All’inizio di un nuovo ciclo scolastico, nulla è più importante per un alunno della scelta del posto giusto. La decisione non è mai casuale: al contrario, mette insieme le preferenze personali, le indicazioni degli insegnanti ma, soprattutto, la disposizione dei banchi in classe.
L’organizzazione spaziale di un’aula è infatti tutt’altro che neutra e, anzi, può influenzare l’esperienza degli studenti durante le ore passate a scuola. Apprendimento, comportamento e dinamiche sociali risentono dell’organizzazione interna della classe, inclusa quindi la disposizione dei banchi. Ma come? E c’è una disposizione migliore delle altre?
le DISPOSIZIONI più utilizzate
Come riporta il giornale online Il Post , in generale le scuole preferiscono organizzare i banchi di un’aula in due possibili configurazioni:
- da una parte, la tradizionale disposizione in cui i banchi sono disposti in file e colonne rivolte verso la cattedra, sistemazione che facilita l’insegnamento frontale ed il controllo della classe;
- dall’altra parte, la disposizione a isole che vede i banchi accostati in piccoli gruppi, così da favorire la partecipazione attiva e l’interazione fra gli studenti, sacrificando un po’ di controllo.
In Italia, in cui la lezione frontale è ancora la modalità più utilizzata dai docenti, è lecito aspettarsi che la disposizione dei banchi più impiegata sia quella tradizionale. A confermarlo è uno studio condotto da alcuni ricercatori, secondo cui essa è utilizzata in quasi due classi su tre. Altre tipologie di organizzazione, come i banchi sparsi o disposti a ferro di cavallo, sono meno comuni.
Quanto incide la disposizione dei banchi
In introduzione abbiamo accennato al fatto che la disposizione dei banchi non è mai neutra. Benché sia influenzata da altri fattori come lo spazio a disposizione della classe e le scelte degli insegnanti, può influenzare a sua volta il comportamento degli studenti e il loro apprendimento. In particolare, molti docenti scelgono la disposizione in file e colonne con l’obiettivo di ridurre le interazioni indesiderate fra compagni e mantenere alta l’attenzione durante la lezione. Ma non è tutto.
Negli anni, diversi studi hanno cercato di comprendere qual è l’impatto dell’organizzazione spaziale di una classe sul rendimento degli alunni. In particolare, una ricerca ha scoperto che esiste un’area formata dalla prima fila di banchi e dalla colonna centrale in cui gli studenti tendono ad avere una condotta migliore.
La ragione risiede nella maggiore attenzione dedicata loro dall’insegnante, che sarebbe quindi la causa diretta di questo risultato. Di conseguenza, la disposizione dei banchi non è di per sé una variabile in grado di influenzare l’apprendimento, ma riflette altre scelte e altri comportamenti all’interno di una classe.
Disposizione dei banchi e rapporti sociali
Diverso è invece il caso dei rapporti sociali. Oltre a stabilire la disposizione dei banchi, molti insegnanti infatti preferiscono formare gruppi omogenei di studenti per livello di preparazione, così da rendere più semplice la personalizzazione della lezione. Allo stesso tempo però questa abitudine tende a rafforzare le diversità in seno alla classe: gli alunni più preparati vanno avanti insieme, i meno preparati rimangono indietro.
Al contrario, è migliore l’idea di far sedere vicini due studenti che non si conoscono o che non si stanno particolarmente simpatici. Uno studio in merito ha confermato che spesso a questa decisione segue la creazione di un buon rapporto fra i due: la distanza fisica ostacola i rapporti sociali, anche in classe.
Insomma, forse la disposizione dei banchi non ha quell’influenza diretta su apprendimento e relazioni che alcuni vorrebbero attribuirle. Eppure, non si tratta soltanto di organizzazione spaziale bensì di un elemento che, insieme ad altri, contribuisce all’esperienza degli alunni.
Forse, con i cambiamenti alla didattica, cambierà anche questo aspetto della vita scolastica: l’importante è essere consapevoli che neanche i banchi sono neutri, e agire di conseguenza.