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In una scuola italiana è stata introdotta l’ora di uncinetto, per insegnare agli alunni a socializzare immersi in una sana lentezza

In un mondo contemporaneo in cui la tecnologia è sempre più diffusa, è naturale che anche la scuola debba adattarsi e andare incontro al cambiamento. L’uso degli smartphone, lo studio dell’informatica, il ricorso all’intelligenza artificiale sono ormai strumenti quotidiani e lo saranno maggiormente in futuro.

Eppure, anche alcune pratiche del passato possono trovare un posto fra le moderne iniziative educative. Questo è in particolare il caso dell’istituto comprensivo di Cerro Veronese, comune del Veneto, e del corso di uncinetto partito come iniziativa isolata e diventato, ben presto, un’importante occasione di socializzazione.

un successo inaspettato

Quando pensiamo alle aule scolastiche, immaginiamo spesso banchi disordinati e studenti che parlano fra loro o, magari, un insegnante che cerca di riportare un po’ d’ordine. Eppure, alla scuola secondaria di primo di Cerro Veronese c’è una scena diversa: gli alunni imparano a lavorare all’uncinetto e non hanno smartphone o social che li distraggono dal loro compito.

A riportare la notizia è il quotidiano L’Arena link esterno, che parla del corso pomeridiano organizzato dalla scuola e dà anche voce ad alcuni dei partecipanti. C’è Martina che, per esempio, vuole creare un top da indossare in estate, ma c’è anche Robert che, nell’uncinetto, ha ritrovato un legame speciale con la nonna.

Insomma, l’iniziativa costituisce un tentativo di recuperare alcune competenze manuali che rischiano di andare perdute. Oltre all’uncinetto, peraltro, la scuola propone ai suoi studenti anche corsi di cucina e falegnameria, o persino di apicoltura.

fra tradizione e innovazione

Ad aver proposto il corso di uncinetto alla scuola secondaria di primo grado, e a condurre i vari incontri, è la docente di sostegno Anna Zampieri. Il progetto prevede incontri settimanali fino a maggio, in prossimità della fine dell’anno scolastico e dell’inizio dell’estate. Queste le sue parole sull’iniziativa e sulla risposta degli studenti:

All’inizio i ragazzi si scontrano con la frustrazione, a volte perdono la pazienza, qualcuno butta a terra il lavoro. Ma è molto istruttivo, per loro, abituati alla velocità degli strumenti digitali e alla gratificazione immediata. Quando iniziano ad avere risultati, provano un’enorme soddisfazione e si accorgono che l’uncinetto è un ottimo passatempo e antistress, facile da portare ovunque.

Nato come alternativa ai pomeriggi da soli di molti studenti, che magari vivono in contrade isolate, il corso di uncinetto è diventato un modo per stare più a lungo con gli amici, a scuola. Ovviamente sono le ragazze a partecipare di più all’iniziativa ma, come abbiamo visto, anche alcuni ragazzi hanno scelto di imparare a lavorare all’uncinetto. E per delle ottime ragioni.

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I benefici dell’uncinetto

Se il corso di uncinetto ha conquistato le studentesse e gli studenti dell’a scuola media’istituto comprensivo di Cerro Veronese, è per un motivo ben preciso. Questa attività, e altre simili, hanno infatti effetti positivi sul proprio benessere psicofisico: la cosiddetta knitting therapy permette di distrarsi dai problemi e ridurre lo stress. Proprio come sostiene Anna Zampieri.

Da questo punto di vista, il corso di uncinetto organizzato dalla scuola del veronese è molto più di un semplice laboratorio creativo. In aggiunta, è un’occasione per riscoprire la manualità e coltivare la pazienza, costruire il proprio successo e connettersi con le generazioni del passato. Il tutto, mentre si creano relazioni con i propri amici e i propri compagni, valore fondamentale in un’epoca tecnologica come la nostra in cui è fin troppo semplice isolarsi. D’altronde, il progetto non si ferma qui: il prossimo passo è quello di acquistare e allevare bachi da seta per ricavare il filo dai loro bozzoli. Si tratta di un’idea ambiziosa, certo, che tuttavia unisce storia, biologia e artigianato avvicinando ancora di più i ragazzi ad alcune competenze che alcuni potrebbero dare per perdute. Ma che sono più vive che mai, ancora oggi.

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