L’insegnamento della storia dovrebbe essere una delle materie più importanti a scuola. Conoscendo la storia, infatti, si conosce e si prende consapevolezza delle proprie origini, delle origini del mondo, delle origini del proprio paese e del proprio ambiente culturale, dei fatti che l’hanno reso quello che è attualmente.
La storia non è soltanto fatti, date e descrizione sommaria di eventi ma è ciò che costituisce l’identità più profonda di ogni popolo ed è con questa consapevolezza che la storia dovrebbe essere valorizzata maggiormente nelle scuole. Purtroppo, invece, l’insegnamento della storia è relegato a sole una o due ore settimanali nelle quali si deve procedere a evadere le richieste degli obiettivi scolastici e raramente ci si ferma a riflettere sull’estrema importanza di questa disciplina.
Spesso i fatti storici non sono percepiti come interessanti per gli studenti perché troppo lontani nel tempo e senza collegamenti e connessioni con la vita che stanno vivendo al momento attuale. Il compito di un insegnante di storia, invece, dovrebbe essere proprio costruire nei propri alunni la consapevolezza che i fatti del passato non solo hanno un’influenza su quelli presenti, ma ne hanno plasmato il destino.
Per rendere lo studio della storia più consapevole bisogna trattarne l’insegnamento nel modo stesso in cui la parola che definisce la disciplina è scritta: storia.
Pensiamo a un insegnante che entra in classe e ci dice che oggi ci racconterà una tragica storia, la storia, per esempio, di come la seconda guerra mondiale ha cambiato l’Italia: è molto diverso dall’avere un insegnante che si impone di farci ricordare minuziosamente nomi, date e fatti.
Specificare ai ragazzi il perché sia importante che imparino un certo contenuto, dalle espressioni matematiche agli elementi che costituiscono un paesaggio marino, fino ad arrivare alla conoscenza degli eventi che ci hanno cambiato la vita, è sempre un rinforzo che stimola davvero ad approcciarsi all’apprendimento con un desiderio intrinseco di imparare: il sapere perché lo stiamo facendo e comprenderne i vantaggi.
La differenza tra motivazioni intrinseche ed estrinseche nell’apprendimento e ciò che può davvero fare la differenza. Purtroppo le motivazioni preponderanti sono quelle estrinseche, i ragazzi desiderano apprendere per il voto, per non avere la famiglia addosso con le loro ansie, per poter essere promossi. Sono da ricercare e sviluppare invece le motivazioni intrinseche, quelle che davvero rendono l’apprendimento un desiderio attivo e non solo l’espletamento di un compito giornaliero, per giunta noioso.
Durante la scuola primaria, in seconda, si affronta la propria storia personale. È indispensabile per comprendere la storia in senso più ampio, del mondo e degli eventi. La guida Le Discipline di Unica edito La Spiga del Gruppo Editoriale ELi propone svariate attività di riflessione sulla storia personale e di consapevolezza di quanto siano utili le fonti storiche per ricostruirla, e quindi per ricostruire ogni evento della storia dell’uomo. Conoscere la propria storia personale dà la consapevolezza che tutto intorno a noi ha una storia e fa nascere il desiderio di scoprirla.
La motivazione intrinseca che dovrebbe sorreggere l’apprendimento della storia dovrebbe essere proprio la conoscenza delle proprie origini, del passato dei propri nonni e zii, lo scoprire come siamo riusciti ad avere i diritti che prima i nostri antenati non avevano, essere capaci di comprendere film, libri e racconti a tema storico.
L’insegnante dovrebbe, quindi, raccontare la storia come una vera e propria storia, fatta di vicende e narrazioni misteriose che suscitano curiosità e voglia di scoprire.
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