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La lezione di Constanza Orbaiz, la maestra disabile ‘con il mal di pancia’: “Non siamo speciali, le pizze lo sono”

Il racconto di Constanza Orbaiz, una psicopedagoga di 37 anni che convive con una paralisi cerebrale fin dalla nascita, in pochi minuti guadagna l’empatia di un auditorium riempito da più di 10.000 ragazzi, che si emozionano ascoltando le sue parole e la applaudono in piedi, molti di loro con le lacrime agli occhi, al TEDx di Río La Plata.

LA STORIA DI CONSTANZA

Quando è nata a Buenos Aires, una mancanza di ossigeno le ha causato una lesione cerebrale che ha colpito l’intera parte motoria. La diagnosi: paralisi cerebrale. “Nessuno sapeva cosa sarei stata in grado di fare; ma la cosa sicura era che sarebbe stato in modo diverso“.

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Alle elementari ha trovato molti insegnanti che l’hanno accompagnata, che hanno potuto vedere in lei “tutto quello che poteva fare“. Ma purtroppo non è mancato l’altro lato della medaglia. Quello dei maestri che pensavano che non avrei potuto neanche finire le elementari. “Preferivano che rimanessi in fondo all’aula perché non sapevano cosa fare di me. Non erano pronti. Nessuno è pronto. La disabilità non ti manda un messaggio su whatsapp con scritto: ‘Preparati, arrivo tra cinque minuti'”

DIVERSITÀ COME PARTE DELLA QUOTIDIANITÀ

Per Constanza Orbaiz, l’unico modo per essere pronti è “valorizzare la diversità come parte della quotidianità“. In altre parole, valorizzando ogni persona per quello che può dare. La giovane ha spiegato all’evento di lavorare pensando a dei modi in cui tutti possano dare il massimo. Constanza è una psicopedagoga in una scuola dell’infanzia, nella quale ha anche dato vita al Progetto “Desde Adentro“, attraverso il quale diffonde il suo sguardo sulla disabilità.

Estratto dal fascicolo EDUCAZIONE CIVICA – La Spiga

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OCCORRE GUARDARE OLTRE ALLA DIAGNOSI

Secondo Constanza Orbaiz, per convivere con le disabilità occorre creare contesti più flessibili, ossia ambienti in cui la persona con disabilità possa sentirsi a suo agio ed essere se stessa senza dover assomigliare a nessuno per ricevere il premio di essere inclusa.

“Non siamo poveri, né siamo angeli, non siamo speciali. Speciali sono le pizze. Non abbiamo capacità diverse, capacità diverse le hanno un secchio e un bicchiere. Siamo persone con disabilità. Persone.” ha concluso.

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