnante ispiri lo studente a ricercarlo, come raccontato da Jacques Lancan, spesso grande fonte di ispirazione per Recalcati, quando cita l’episodio del Simposio di Platone in cui Agatone, allievo di Socrate, chiede al maestro di “riempirlo di conoscenza”, alludendo al fatto che questa sia come una fonte da cui abbeverarsi.

Socrate rifiuta e ammette la sua incapacità ad assecondare la richiesta. Questo perché il ruolo dell’insegnante, nell’interpretazione di Lancan, non è trasmettere informazioni vuote, ma, appunto suscitare nell’allievo la voglia, il desiderio, di ricercarle e comprenderle.

Recalcati, infatti, crede che l’insegnante debba avere come scopo il creare “vuoti, varchi e spazi” nelle menti degli studenti, far loro porre domande su argomenti già conosciuti, far loro interrogare su mondi mai immaginati. Insomma: gli studenti devono arrivare a “tendere” alla conoscenza; desiderarla, appunto. Questa è, secondo Recalcati, l’erotica dell’insegnamento.

Il vero cuore della Scuola è fatto di ore di lezione che possono essere avventure, incontri, esperienze intellettuali ed emotive profonde. Perché quello che resta della Scuola, nel tempo della sua evaporazione, è la bellezza dell’ora di lezione

Massimo Recalcati

In una istituzione decadente come quella della scuola italiana degli ultimi decenni, in cui i docenti vengono spesso trattati da ultima ruota del carro, non è certo facile far mantenere loro questo lato passionale dell’insegnamento. Ciò, però, penalizza gli studenti, a cui potenzialmente viene tolta la possibilità di avere un incontro, quello con persone o concetti del sapere, che può cambiare la loro vita e la loro visione di essa stessa.

Rimaniamo, allora, in attesa che questo piccolo miracolo, magari in un futuro prossimo, possa essere realizzato da chi si ritroverà a decidere le prossime riforme scolastiche ministeriali, riportando la qualità dell’insegnamento a necessità principale del futuro di un paese sano.

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