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In una scuola di Milano gli studenti valutano i professori: è stata annunciata la “pagella dei docenti”

Gli alunni compilano volontariamente un questionario di 28 domande sui prof del Consiglio di classe. Per il 79% di loro è uno strumento valido

Il tema della valutazione è uno dei più importanti in ambito scolastico, ma di solito riguarda soltanto gli studenti, con voti e giudizi che indicano un certo livello di preparazione. Eppure, oggi è altrettanto importante anche la valutazione degli insegnanti, come avviene in un liceo di Milano, in cui è stata introdotta la pagella dei docenti. A compilarla non sarebbero i colleghi, come voleva l’ex Ministro Bianchi, né le graduatorie, bensì gli studenti stessi.

La Pagella del docente

Che anche i docenti possano avere una loro pagella, con le diverse valutazioni, non è certo una novità. Abbiamo richiamato per ultimo il tentativo dell’ex Ministro Bianchi, ma la questione viene discussa ormai da anni.

Pur simile negli intenti, è tuttavia diverso il caso dell’Istituto Paritario Sigmund Freud di Milano, che di recente ha adottato la pagella dei docenti. Come riporta Il Sole 24 Ore link esterno, si tratta di un sistema di valutazione che consente agli studenti di esprimere un giudizio sugli insegnanti del proprio consiglio di classe.

A confermare la bontà dell’iniziativa c’è anche un sondaggio, condotto fra gli alunni dell’istituto, con dei risultati non certo inattesi, ma comunque sorprendenti:

  • per il 79% degli studenti la pagella dei docenti è uno strumento valido ed efficace;
  • secondo l’83% degli studenti la nuova valutazione permette al dirigente scolastico di conoscere i pregi e i difetti dei docenti, per quanto riguarda la didattica;
  • per il 97% degli studenti, la pagella può stimolare i docenti a migliorarsi.

A colpire maggiormente, tuttavia, è forse l’ultimo risultato del sondaggio: il 99% degli studenti vorrebbe che questo sistema di valutazione fosse adottato in tutte le scuole.

Come funziona la pagella dei docenti

Per esprimere un’opinione sui loro docenti, gli studenti dell’istituto Freud potranno scegliere se compilare un questionario di 28 domande per ciascun insegnante del proprio consiglio di classe. Ecco quali sono i principali aspetti sottoposti a valutazione:

  • modalità di spiegazione;
  • carichi di lavoro assegnati;
  • rapporto con la classe.

In generale, è la qualità della didattica che interessa agli studenti e alla dirigenza scolastica dell’istituto. Da una parte, i ragazzi diventano parte attiva del processo educativo; dall’altra parte, la nuova valutazione può diventare un incentivo per i docenti a migliorare la loro didattica. Magari lavorando anche sulle loro competenze non cognitive.

Basta l’anzianità per fare un buon insegnante?

Al netto dell’iniziativa, che come vediamo è stata accolta molto positivamente dagli studenti, la questione della valutazione dei docenti è tutt’altro che banale. E ne parla lo stesso dirigente dell’istituto paritario:

Il criterio in base al quale si esprime la preferenza nei riguardi dei docenti, ossia le “famose” graduatorie, è basato fondamentalmente sul criterio dell’anzianità, che presenta consistenti lacune, com’è facile intuire. Più anni di servizio il docente ha alle spalle, e migliore è la qualità del suo insegnamento? Ciò è quantomeno discutibile, ed è chiaramente un metodo basato sulla quantità e non sulla qualità della didattica.

La pagella dei docenti introdotta al Freud di Milano, quindi, vuole rappresentare una soluzione a un problema che, per certi versi, è tutto italiano. La valutazione degli insegnanti esiste nei principali Paesi europei ma non è presente nel nostro, per cui bisogna ingegnarsi con soluzioni ad hoc.

E se anche figure come Vincenzo Schettini ed Edoardo Prati parlano sempre più spesso del ruolo dell’insegnante e della passione per l’insegnamento, forse qualcosa sta cambiando. Per quanto sia un istituto paritario, l’introduzione della pagella dei docenti rappresenta un importante passo in avanti, nella speranza che possa scuotere un sistema fin troppo tradizionale.

Insomma: basta l’anzianità per fare un buon insegnante? La domanda è ovviamente retorica, ma la risposta non può esserlo. Non più, almeno.

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