Quando, ad inizio anno scolastico, mi hanno assegnato l’orario e ho visto storia in quarta le ultime due ore del venerdì, dentro me ho pensato: ”Aiuto, sarà un massacro! Come farò a mantenere l’attenzione su Assiri, Babilonesi, Sumeri con un orario così sfavorevole?”
Ma oggi, alla fine del terzo bimestre, sono qui a dirmi che avevo preso un grosso abbaglio. I bambini amano sentire parlare di storia, anche alle ultime due ore del venerdì!
La loro sete di sapere è davvero grande: sono interessati a capire, non si accontentano delle poche righe scritte sul sussidiario che, alla fine, sono solo un punto di partenza per lunghi viaggi nello spazio e nel tempo, durante i quali in due ore passiamo dalla Mesopotamia, all’Egitto, scoprendo dove si trova l’Anatolia e la Siria, attraversando secoli e millenni fino ad arrivare ai giorni nostri.
I bambini amano il racconto della storia e la sua narrazione: si lasciano trasportare dall’immaginazione e così diventano scribi dell’Antico Egitto, coraggiosi guerrieri Ittiti, sacerdoti e sacerdotesse che contemplano il cielo su una Ziqquaratt in una notte stellata.
Iniziano a fare domande, collegamenti, paragoni con i giorni nostri, attivando in modo del tutto naturale il così detto “apprendimento attivo”. E, quando sono le tredici e qualche minuto e dico di fare lo zaino, spesso la risposta è: “Ma come? Sono già passate due ore?”
Questo tipo di narrazione permette inoltre di progettare Unità di apprendimento multidisciplinari in quanto è possibile effettuare numerosi collegamenti interdisciplinari in modo del tutto spontaneo.
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In primis con la geografia che è la base per lo studio della storia. Non si può infatti studiare la Storia senza collocare avvenimenti e civiltà in luoghi precisi sulla superficie terrestre; per questo in aula le carte geografiche sono indispensabili per parlare sia di passato che di attualità.
“Dov’è la Mesopotamia? Ma oggi esiste ancora? Chi ci abita?”
“Il Nilo esiste ancora? E’ il fiume più lungo del mondo?”
Queste sono solo alcune delle numerose domande che i bambini si pongono spontaneamente e per le quali cercano risposte.
Un altro ambito disciplinare che viene coinvolto quasi in ogni lezione è quello legato all’Educazione civica: se parliamo di organizzazione sociale in classi, di schiavitù, di applicazione delle regole in funzione alla categoria sociale di appartenenza, nasce spontaneo il confronto con i nostri diritti di cittadinanza, che non sono scontati e anche di recente conquista!
Cosa può nascere dall’unione tra Storia e Arte, o tra Storia e Tecnologia?
Sappiamo bene quanto i bambini provino soddisfazione nel costruire qualcosa con le proprie mani e che il fondamento della metodologia del Learning by doing, teorizzata da Dewey, vede l’esperienza diretta come un attore abilitante dell’apprendimento.
Allora perché limitarsi a studiare in modo astratto gli usi e i costumi della magnifica civiltà egizia e non creare da zero tuniche e gioielli usando materiali di recupero? Avanzi di stoffe, ritagli di cartone, nastri colorati rubati ai pacchetti di Natale.
Potremmo poi farli indossare agli alunni, simulando una giornata nell’antico Egitto.
Per progettare queste lezioni ho anche avuto un valido alleato: Nuovi Traguardi Discipline, il sussidiario per lo studio di storia, geografia e scienze delle classi quarta e quinta edito da La Spiga del Gruppo Editoriale ELI.
NUOVI TRGUARDI DISCIPLINE
Scopri il sussidiario delle discipline di quarta e quinta per la scuola primaria del Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Didattica
Allegato al corso poi è stato progettato il FLIP POSTER, uno strumento di lavoro per lo studio di storia, geografia e scienze: disponibile sia in versione cartacea che multimediale (per essere proiettata sulla LIM) non è solo una raccolta di tavole tematiche, ma è un punto di partenza per uno specifico percorso di apprendimento attivo nel quale gli studenti costruiscono in autonomia le loro conoscenze.
Mi piace pensare tutte queste attività possano aiutare a far percepire la Storia come una disciplina viva, come qualcosa di cui i bambini possano fare esperienza diretta.
In questo nuovo approccio gli alunni diventano artigiani dell’apprendimento: che smontano e rimontano insieme all’insegnante e ai compagni nuovi concetti, comprendendoli e fissandoli nella memoria attraverso la capacità di ascolto attivo e rielaborazione di una narrazione.
Credo che alla fine il compito di noi insegnanti sia proprio questo: allenare e sollecitare le diverse intelligenze dei nostri alunni, coinvolgendoli in prima persona perché, solo conoscendo il passato, potranno diventare dei cittadini responsabili del futuro.
MISSIONE COMPIUTA DISCIPLINE
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