La geografia è la scienza che interpreta la realtà. Pertanto deve essere insegnata e imparata come la disciplina che si raccorda con gli altri saperi per leggere, conoscere e interpretare il territorio. Le Indicazioni Nazionali definiscono la geografia “la disciplina di cerniera per eccellenza” perché permette di collegare alla specificità della materia anche temi storici, scientifici, antropologici, ambientali.
QUALI OBIETTIVI SI DEVE PORRE L’INSEGNANTE
Acquisire il senso dello spazio. Anche la geografia, come ogni disciplina, ha peculiarità proprie e un linguaggio specifico che la caratterizza. In modo graduale, quindi, il bambino dovrà acquisire le strumentalità di base inerenti la disciplina che gli permettano di conoscere, analizzare, confrontare le diverse realtà. Le Indicazioni Nazionali, a tal proposito, dicono che “alla geografia spetta il delicato compito di costruire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo, con il quale va costantemente correlato. Gli alunni devono attrezzarsi di coordinate spaziali per orientarsi sul territorio abituandosi ad analizzare ogni elemento nel suo contesto spaziale”.
Conoscenza e rispetto per l’ambiente. Attraverso le competenze e le conoscenze che il bambino acquisisce studiando la geografia egli si dovrà sentire cittadino del mondo e comportarsi di conseguenza; adottare, cioè, comportamenti responsabili che lo inducano a rispettare e far rispettare l’ambiente.
Conoscenza multiscalare de l territorio. Partendo dalla realtà vicina e conosciuta dal bambino, egli apre lo sguardo a situazioni sempre più lontane, in modo multiscalare. Si inizia dall’osservazione e dalle conoscenze della realtà vicina al bambino, che lui conosce bene e, proseguendo un lavoro presumibilmente già iniziato negli anni precedenti, si allargano gli orizzonti, arrivando a conoscere, in momenti successivi, parti del territorio sempre più lontane. Ciò consentirà all’alunno di capire anche le complesse relazioni che stanno alla base di ogni fenomeno sia fisico sia sociale o culturale presente sul territorio. Imparerà a “leggere i luoghi” da diversi punti di vista prendendo in esame tutti i loro aspetti: fisici, climatici, antropici. Infatti le Indicazioni Nazionali dicono che “Altra opportunità formativa della geografia è quella di abituare a osservare la realtà da punti di vista diversi, che consentono di considerare e rispettare visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano. […] Il raffronto della propria realtà con quella globale è agevolato dalla continua comparazione di rappresentazioni spaziali, lette e interpretate a scale diverse”.
L’IMPOSTAZIONE METODOLOGICA
Lo studio della geografia non deve essere inteso come mera descrizione del territorio ed elencazione dei suoi elementi, ma deve aiutare a vedere la realtà come interazione costante tra natura (ambienti) e presenza umana. I filoni fondamentali su cui si basa l’insegnamento della disciplina sono: lo studio del territorio e del suo clima; l’insediamento e l’opera dell’uomo. La parte preponderante del programma previsto per le classi quarta e quinta riguarda lo studio dell’Italia fisica e politica, ma senza trascurare la conoscenza del resto del mondo. Oggi, infatti, ciò è decisamente imprescindibile vista la presenza nelle classi di alunni che provengono da ogni parte del globo. Tali alunni permetteranno alla classe di confrontare e conoscere luoghi lontani, diversi e interessanti.
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LAVORARE COME UN GEOGRAFO
È bene iniziare lo studio della geografia imparando a conoscere gli strumenti che il bambino utilizzerà per apprendere a orientarsi nello spazio. L’insegnante farà operare gli alunni non solo con le carte geografiche, ma anche con fotografie, immagini satellitari (telerilevamento), materiali e strumenti prodotti dalle nuove tecnologie come, per esempio, Google Earth il cui utilizzo è agevolato dalla sempre maggiore diffusione nelle classi di lavagne multimediali. È importante utilizzare anche strumenti tecnologici perché permettono al bambino di apprendere come la realtà degli elementi fisici e antropologici possa essere rappresentata mentalmente e graficamente.
IL TERRITORIO
La geografia non è solo lo studio delle caratteristiche morfologiche del territorio così come questo si presenta attualmente. I bambini spesso faticano a immaginare che l’ambiente che hanno intorno non è sempre stato così come lo vedono ora; dovranno quindi imparare che la storia della Terra, sia pur con i suoi tempi lunghissimi, ci racconta le modificazioni sostanziali che sono avvenute. Ancora più difficile per gli alunni è comprendere che i cambiamenti sono ancora in essere e che le montagne, i mari, le pianure che conoscono e che vedono, in un futuro lontano, non saranno più come sono ora, perché si saranno modificati assumendo altri aspetti. È utile che gli alunni capiscano che il territorio ha una storia in continua evoluzione e che ogni ambiente trattato sarà descritto sia per come appare oggi sia per come si è evoluto nel corso del tempo.
IL LAVORO DELL’INSEGNANTE
Qui di seguito sono stati puntualizzati alcuni aspetti didattici che l’insegnante deve tenere in considerazione nella progettazione del suo insegnamento.
- Riconoscere le più evidenti modificazioni apportate nel tempo dall’uomo sul territorio nazionale e regionale. Per fare ciò si possono osservare foto dello stesso luogo scattate in tempi diversi, visionare filmati e documentari, utilizzare le testimonianze di persone che possono ampliare le informazioni in possesso fino a ora.
- Ricercare il nesso tra l’ambiente, le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo sia per il presente sia per il passato.
- Analizzare le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente. L’insegnante può servirsi di casi di cronaca (frane, alluvioni, inquinamento…) per far comprendere agli alunni che i comportamenti positivi o negativi dell’uomo hanno ripercussioni sull’ambiente.
- Riflettere per proporre soluzioni a problemi che riguardano la protezione e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale.
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